Rivoluzione (dietro l'angolo) al "Decimonono"

Savona diventa "capo" del ponente ligure

( E...dopo 39 anni scompare dalla gerenza, in silenzio, l'editore Brivio)

di Luciano Corrado

da www.uominiliberi.eu

Savona - Terremoto, in sordina, per il più diffuso quotidiano ligure. Due le notizie, peraltro "vecchie" di qualche giorno, ma che finora non hanno trovato spazio nel mondo dei “media” della nostra Regione.  La prima. Dalla "manchette" di pagina dove è indicata la "gerenza", dal 29 gennaio, un giovedì, è scomparso il nome di Cesare Brivio Sforza e della figlia  Alberica Brivio Sforza.

 Un fatto significativo, una data storica per un giornale e per un editore che aveva iniziato la sua ascesa nel gennaio del 1970. La seconda novità-indiscrezione. Riguarda la riorganizzazione del Secolo XIX nell'area di ponente, da Varazze a Ventimiglia. La redazione di Savona sarà "promossa" a "centro di coordinamento" dell'intero ponente, assorbendo le funzioni apicali di Imperia e Sanremo che retrocedono ad uffici di corrispondenza. Il futuro organigramma prevede Roberto Onofrio, capo redattore centrale, "responsabile" del coordinamento del Ponente. Mentre l'attuale "capo" di Imperia e Sanremo, Roberto Berio, verrebbe destinato alla redazione centrale di Genova o meglio al "web".

La notizia certa resta l'uscita di scena di Cesare Brivio Sforza, l'uomo che per anni ha avuto un ruolo decisivo, fondamentale, importante nel rilancio dello storico quotidiano. Non si sa se abbia venduto o meno le sue quote. Con lui sono “usciti” dalla gerenza, l’amico Attilio Oliva e Vittorio Bo.

Un passo indietro nel tempo. L'ingegner Sandrino Perrone aveva affidato a Cesare Brivio il difficile compito, per conto dei tre gruppi famigliari (Perrone, Grazioli, Brivio), di dare impulso editoriale a 360 gradi ad un giornale che aveva rischiato molto. Anche per le divisioni interne alle famiglie proprietarie.

Il dottor Cesare Brivio Sforza  aveva lavorato al "Giorno" e coltivato l'hobby del giornalismo. La sua passione, oltre a quella dei cavalli.

La sua prima "uscita pubblica" da neo editore fu proprio a Savona, in una giornata di neve del gennaio 1970, accolto dall'allora capo redazione Luciano Angelini. Una  breve visita all'Unione Industriali, alla Camera di Commercio ed un brevissimo saluto ai redattori.

Fu merito di Brivio l'avvio del robusto processo di trasformazione editoriale, grafica e tecnologica. Editoriale, dopo che aveva fatto il suo ingresso, come direttore responsabile, Piero Ottone, con una svolta epocale, rispetto alla direzione Umberto Cavassa.

  

Come amministratore delegato, Cesare Brivio Sforza, ha “firmato” altre tappe gloriose del giornale. L'apertura e il rafforzamento delle redazioni provinciali e locali; più pagine, più cronaca, più redattori, ma anche il periodo di maggiore diffusione nelle edicole e raccolta pubblicitaria. Un successo su più fronti, con una costante non comune. Brivio ha difeso ad oltranza l'indipendenza del giornale dal potere politico, ma anche da quello più strisciante e "nascosto", ovvero i potentati economici, i "poteri forti" trasversali.

Il 28 gennaio 2009, a distanza di 39 anni, l'editore Brivio è uscito di scena nella più totale "riservatezza", senza una riga di spiegazioni sul "suo" ex giornale. Scomparso come nulla fosse. Alla stregua del “signor Nessuno”. L'ulteriore segnale di quella svolta, dopo la rinuncia di “Clessidra” di subentrare ed acquistare le quote di minoranza (30 per cento della famiglia Brivio), impressa dall'editore-proprietario, Carlo Perrone

Ed oggi, di fronte alla "crisi mondiale", Il SecoloXIX si avvia verso una nuova filosofia  progettuale, industriale, dando l'addio definitivo ai successi e all'era Brivio. A distanza di 40 anni, si torna indietro? L'arrivo del giovane e ricco Carlo Perrone ha finito per abbinare la stagione di un declino che solo la concorrenza può augurarsi. E un po' di amaro in bocca per i tanti dipendenti, giornalisti in particolare, che al Secolo XIX hanno dato anima, passione, cuore ed un'intera vita. E, in molti casi, senza chiedere nulla in contropartita. O per "grazia ricevuta".

Ora le ultime notizie, ufficiose, della strategia di abdicazione (imposta dalla crisi diffusionale e di pubblicità) nella provincia di Imperia ed un domani, probabilmente, anche a La Spezia, la redazione da sempre con meno copie diffuse. Nella "super redazione" di Savona torna Roberto Onofrio, in ottimi rapporti con il "potere che conta", a Savona e a Genova. Si parla anche di Luca Sirtori, da Sanremo a capo servizio a Savona. Le redazioni di Imperia e Sanremo manterranno il "presidio" con Gritta, Pin, Donzella e Famà. Nulla trapela, invece, sulla sorte dell'attuale capo della redazione di Savona, Sangalli, del suo vice Pellissone (già capo a Sanremo e Imperia), di Pellosio e Ciolina. Infine dovrebbe lasciare il giornale, a mesi, per la pensione, Mario Muda, vice direttore, in passato a capo della redazione di Savona.

Solo il tempo dirà chi è stato "promosso" o "bocciato".  Forse ai lettori interessa molto di più sapere se il loro giornale uscirà finalmente dalle "sabbie mobili", dalla retrocessione di copie, pur restando leader di lettori in Regione. Riprendersi la vecchia, sudatissima bandiera dell'indipendenza che è anche coincisa con i suoi anni migliori.

Luciano Corrado