XXXXXXXX (ebbene, si.)

Autorità Portuale di Savona, l’appalto che piace tanto
ma è “vietata” la lettura ai non addetti ai lavori
(Copia riservata ai navigatori che si nutrono di pane e politica. Iscritti alla nuova scuola per la formazione politica)

Autorità Portuale di Savona, l’appalto che piace tanto
ma è “vietata” la lettura ai non addetti ai lavori
(Copia riservata ai navigatori che si nutrono di pane e politica. Iscritti alla nuova scuola per la formazione politica)
XXXXXXXX (ebbene, si.)
Che titolo è?! Avete letto bene. E’ un titolo tratto da un cartello di appalto che esiste davvero, e si trova a Savona.

Questo cartello di appalto, pezzo unico nel suo genere, giace oggi accartocciato al suolo, offrendo pudicamente le spalle ai visitatori curiosi, tra gli uffici della Capitaneria di Porto e quelli di Mondo Marine. Noi, più curiosi, lo avevamo fotografato un paio di mesi fa, e lo abbiamo rifotografato ieri, in tutto il suo fulgore.

Vi si leggeva e si legge:

“Lavori di realizzazione del Piano Regolatore del bacino di Savona“. Smack. Importo contrattuale dei lavori: € 3.186.020,44 (sei miliardi di vecchie lire)

Non ce ne vogliano, ma “per cosa” esattamente non siamo riusciti a capirlo lì per lì, e speriamo ce lo spieghino. Su questa bell’insegna consunta ormai dal tempo, non sfugge ai più attenti un raffinato particolare: mentre i primi nomi dei funzionari vengono riportati correttamente (tra i quali il “nostro” Debenedetti), il direttore Responsabile tecnico del cantiere si chiama XXXXXXXX (testuale) così come il direttore e il Responsabile sicureza dell’Impresa: XXXXXXXXX (sic. guardare a fondo pagina  per credere)

Forse qualche problema di firma…

Pure i subappalti sono assegnati all’impresa XXXXXX, in via XXXXX – XXXXX (ri-sic!)

Certo, un po’ di privacy e di discrezione, ma… che razza di cartello di appalto è?!
Un mito dei nostri giorni da esporre al museo dei pubblici appalti.

Vista la chiarezza e la precisione dei responsabili e dei piani industriali non vorremmo trovarci di fronte a simili opere d’arte contemporanea quando (?) si apriranno i cantieri della tavolata Maersk.

Anche perchè succede una cosa strana: il giorno successivo al mesto “trionfo” dell’approvazione della piattaforma Maersk in conferenza dei servizi, gli organi di stampa ufficiali si sono affrettati a dare il maggior risalto possibile alla notizia MA, uno di essi, apriva le pagine locali con un palese diversivo su tutt’altro, titolando a tutta pagina: LOTTA ALLE CORRENTI KILLER – Studiato un progetto per rendere più sicura la foce del Quiliano.
“… studiato un progetto…” mmm. Studiato come? Quale Progetto?

Strano…

Mentre non si parla d’altro che di piattaforma, improvvisamente il problema (presentato) diventa quello delle pericolosissime correnti della FOCE del Rio Quiliano, che salvo un paio di giorni l’anno durante le piene, è poco più che un rigagnolo, sempre che acqua ci sia.

Le “famigerate” correnti sono provocate dalle acque di scarico della centrale Tirreno Power: un autentico fiume caldo con una portata dai 12 ai 40 metri cubi al secondo (stando alla V.I.A. Ministeriale).

Come possano formarsi delle correnti “sottomarine” essendo gli scarichi più caldi di 9 / 10°C rispetto al mare – visto che l’acqua calda sta SOPRA quella fredda, resta un mistero della fisica. Ma non siamo fisici.

Il rischio paventato è quello di “pericolosi vortici” nella spiaggia attigua. Ma mentre nel titolone leggiamo che la Capitaneria di Porto avrebbe “eseguito una media di 2 interventi al giorno” due anni fa (?) subito sotto leggiamo altrettanto che quelli recenti “si contano sulle dita di una mano” (??) Quindi? Non si capisce dove stia il (vero) problema

L’astuta pensata, al momento del tutto aleatoria come molte altre opere confinanti, sarebbe quella di costruire (che strano) due bei moli in cemento (a spese nostre) per incanalare le acque calde di Tirreno Power (che ringrazia) oltre la linea di battigia. L’epidemia di tavolite fa si che anche su questa strana cosa non manchi l’apposito tavolo tecnico.
“Si valuteranno le STRATEGIE D’INTERVENTO, compresa la rimozione della sabbia.” Ma noooo. Addirittura?

La foce del torrido Quiliano è tempestata di cartelli che in ogni modo e foggia indicano il divieto di balneazione, espresso dalla Capitaneria di Porto con l’Ordinanza 45/2003 (come riportato).

Dato che si arriva a vietare l’uso di shampoo in ciò che resta della tanto pericolosa spiaggia “attrezzata”, rispetto a due moli da qualche miliardo non sarebbe più sensato aggiungere altri due cartelli di divieto di di balneazione da poche decine di Euro, là dove le acque sarebbero cos’ terribilmente insidiose?

PS: già che c’eravamo abbiamo misurato senza pretesa scientifica la temperatura delle acque di scarico alla foce: 22,5 C°. Non è che sia questo il vero problema…?

Mario Molinari  da www.savonanews.it

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