Vota La Trippa

CITTA’ DI MARE
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Dai temi dell’ambiente alla politica passo azzardato ma necessario se voglio affermarmi come tuttologo: città dei quartieri, delle famiglie, dello sport, se a qualcuno verrà in mente di chiamarla anche città di mare sappia che da oggi ho depositato il copyright; quanti già avvertono l’approssimarsi delle elezioni cominciano ad agitarsi e volano i primi colpi, anche quelli bassi di cui non trapela notizia ma che molto probabilmente già si materializzano nelle segrete stanze.

Partiti, correnti, partitelli, movimenti, comitati ed altri consessi non meglio definibili, singole persone e financo condomini, hanno appena cominciato ad organizzarsi che già sono alle prese con un primo grosso problema: chi sarà il Lui?

Delle Lei non sembra esserci ancora traccia.

Il periodo elettorale cui andiamo incontro, scandito prima dai tempi della propaganda, seguito poi dai commenti post elezioni, per concludersi infine con le inevitabili beghe per giunte e nomine varie, permetteranno ai redattori delle pagine locali di tirare un sospiro di sollievo avranno infatti di che scrivere almeno per i prossimi sei mesi senza doversi agitare più di tanto per dare la caccia alla notizia del giorno. 

A questo punto per procedere sarebbe necessario dare un significato a termini come partiti, movimenti, comitati e liste civiche varie per coglierne le essenze e possibilmente quelle differenze significative che dovrebbero essere capaci di orientare le nostre scelte elettorali, temo tuttavia che con questi soli presupposti la prospettiva più logica sarebbe però quella dello starsene a casa: un amico, autorevolissimo guru della comunicazione e della propaganda politica, mi ha recentemente spiegato che gli ideali non servono più per catturare il consenso, confesso di non averne capito i motivi, ma temo che avesse ragione. 

Non voglio soffermarmi troppo sulla differenza tra ideale e ideologia sarebbe troppo lungo, non ne sarei forse neppure capace, e anche se vi riuscissi sarebbe inutile, dedico così al paragone un solo istante di riflessione: forse l’ideale è un pensiero che si traduce in parola, l’ideologia la parola storpiata che si traduce in pratica e forse anche per questo è meglio lasciare perdere per motivi storicamente fin troppo, ed aggiungo purtroppo, noti.

Vorrei però sapere in tutta onestà quanti nel momento di depositare il loro suffragio credano veramente a qualcosa e manifestino ancora il proprio consenso per fiducia nella propria parte, e nei valori che dovrebbe testimoniare, od al contrario questi stessi votino pro ma in realtà sono contro qualcosa o qualcuno, ogni allusione a comunità e fatti reali a noi vicini non è del tutto casuale; purtroppo però non posso esservi di esempio infatti nella mia lunghissima carriera di tuttologo tranne che per alcuni estremi, troppo estremi, ho fatto girare la matita su un mucchio di caselle diverse nella speranza di trovare finalmente quella giusta, l’unico risultato che forse ho ottenuto, ma non senza compiacermene, è quello di aver pur minimamente contribuito a complicare il lavoro ai sondaggisti.

Oggi destra, sinistra e centro sembrano termini solo propagandistici, privi di significato e dagli ideali confusi, banali e ridondanti: tutti si richiamano a concetti di libertà, di democrazia, di futuro, di ambiente, e di sviluppo più o meno sostenibile, di lavoro e di precariato; verrebbe voglia di votare per un partito che negasse di essere democratico, al quale nulla importasse del futuro delle nostre giovani e precarie generazioni ed ancor meno dell’ambiente e che ignorasse il significato vero di libertà e di democrazia, se non altro non potrebbe venire sicuramente smentito alla prova dei fatti, tuttavia a pensarci bene è forse meglio non azzardarsi troppo su un simile paradosso, potrei scoprire quanto tenue sia la distanza che lo separa dalla realtà dei nostri giorni.

Nel formulare giudizi sugli uomini della politica non voglio neppure cedere alla facile e deprecabile tentazione del fango a buon mercato, quello che sovente si alimenta gratuito con i sospetti che nascono, e si diffondono, dal proverbiale “ m’an vosciùo di * “ un esordio nostrano che vorrebbe mettere al riparo dalla diffamazione ed al quale spesso ricorrono le megere da cortile o quanti tra gli opinionisti soffrano di una diuresi troppo agra anche se, in verità, qualche eccezione vorrei concedermela.

(* mi scuso con i puri della lingua per probabili errori di traduzione dalla lingua parlata a quella scritta ) 

Cosa ci resta allora per orientare le nostre preferenze, forse soltanto slogan, banalità e ritratti, ogni allusione a fatti reali di questi giorni è ancora una volta non del tutto casuale, non sono un pubblicitario né tanto meno un massmediologo, o come diavolo li vogliamo definire, tuttavia confesso che il conoscere qualcuno che coltiva la speranza di catturare il mio consenso con gli stessi messaggi con i quali si certa di stimolare l’acquisto che so, di un formaggino, un poco mi infastidisce. 

Tra non molto per fortuna faranno la loro comparsa murale anche gli altri candidati e forse fioriranno slogan del genere: “Quaquaraquà al servizio della tua città “ ( mi scuso con Leonardo Sciascia ), oppure “Mazzabubù per la città che vuoi tu” ( mi scuso con Gabriella Ferri, Carlo Giuffrè ed altri), altri ancora, ma meno originali, si limiteranno ad un ancora più famoso “ Antonio La Trippa – Vota Antonio – Vota Antonio “ ( mi scuso con il principe De Curtis ).

Gli esempi sarebbero innumerevoli e la fantasia dei creativi pronta a scatenarsi: in ambienti oscuri, tipo quelli cari a Dan Brown, si mormora che esista un misterioso ed inaccessibile ufficio del comune dove si conserva una preziosissima collezione di questi messaggi del passato, oltre a santini vari, la cui consultazione è però riservata ai pochi eletti di una esclusiva ed impenetrabile confraternita di informatici. 

Si badi bene la responsabilità di stimolare scelte di campo con slogan, banalità e ritratti non deve ricadere sui candidati che le propongono, questi hanno fior di costosi consulenti ed esperti di comunicazione che sanno come orientare il consenso, la responsabilità al contrario la si deve ricercare in ciascuno di noi tutti “utilizzatori finali” di questi messaggi a prima vista insulsi e privi di significato nel mondo reale; non fatevi illusioni cari lettori in questa barca ci siete tutti che vi piaccia o meno, compresi quanti di voi non votano per cavarsela poi con un facile “ ve l’avevo detto ” oppure uno scontato “ lo sapevo ”, proprio Voi “ peccatori che mai non fur vivi ” ricordatevi che le vostre ignude e flaccide chiappe saranno facile bersaglio di voraci ed insaziabili vespe e mosconi per l’eternità. 

Vorrei tentare di simulare il processo del consenso che sottintende ad una elezione locale ma devo subito fermarmi e ricordare, e la cosa si complica, che ormai i tempi dei compagni della sezione, o degli amici dell’oratorio così come dei raffinati del circolo, sono retaggi di un passato che nessuno sembra volere rimpiangere ad esclusione dei pochi che sono in via di estinzione come i proverbiali Panda, qualcuno ci protegga!

 Visto che secondo molti gli ideali non servono più domandiamoci allora quali altre sono le ragioni che orientano il nostro consenso?

Qualcuno potrebbe rispondere che la diversità tra i candidati risiede nei programmi ma ho ragione di temere che questi stiano alle reali intenzioni del fare come gli spot di chi ci vuole vendere formaggini si relaziona con la realtà dei fatti; anche in questo caso risparmiatemi l’elenco degli esempi, sarebbe lungo, noioso ed inutile, ma permettetemi soltanto una provocazione: forse in questo contesto lo slogan della città di mare potrebbe rivelarsi tanto meno banale di quanto avrebbe potuto apparire a prima vista, è infatti vero che non vuole dire nulla salvo il constatare una banale evidenza, ma forse un buon dietrologo potrebbe trovarvi molte ragioni per caricarlo di precisi significati programmatici e propagandistici; l’idea è in vendita al migliore offerente, prezzi modici, pregasi redazione di fornire mio indirizzo email soltanto ad acquirenti seriamente intenzionati, no perdigiorno, assicurata mediazione. 

Sono un illuso e vorrei affidare la mia fiducia in bianco ad un Rappresentante Eletto ( con le maiuscole) che mi dicesse in modo chiaro ed inequivocabile come intenda affrontare e risolvere i problemi più spinosi, e soprattutto meno redditizi sotto il profilo elettorale, di una città dei nostri tempi senza ricorrere alla ormai consolidata e deprecabile abitudine che permette, nel giro di poche ore, sia di affermare tutto e il suo speculare contrario a seconda delle circostanze e dell’uditorio, sia di negare ciò che tutti hanno appena ascoltato abusando di verbi come fraintendere, smentire e contestualizzare; che per passione di parte persino una autorevole personalità vestita di un abito talare sia riuscita a “contestualizzare” l’interpretazione del Secondo Comandamento è veramente troppo! 

Alla prossima e ricordati di votare Antonio.                                                                                                    

     Hiselo              5 febbraio 2011 

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