Viva La Pasta!

Viva La Pasta!
Anche il mito nostrano della pasta è caduto sotto i colpi della polemica e delle prese di posizione in pieno clima pre-partita

Viva La Pasta!

Anche il mito nostrano della pasta è caduto sotto i colpi della polemica e delle prese di posizione in pieno clima pre-partita. L’alimento italico per eccellenza, che ci unisce da generazioni e centinaia di anni, con cui pure si valorizzano le singole realtà territoriali condite da gusti e odori diversi, oggi ha diviso l’opinione pubblica.


Tutto ruota intorno ad un intervista rilasciata dal sig. Barilla, alla guida dell’omonima azienda, rilasciata durante la trasmissione irriverente della Zanzara, su Radio24, la stessa solita a fare scherzi telefonici e a mettere volutamente a disagio i personaggi pubblici che incontra, in cui alla domanda posta se pensasse di fare spot pubblicitari dei propri prodotti con famiglie gay, legata anche ad alcune dichiarazioni in merito di Dario Fo, ha risposto che non è nei suoi piani e che sostanzialmente predilige un assetto familiare tradizionale ovvero tra sessi opposti, come ha lasciato intendere abbastanza chiaramente (“Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca). Non entriamo nel dettaglio se in regime matrimoniale o coppie di fatto e quant’altro, ulteriore diversificazione al pari delle tipologie di pasta presenti sul mercato.

A quel punto è scoppiata la polemica: immancabile e con gli schieramenti pronti a darsi battaglia ma su cosa? Giustamente le associazioni come ARCIGAY hanno manifestato il loro disappunto ed invitato a boicottare la pasta, come indicato da Barilla, molti altri compresi amici e conoscenti hanno lanciato l’allarme al pari della discriminazione razziale. Ma suvvia, Barilla ha detto quello che pensa e che intende trasmettere nei prodotti della sua azienda con le proprie campagne di marketing, e ne ha tutto il diritto.  

Pensiamo al Mulino Bianco, ora c’è il bravo Banderas in versione “pacioccosa” ma forse non ci ricordiamo dei film erotici e spinti che ha fatto eppure non si sono aperte tavole di discussione sui media relativamente all’opportunità o meno di una sua presenza, come Mugnaio….e che mugnaio qualche signora potrebbe dire!

Non ci sono tantomeno episodi di scalpore per le pubblicità di profumi dove spesso ci sono giovani ragazze in atteggiamenti non proprio monastici eppure chi li usa non sempre gira seminudo ammiccando a tutti quelli che passano, ne chi guida un’auto tedesca è sempre un affascinante quarantenne in piena carriera, anzi in genere i nostri sono piuttosto cicciotti, ne tantomeno tutti i motociclisti sono attorniati da belle ragazze quando partono dal box di casa, ne tantomeno abbiamo sempre una signora che ci ha pulito casa “tranne il water” o piatti con Svelto.

Chi lancia queste campagne pubblicitarie lo fa proprio perché ritiene che quel modello sia vincente, sia dal punto di vista di merchandising sia, forse, anche perché crede intimamente in quel modello: potrebbe mentire certo, questo non lo sappiamo, ma Barilla lo ha detto, a proprio rischio e pericolo evidentemente.

Nulla di più e nulla di meno.

E invece quasi sembra vi sia un accanimento al contrario, l’impossibilità di dire apertamente che si crede in un modello piuttosto che in un altro: non è questo il punto.

Il punto è che ambedue le “fazioni” lo possano esprimere e manifestare.

Quindi ben venga se altri produttori di pasta pensino di fare pubblicità con famiglie gay, come anche tanti attori, cantanti, personaggi famosi che lo nascondono per mero opportunismo, e come tanti altri che invece lo espongono apertamente: io ho sempre amato i QUEEN, probabilmente il mio gruppo preferito di sempre, insieme agli U2, di cui ho tutti gli album. Erano note anche alle pietre le preferenze sessuali del loro compianto leader, mica per questo non si potevano oggettivamente apprezzare le sue doti artistiche e comprarne i risultati, a prescindere dal modello di vita che lui stesso proponeva.

Quello che un po’ mi spaventa è l’iperattività nell’attaccare chi non necessariamente vede questioni sociali di questa rilevanza nello stesso modo, pronti ad etichettare piuttosto che a rispettare.

Dal canto mio continuerò serenamente a comprare la pasta in questione, come tante altre marche, soprattutto se in offerta, benché, dopo molte ricerche ed attente analisi sociologiche e psicologiche,  sia arrivato alla conclusione, inevitabile, che la pasta è bisessuale: con buona pace dei perbenisti conservatori della famiglia tradizionale e dei progressisti buonisti di sinistra aperti al nuovo, purché non li tocchi direttamente.

ANDREA MELIS   29 settembre 2013

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