Vittorio Gorresio

Cari “fratelli” del ponente ligure riproponiamo “tacere non possumus”
Eccovi Vittorio Gorresio: “Poveracci, i massoni!
Quelli americani molto potenti, oltre che moralmente rispettati,
 ma il nostro malcostume…”

Cari “fratelli” del ponente ligure riproponiamo “tacere non possumus”
Eccovi Vittorio Gorresio: “Poveracci, i massoni! Quelli americani
molto potenti, oltre che moralmente rispettati, ma il nostro malcostume…”

La massoneria del ponente ligure, dopo un periodo di crisi legato ad inchieste giudiziarie degli anni ’80 implose, scoperchiando la pentola dell’ex presidente socialista della Regione Liguria, Alberto Teardo, con tanti seguaci soprattutto nel savonese ed imperiese.

Una certa massoneria (marcatamente affaristica e politicante) ha ripreso potere, forza e soprattutto intrallazzi occulti. Organizzata ed unita – seppure tra delusi ed ammareggiati – sta ripetendo l’occupazione “militare” del territorio.

Si è di fatto insediata in molti gangli vitali della politica, soprattutto nel centro destra, delle istituzioni, degli enti e delle società partecipate, del sottopotere. Fa sentire il suo peso attraverso una ragnatela già vista all’opera.

Va dal mondo delle imprese, alla finanza, dal credito alla salute (Asl e ospedali), a funzionari pubblici, appalti, edilizia speculativa, affari e da tanti soldi in nero. Quelli che Eugenio Scalari, radical-liberale, dagli editoriali di Repubblica, definisce “negozi di politica e sorditi affari destinati all’evasione fiscale, alla corruzione di partiti, uomini politici, dirigenti amministrativi…”

Vittorio Gorresio, nato nel 1910, è stato un maestro del giornalismo, aveva esordito al Messaggero di Roma, poi a La Stampa dove curava la rubrica “Taccuino”. Ha vinto prestigiosi premi di giornalismo.

Pochi mesi prima della sua morte (1982) scrisse una lettera all’onorevole Flaminio Piccoli, segretario della Democrazia Cristiana.

Ci sono alcuni passaggi che erano di attualità allora e lo sono oggi. C’è un preciso riferimento ai massoni e alla supposta congiura internazionale diretta a colpire il nobile partito di ispirazione cristiana.

“Non si può vietare ai giornalisti di guardare in faccia la realtà del Paese in cui viviamo – scriveva Gorresio – . Cristiani siamo tutti anche se non democristiani, quindi tacere non possumus come dice Sant’Agostino…; quando il suo vice, onorevole Ciriaco De Mita, dice ad un quotidiano a diffusione nazionale che il compito sub-istituzionale di enti pubblici come Iri, Eni, Italcasse e tutti gli altri, è quello di finanziare i partiti politici e le loro correnti, non ritiene caro onorevole Piccoli che egli faccia un’affermazione la quale col cristianesimo non ha niente a che fare?..

L’articolo conclude: “Sto dalla parte del governo anche se è democristiano, perché da onesto cittadino sto dalla parte della Costituzione, e per il nuovo anno il mio sincero augurio è che il partito di cui Ella è segretario politico nazionale cessi di sopraffare lo Stato e sovvertire la Costituzione”. Oggi, molti osservatori, guardano ad un altro schieramento che ha ereditato le “brutte abitudini” di ex democristiani ed ex socialisti, soprattutto e nelle cui file il dominio delle logge – a quanto pare anche di marchio P 3 – fa sentire tutto il suo peso, le sue rinnovate vecchie e nuove strategie. Gli interessi di pochi e il dominio dell’informazione di massa che consente un bieco populismo, da terzo mondo.

Leggi l’articolo che scrisse Vittorio Gorresio sul quotidiano La Stampa.

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