Villa Zanelli da pietra dello scandalo a oggetto del desiderio

VILLA ZANELLI
DA PIETRA DELLO SCANDALO
A OGGETTO DEL DESIDERIO

VILLA ZANELLI DA PIETRA DELLO SCANDALO
A OGGETTO DEL DESIDERIO

Dunque non passa ormai settimana senza che, nel bene e nel male, Villa Zanelli non faccia parlare di sé; e già questo, mi pare,  è un bel risultato per tutti i savonesi sensibili al fascino dello stile  Liberty e al recupero di quel capolavoro  architettonico e del suo parco lasciato delittuosamente  in stato di  abbandono da quasi un ventennio. E’ di giovedì, primo ottobre, la notizia che un imprenditore marchigiano è disposto a investire un milione e mezzo di euro per il restauro e per la trasformazione della villa in museo del Liberty; vedremo quali esiti avrà, se li avrà, questa offerta di acquisto alla società Arte Genova, a cui la Regione Liguria, come è tristemente noto, ha ceduto la proprietà del prezioso edificio. 


Ma l’avvenimento più clamoroso è accaduto la settimana scorsa, quando  il vicesindaco Livio Di Tullio è passato dalle parole (“Ripuliamo insieme il parco di Villa Zanelli”) ai fatti, così che nei giorni  25, 26 e 27, l’ultimo fine settimana di questo strano, imprevedibile  settembre pazzerello tra sole ancora estivo e ombra già autunnale, una cinquantina di volontari, tra cui lo stesso Di Tullio, hanno effettivamente ripulito il parco sul mare, e il risultato è ora sotto gli occhi di tutti: “L’impatto visivo è piacevole – annota Michele Costantini su La Stampa di martedì 29 settembre – . Il parco di Villa Zanelli, grazie all’intervento di questi giorni, non è stato semplicemente ripulito, ma riordinato e risanato. Sono stati infatti eliminati e potati alcuni alberi malati, diradate alcune piante e tagliate le siepi, come probabilmente non avveniva da lungo tempo.

A dirigere le operazioni i tecnici di Ata, che hanno lavorato a fianco della cooperativa Il Miglio Verde. Con loro anche tanti cittadini, che hanno voluto partecipare a questa iniziativa”. Insieme ai cittadini savonesi ( tra cui qualche assessore e qualche politico), che hanno risposto all’appello del vicesindaco erano presenti e collaboranti anche alcuni profughi ospitati dalla cooperativa Il Faggio e da Arci Media.


 “Per gli organizzatori – come si legge sul giornale online Radio Savona Sound News di mercoledì 30 settembre – si è trattato di un bell’esempio di integrazione e conoscenza reciproca. Variegata la compagine dei ragazzi immigrati; tra loro anche molti esperti in pratiche di pulizia e giardinaggio che hanno portato il loro bagaglio di esperienze al servizio dell’iniziativa. Ma al di là del lavoro svolto è stata un’occasione per conoscere persone  di cui spesso si sente solo parlare e che talvolta sono trattate con diffidenza o disprezzo. Soddisfatti dell’esperienza anche i dirigenti de Il Faggio. Per loro la pulizia  di Villa Zanelli è stata anche importante dal punto di vista simbolico poiché proprio dai volontari che 35 anni fa assistevano i malati di mente lì ospitati nacque la cooperativa”.Tutto bene quindi? Non si direbbe proprio, almeno secondo l’opinione, per esempio, della Creative Commons Community degli OSTinati Savonesi. Che cosa non convince  questi Ostinati, che hanno definito, sul loro blog, tutta l’operazione lanciata dal vicesindaco Di Tullio “Uno straordinario weekend di cinica ipocrisia”? Senza falsa modestia, gli Ostinati mettono in conto di “perdere oggi su Facebook sicuramente degli amici e di attirasi delle belle (?) critiche. Pazienza, ce ne faremo una ragione e poi, come dice il saggio: ‘Meglio pochi amici, ma buoni’ “.  Che cosa scriveranno mai  di tanto scandaloso i nostri Ostinati? Ecco: “Parliamo di Villa Zanelli, improvvisamente diventata dopo decenni di oblio la top star più gettonata della hit parade di questa estate. Così importante mediaticamente parlando, che i furbacchioni di turno, talmente a corto di qualsiasi argomento di un minimo di rilievo e alla disperata ricerca di idee, hanno nuovamente approfittato della situazione e grazie unicamente alla loro posizione ‘dominante’ hanno facilmente messo sull’attenti un po’ di fanti e hanno organizzato una bella sceneggiata”. Ma il parco della villa è stato ripulito sul serio o per finta? E la finalità era quella o un’altra non dichiarata perché inconfessabile e “vergognosa”? Secondo gli Ostinati (e secondo Andrea Melis e Milena Debenedetti del MoVimento5Stelle) il vero scopo dell’operazione è biecamente propagandistico e strumentale, prova ne sia la sua tempistica (la prossima primavera ci sono le elezioni amministrative) e il più che sospetto impiego (o meglio sfruttamento) di profughi per fini elettoralistici.

  

 Altro argomento che, secondo gli Ostinati e i militanti dei Cinque Stelle, inchioda Di Tullio – e il PD cittadino – alla sua presunta malafede è quello delle altre, “troppe situazioni di degrado della città non affrontate che ci fanno pensare così”; cioè che l’operazione pulizia del parco di Villa Zanelli sia uno specchietto per le allodole opportunisticamente usato per stornare l’attenzione dei savonesi dai problemi che la giunta Berruti non è in grado di risolvere (ma non basta l’opposizione di Sel,  dei Cinque Stelle e di Noi per Savona a tener viva l’attenzione su quelle situazioni critiche?). Infine,  l’argomento più curioso contro la partecipazione a quell’iniziativa è quello già sostenuto da Andrea Melis due domeniche fa: non è tanto l’iniziativa in sé che è criticabile e improponibile quanto chi se ne è fatto promotore, cioè un partito come il  PD, da cui non può, per definizione, venire niente di buono.

Si legga l’articolo di Milena Debenedetti su “Trucioli savonesi” di domenica scorsa “Il parco di Villa Zanelli e la demagogia improvvisa: dalla padella alla brace?”; la battagliera  militante del MoVimento, nonché consigliera comunale a Savona e autorevole “firma” di questa  rivista, dopo un excursus storico sul volontariato degli “angeli del fango” dall’alluvione di Firenze del ’70 ai milanesi che nella scorsa primavera hanno ripulito le vie della loro città “dopo le devastazioni dei presunti no Expo”,  arriva all’argomento in questione, e che cosa fa? Mette in rilievo la differenza tra i  volontari che hanno “ripulito, sistemato, attrezzato”  il sentiero che sale a N. S. degli Angeli, e che è stato dedicato recentemente alla Beata Chiara Luce Badano, e i volontari che hanno risposto all’appello del vicesindaco “Ripuliamo insieme il parco di Villa Zanelli”.

Gli uni sono un esempio “di buona volontà”, e dell’ ostinazione

“di chi non si arrende  contro tutti gli ostacoli”. Gli altri, invece, a suo giudizio, pur in buona fede, magari “aderiranno, entusiasti di poter finalmente fare qualcosa dopo decenni di abbandono di una villa che è nel cuore di molti…”, ma serviranno solo da portatori d’acqua (e di qualche  consenso) a quegli stessi “che hanno alimentato il degrado con l’indifferenza, che ne sono in qualche modo co-autori, come amministrazione cittadina”. E quindi  l’iniziativa del Comune andava lasciata cadere in attesa che il Movimento5Stelle vinca la prossime elezioni e prenda lui  le iniziative necessarie a risanare tutte le situazioni di degrado che affliggono la nostra città? E’ questa la tesi della consigliera Milena Debenedetti, oppure ho capito male?

  Fulvio Sguerso

LA RISPOSTA DI MILENA DEBENEDETTI (CONSIGLIERA COMUNALE DEL M5S)
E LA CONTROREPLICA DI FULVIO SGUERSO

Rispondo volentieri alla domanda del sig. Sguerso, dicendo che sì, decisamente ha capito male. E probabilmente non ci conosce neanche tanto bene. Perché noi ci stiamo già attivando, eccome. Altro che aspettare le elezioni.

Nel mio pezzo erano accennate  strategie alternative e a nostro parere di gran lunga migliori.

Non è né nelle nostre intenzioni, né nella nostra natura propendere per il tanto peggio tanto meglio, denigrare strumentalmente gli avversari,  basare tutto sulla protesta, promettere cose da realizzare dopo eventuali votazioni e nostra “salita” al potere. Non giochiamo cinicamente sulla pelle dei cittadini. Sulla nostra stessa pelle.

E’ invece nostra abitudine puntare concretamente al cuore di un problema e cercare le soluzioni condivise, dialogando con comitati e persone che si sono attivate in  proposito.

Cosa che, appunto, manca nell’iniziativa del PD e del vicesindaco. Perché la demagogia non sta nelle azioni, che possono anche apparire positive  in apparenza, ma nei tempi, modi e strumenti per realizzarle. 

Nel decidere arbitrariamente come fare, con piglio dittatoriale e sicurezza, prendendo in mano la situazione senza ascoltare nessuno. Nell’agire con grande strepito e clamore,  proprio in prossimità di appuntamenti elettorali, sfruttando le armi e gli strumenti che dovrebbero essere di tutti i cittadini, a vantaggio di una parte. Nell’entrare come elefanti in cristalleria. Nel ricordarsi improvvisamente di un parco e di una villa che giacciono tristemente abbandonati da anni e anni in attesa di speculazione, anche per precise colpe dell’amministrazione,  lo ribadisco eccome,  e certo che  lo ribadisco, e guarda caso proprio quando c’è interesse e fermento, anche fuori Savona, sull’argomento. Dopo aver permesso a suo tempo lo scempio di mezzo parco e della cancellata per un edificio.

Se questa non è una manovra strumentale,  demagogica, velleitaria, vorrei sapere cosa lo è.

Ricordiamo, tanto per cominciare (anche questo credo sfugga all’articolista) che tutta l’attività e l’agitarsi è iniziato dopo che, a seguito delle notizie apparse sui giornali relative all’interesse degli studiosi del liberty per la villa,  il nostro consigliere Melis ha presentato una interpellanza in Regione. Da lì le grandi manovre dell’assessore regionale Scajola, di Vaccarezza, di Di Tullio, e il tentativo di estrometterci rapidamente da qualsiasi decisione.

Cosa faremmo noi, se fossimo al governo della città, essendo  animati da buone intenzioni e buona fede e volontà di risolvere un problema e recuperare un bene, un tesoro dei cittadini?

La stessa cosa che stiamo facendo ora, pur nella nostra posizione di minoranza. E su questo, forse, il sig, Sguerso dovrebbe informarsi un po’ di più.

Abbiamo  le nostre proposte di buon senso, più pratiche ed efficienti. Non  esibizioni muscolari in giallo, e ricerca, tanto per cambiare, di nuovi spazi per l’onnipresente Ata, fino alla proposta allucinante di un centro sperimentale di compostaggio, quando ancora non è ben chiaro cosa si voglia fare della villa, e senza prendersi o pretendere impegni certi sul bene fondamentale in oggetto.

Per quanto riguarda il parco, come ho già accennato, diversi vivaisti si erano detti interessati a effettuare la pulizia subito, gratis, per puro volontariato. Non siamo noi, di sicuro, quelli che lasciano i beni pubblici nel degrado per propiziare soluzioni nefaste o peggio, per speculazioni elettorali.

Dialogare coi cittadini che stanno iniziando a raccogliere proposte per il recupero, il crowd funding,  la ricerca di enti o fondazioni d’appoggio, o che da anni si occupano, inascoltati, del bene in pericolo.

Partecipare e collaborare a pagine di informazione, riunioni, possibile organizzazione di convegni seri,  con studiosi ed esperti,

Su questo stiamo già lavorando e lavoreremo. Con buona volontà e impegno, senza troppa pubblicità. Per questo, forse, l’articolista non ne è al corrente e trae conclusioni affrettate e, mi si consenta, giusto un filino pregiudiziali. Mi creda, non siamo noi quelli che fanno vuota protesta e demagogia, ma altri.

Indipendentemente da potenziali risultati elettorali, che se arriveranno, saranno frutto di riconoscimento autentico e collaborazione dei cittadini.

E se non arriveranno, pazienza. Ci dispiacerà di più per questa città che continuerà a subire il dispotismo  di  un partito e dei suoi personaggi. E… sì, mi dispiace dirglielo, ma dopo cinque anni di esperienza ne sono convinta (per la verità lo dico da quando è nato il partito, in tempi non sospetti ante-grillini): nulla di buono può venire dal PD. Specie da questo PD. 

Milena Debenedetti

 

 

                    A PROPOSITO DELL’USO CORRETTO DELLE PAROLE             

(Risposta alla risposta di Milena Debenedetti a una domanda del sottoscritto)

 Gentile consigliera del MoVimento5stelle Milena Debenedetti, non avevo dubbi sul fatto che Lei cogliesse al balzo la domanda da me formulata in chiusura del mio ultimo intervento sul caso (un altro  casus belli tra maggioranza e opposizione

in Consiglio comunale) del recupero e della destinazione di Villa Zanelli e del suo parco, per rispondermi che sì, ho capito male, le Sue intenzioni essendo tutt’altre da quelle erroneamente attribuiteLe dal sottoscritto. Lei ha tenuto a ribadire la Sua estraneità a qualsiasi calcolo politico e a qualsiasi strategia propagandistica o d’immagine – come d’altronde è estraneo “per natura” a qualsiasi atteggiamento demagogico o populistico il MoVimento a cui Lei appartiene e a cui dedica, a quanto sembra,  le Sue migliori energie – , e, al tempo stesso, il Suo impegno volto esclusivamente al bene comune e non a vantaggio di una parte  piuttosto che di un’altra. Benissimo. E tuttavia, dal momento che Lei è giustamente attenta al peso delle parole (ma Le garantisco che il sottoscritto non lo è di meno), mi concederà di fare a mia volta alcune precisazioni terminologiche: Lei scrive “la demagogia non sta nelle azioni, che possono anche apparire positive, in apparenza, ma nei tempi modi e strumenti per realizzarle”; ora, nella fettispecie, demagogica non sarebbe l’azione in sé, cioè la pulitura del parco – giudicata necessaria anche dal Suo MoVimento – ( e infatti   demagogica sarebbe stata, se fosse rimasta una mera promessa o uno slogan propagandistico), ma la “furbata” di agire nel momento propizio, quando la villa è sotto i riflettori dei media, per farsi belli agli occhi della cittadinanza in vista delle prossime elezioni amministrative. Sì, ma in questo caso, dato che la pulizia del parco  è stata effettivamente  fatta, proprietà linguistica vorrebbe che la scelta dei tempi e dei modi si definisse “strategica” non demagogica. Inoltre, poniamo il caso che la pulitura del parco, invece che per iniziativa del Comune,  fosse stata messa in opera esclusivamente da volenterosi attivisti del MoVimento5stelle, mi spiega come potrebbe convincere gli avversari (o i concorrenti) che si  è trattato di una mera coincidenza involontaria, che l’azione è avvenuta solo perché buona in sé e senza secondi fini elettoralistici? Ma La capisco, sa, in questa società di lupi affamati anche le anime candide di innocenti pecorelle possono sembrare intente a perseguire solo i loro interessi di ovile. Ora vorrei cercare di spiegarLe da che cosa è stato originato il mio errore riguardo alla (s)corretta interpretazione dei motivi che L’hanno indotta a condannare senza appello l’iniziativa del vicesìndaco Di Tullio, e quindi a giudicare (mi dica anche qui se sbaglio) o “utili idioti” manipolati dai poteri forti comunali (leggi PD) o persone interessate in qualche modo all’operazione “pulitura del parco” per un qualche tornaconto privato o politico, i cittadini che hanno risposto all’appello del vicesindaco e si sono rimboccate le maniche. Vede, nella Sua articolessa di domenica scorsa, che prende le mosse dagli “angeli del fango” , “gli studenti  in gambali che pulivano i musei”, nella  Firenze alluvionata (nel ’66, prego,  non nel ’70!) Lei

lamenta che “non siamo più nel ’70 dei grandi ideali, delle speranze, dei libri di filosofia e delle poesie beat…Alla fine non si distingue più ciò che è giusto, spontaneo, disinteressato, semplice attivismo civico in buona fede e buona volontà, da ciò che è manipolato, strumentalizzato, propagandistico o distorto od opportunista”. Vero, ma non Si accorge che questa ambiguità è un rischio insito in ogni azione che si presenta come spontanea, disinteressata e senza fine di lucro (politico o economico che sia)?

Non per niente Lei

 sospetta secondi fini anche nei cittadini milanesi che hanno ripulito le strade devastate dai “presunti no Expo”. E’ vero, non è tutto oro quello che luccica, e Si chiede se è giusto che alcuni cittadini romani “guidati da Alessandro Gassman, puliscano una Roma lasciata al degrado da mafie e corruzione”, aggiungendo che “andrebbe bene, forse, come gesto simbolico, se subito dopo agitando le scope si assediassero i palazzi del potere, chiedendo a furor di popolo una vera ‘pulizia’ e cambiamento”. Come dire, non togliamo, per piacere, le castagne dal fuoco a chi amministra così male la città, non facciamo favori ai corrotti e ai corruttori, lasciamoli affondare nella loro merda…Per fortuna (o chissà, forse anche per merito di qualcuno) Savona non è come Roma. Un’ultima precisazione: Lei mi dà del disinformato circa i meriti del Suo MoVimento proprio riguardo alla questione del recupero e del restauro di Villa Zanelli. Ah, ma allora Lei ha un partito preso nei miei confronti se nemmeno Si degna di leggere quello che ho già scritto  sul tema “Salviamo Villa Zanelli”.  Infine, una nota ortografica: Liberty è un nome proprio, e vuole la maiuscola.

Fulvio Sguerso             

 

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