Viaggio in treno nel degrado

Viaggio in treno nel degrado
Biglietterie automatiche che non funzionano, sporcizia rifiuti abbandonati, strutture con ambienti in abbandono

 

Viaggio in treno nel degrado

Biglietterie automatiche che non funzionano, sporcizia rifiuti abbandonati, strutture con ambienti in abbandono

Stazione ferroviaria che vai, disservizio e degrado che trovi. La situazione in questo reportage de Il Letimbro è così un po’ ovunque: da Finale a Cogoleto passando per Savona non mancano sporcizia e cumuli di rifiuti. Tante le segnalazioni di residenti e pendolari che, o per vicinanza alle abitazioni o per spostamenti di lavoro, devono fare i conti tutti i giorni con una serie di contesti che a volte rasentano la soglia dell’accettabilità. Iniziamo da Savona Mongrifone, lo scalo ferroviario più importante della zona che abbiamo preso in considerazione per flusso di persone e numero di treni in partenza e in arrivo.

 

All’apparenza il quadro della situazione sembrerebbe dei più rosei: pannelli funzionali, locali tirati a lucido, bagni puliti (anche se a pagamento con una tariffa di 0,70 centesimi a utente).

D’altronde la ristrutturazione della stazione è recente: risale al 2009 e ha visto un investimento di circa 4 milioni di euro. L’intervento, su una superficie di 4300 metri quadrati, oltre a essere stato realizzato nel rispetto e nella valorizzazione dell’impianto originale ha di fatto migliorato le cose. Ma basta girare un angolo e la situazione cambia radicalmente. Nel parcheggio vicino al supermercato, ospitato al piano terra della stazione, vecchi materassi, tavole di legno e spazzatura la fanno da padrone un pò ovunque. Inoltre l’uscita secondaria che dà sul piazzale Aldo Moro, proprio sotto all’ufficio smistamento delle Poste, presenta alcuni pannelli mancanti, fili scoperti e sporcizia: il tutto dovuto alla scarsa manutenzione.

Altre lamentele sono invece sul fronte della sicurezza, soprattutto di notte quando la stazione è talvolta in balia di ubriachi. Un biglietto da visita non proprio lusinghiero per il nodo ferroviario più importante del savonese.

 Verso ponente il piccolo scalo di Quiliano-Vado, pur effettuando regolare servizio viaggiatori, sembra quasi deserto con gli ambienti un tempo adibiti a sala d’aspetto e biglietteria chiusi e abbandonati da tempo. Spostandoci invece nella vecchia stazione di Vado Ligure, oggi legata solo al traffico merci, le cose vanno pure peggio con muri neri, sporcizia negli angoli e lucchetti arrugginiti. L’assegnazione di uno spazio interno a un circolo culturale e altri locali occupati da due attività di ristorazione ha evitato conseguenze peggiori.

 

Migliori le condizioni delle stazioni di Spotorno-Noli e Finale Ligure dove i disservizi maggiori sono legati alle biglietterie automatiche, alcune delle quali talvolta non funzionanti. I pendolari hanno più volte scritto al Gruppo FS segnalando il disagio ma il problema puntualmente si ripete. Spostandoci verso il levante savonese i casi negativi non mancano. Ad Albisola Superiore la criticità più grossa è costituita dall’unica biglietteria automatica che per un guasto non accetta banconote e spiccioli, ma solo bancomat. . Quando il bar-biglietteria è chiuso è praticamente impossibile acquistare il biglietto, se non a bordo del treno. Sporcizia anche nelle salette d’attesa ai binari.

A Celle Ligure le condizioni della stazione sono accettabili anche se alcune pareti sono continuamente oggetto di graffitari e atti vandali ci. Situazione analoga a Cogoleto e nella vicina Varazze dove all’ingresso della stazione, nello spazio riservato ai taxi, fanno bella mostra undici vecchie sedie, tutte diverse, pronte ad accogliere chi attende l’arrivo del treno. Un arredo urbano “di cattivo gusto” segnalato più volte dagli abitanti al Comune che però non può far altro che passare la palla al Gruppo Ferrovie dello Stato.

Se le stazioni sulla costa piangono, quelle nell’immediato entroterra non ridono. È il caso di Maschio, scalo dismesso nel 2009, e di Santuario, fermata attiva, con sette treni al giorno sulla linea fra Savona e il Piemonte. Qui, al di là del piazzale antistante l’ingresso, pronto ad allagarsi ad ogni temporale, la situazione appare migliore che da altre parti e la saletta interna è pulita e accogliente. Una nota positiva che rischia di fare notizia in un contesto generale tutt’altro che roseo. E le Ferrovie cosa rispondono? Una soluzione parziale è stata trovata, almeno per le stazioni impresenziate, ossia quelle che non hanno più all’interno uffici e personale attivo .. È il caso ad esempio degli scali di Albisola, Celle, Spotorno e Santuario. Offrire una sede in concessione a titolo gratuito purché ci si occupi della manutenzione: questa la proposta lanciata dal Gruppo FS Italiane: la necessità di rimettere in sesto le strutture impresenziate dandole in gestione a realtà del territorio (associazioni di promozione culturale, enti no profit) si sposa col bisogno di queste ultime di avere un locale dove poter svolgere le proprie attività.

 

A livello nazionale i numeri parlano da soli. Sono quasi 1.700 gli immobili rimasti abbandonati perché non necessitano più di personale ferroviario. Da qui l’idea del Gruppo FS che ha pensato di concederle in comodato d’uso gratuito o in locazione, con il duplice scopo di non occuparsi più della manutenzione – che comporta comunque una spesa economica – e allo stesso tempo riqualificare il patrimonio immobiliare delle ferrovie. Una soluzione dettata dal buon senso che permette di custodire stazioni diversamente destinate al completo abbandono. Come abbiamo visto non tutte però hanno questa fortuna e allora resta sul tavolo la domanda: e alle altre chi ci pensa?

 ANDREA GHIAZZA  da IL LETIMBRO

 

 E’ in edicola il numero di dicembre

 

   

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