Valleggia ora produce anche lo zafferano

Non solo albicocche e vino quilianese:
VALLEGGIA NON SI ACCONTENTA:
ORA PRODUCE ANCHE LO ZAFFERANO

 
Non solo albicocche e vino quilianese:
Matteo Mascia punta sull’oro rosso, coltivandolo e creando una linea di prodotti
VALLEGGIA NON SI ACCONTENTA:
ORA PRODUCE ANCHE LO ZAFFERANO

 Nei secoli, è stata sempre una fra le spezie più preziose e affascinanti. Ora la produzione dello zafferano è diventata anche “made in Valleggia”. Non solo albicocche e vino pregiato: il territorio quilianese potrebbe essere ricordato in futuro anche per la produzione di questa rinomata spezia. Il merito è di Matteo Mascia giovane imprenditore agricolo che, da qualche anno, nell’azienda agricola “Il Corbezzolo” all’interno del Parco di San Pietro in Carpignano si occupa della coltivazione del cosiddetto “oro rosso”. Qui nulla è lasciato al caso: il tempo si è fermato per riscoprire antichi valori e tornare a valorizzare il territorio. La produzione di zafferano è diventata una vera e propria arte e dopo il periodo si semina ci si appresta a raccogliere i frutti del raccolto, o meglio, i fiori dal delicato e caratteristico colore violaceo. “Quella appena trascorsa è stata un’ottima annata con più di 60mila fiori raccolti per quasi mezzo chilo di zafferano puro in fili – spiega Matteo Mascia indicando i campi – i numeri possono sembrare bassi, ma così non è: basti pensare che per un grammo di zafferano sono necessari dai 120 ai 150 fiori circa”. Ma come si commercia lo zafferano?


 Anche in questo caso le curiosità non mancano. “La vendita avviene quasi esclusivamente in fili, fattore che costituisce una garanzia per l’acquirente in quanto la più comune polvere può essere tagliata facendo perdere alcune proprietà organo letti che di cui questa spezia è estremamente ricca – riprende il giovane imprenditore – inoltre le fasi della lavorazione sono effettuate a mano: dalla raccolta alla mondatura (pulitura) del fiore, alle pesate effettuate con il bilancino”. E sia la lunga lavorazione sia la bassa resa costituiscono i motivi per cui lo zafferano è una delle spezie più costose e ricercate sul mercato. Non è un caso che un grammo di zafferano abbia lo stesso valore di un grammo d’oro: da qui la definizione “oro rosso” con la quale si è soliti nominare questa spezia. Il progetto dell’azienda però non si ferma alla vendita del prodotto in sé, ma si spinge oltre con la vendita di prodotti aromatizzati allo zafferano come olio, miele e marmellate in un perfetto mix tra l’ottica imprenditoriale e quella artigianale.


“Il nostro obiettivo è riuscire a creare una linea di prodotti allo zafferano, curando ogni aspetto nel dettaglio, dalla coltivazione alla raffinazione per proseguire con la presentazione e la vendita – spiega Mascia – proprio perché viene chiamato oro rosso, vogliamo proporlo in una veste degna di tale definizione: non lo vendiamo in semplici ed economiche bustine, ma utilizziamo piccole ampolle e confezioni caratteristiche che possano dare quel valore aggiunto al prodotto in grado di fare la differenza”. Prodotti di qualità e a chilometro zero; talento imprenditoriale, riscoperta del territorio: resta da capire come si sia arrivati a coltivare le piante di zafferano in un territorio dove storicamente prosperano albicocchi, viti, cavoli e, soprattutto un tempo, chinotti.

“La nostra scelta è maturata da un semplice riflessione: la tradizione ligure è famosa per tante specialità gastronomiche, come il pesto, la farinata o la focaccia, ma totalmente priva di piatti che prevedano l’utilizzo dello zafferano per arricchirne ed esaltarne il sapore – sostiene Mascia – da qui l’idea che si è sviluppata nel tempo dopo alcuni tentativi per verificare quanto il clima e terreno fossero idoneo per una simile coltura”. Il resto è storia recente. Alla dolcezza delle albicocche di Valleggia ed al gusto deciso del Buzzetto quilianese si è così aggiunto il particolare sapore dello zafferano.

ANDREA GHIAZZA  da IL LETIMBRO

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