Uniti nella lotta

OPERAI E STUDENTI UNITI NELLA LOTTA
TROPPE RISORSE A FAVORE DEI PIU’ RICCHI 

OPERAI E STUDENTI UNITI NELLA LOTTA
TROPPE RISORSE A FAVORE DEI PIU’ RICCHI 
 

“Operai e studenti uniti nella lotta”: uno striscione apparso, nei giorni scorsi, al centro dei cortei che hanno attraversato Genova per protestare contro la cosiddetta “Riforma Gelmini” rispolverava uno dei più belli, importanti, slogan del’ 68.

Uno slogan che vorremmo mettere al centro, come parola d’ordine, dell’esigenza che sentiamo forte nel chiamare tutti i democratici a manifestare il loro sdegno, la loro indignazione in questo momento così difficile per il nostro Paese.

La controriforma dell’Università voluta dal centrodestra e approvata a larga maggioranza dal Senato e il diktat padronale, travestito da “accordo separato” incombente alla Fiat con l’obiettivo di distruggere il contratto nazionale di lavoro a partire dalla categoria più forte, quella dei meccanici, non chiudono certo questa stagione di lotte sociali.

Il nostro appello è perché si intensifichino le azioni di lotta e presto si arrivi a quello sciopero generale che appare necessario ed urgente.

La FIOM, i lavoratori Fiat non possono essere lasciati soli, come non possono essere lasciati soli gli studenti.

Non servono manovre di palazzo: occorre la forza dei lavoratori, degli studenti, dei pensionati, delle donne perché la politica ritrovi la strada maestra del suo agire in funzione dei bisogni collettivi e non degli arricchimenti individuali.

Ci troviamo al centro di una crisi economica, politica, culturale, morale di vastissime dimensioni che rappresenta, sicuramente, il riflesso di una crisi più generale, a livello globale, ma che presenta anche specificità italiane.

La pressione fiscale è arrivata al 43,5% gravando quasi completamente sugli stipendi e le pensioni (siamo ai livelli di Svezia e Danimarca…basterebbe comparare il livello di servizi per comprendere quanto il nostro Paese sia mal governato).

La società italiana appare squassata da un quindicennio di privazione progressiva della democrazia, di spostamento delle risorse a favore dei più ricchi e dei più forti, di vero e proprio impoverimento culturale e morale che si riflette nei comportamenti dei nostri governanti e nelle espressioni portate avanti dalla gran parte dei mezzi di comunicazione di massa, asserviti a quello che possiamo chiamare, a pieno titolo, un “Regime”.

Abbiamo scritto di “Regime” non a caso : l’estrema destra neo-fascista che governa l’Italia, per bocca di alcuni suoi esponenti particolarmente rappresentativi (Ministri, Capigruppo parlamentari) illustra idee di vera e propria repressione del movimento, assumendo toni allucinanti e avanzando proposte di “arresti preventivi” e di negazione del diritto costituzionale di manifestare.

Posizioni che debbono destare orrore in tutti i sinceri democratici, al di là delle diversità ideologiche e politiche, che vanno respinte fermamente.

Ribellarsi è giusto” e ribellarsi, in queste occasione, significa far avanzare (e non semplicemente difendere) la democrazia conquistata, a caro prezzo, dalle precedenti generazioni.

Operai e studenti rappresentano, ancora una volta, il meglio di questa società italiana: le loro battaglie per il lavoro, per la dignità civica, per scuola, università, ricerca non riservate a pochi eletti e pochi fortunati sono le battaglie giuste che vale la pena di combattere, accanto a quelle per l’ambiente, per l’integrazione dei cittadini stranieri, per il mantenimento dei servizi essenziali assediati dalle privatizzazioni.

L’approvazione della cosiddetta “Riforma Gelmini” non può fermare il movimento o farlo rifluire su posizioni meramente ribellistiche: occorre mettere, in campo, come in questi giorni, una grande capacità di proposta ed una volontà, che si è fortemente delineata, di progettare il futuro.

Si cerca di affermare una presunta “costituzione materiale” che non esiste, per soffocare la Costituzione reale che rimane per noi la stella polare: una stella polare, un riferimento da far vivere quotidianamente tra la gente, per affermare insieme la memoria e l’identità del nostro Paese.

Stiamo avviandoci , con ogni probabilità, verso una crisi politica dai contorni incerti e dagli esiti imprevedibili, certamente non risolta dal voto parlamentare del 14 Dicembre.

Le incognite sono pesanti.

E la Sinistra?

C’è poco da modificare, al riguardo del possibile giudizio sullo stato delle cose in atto, al riguardo da quanto già espresso nell’occasione della votazione della fiducia in Parlamento, lo scorso 14 Dicembre.

Verifichiamo una assenza di autonomia nell’elaborazione di un pensiero politico e, di conseguenza, emerge una difficoltà nel definire strategia e tattica: manca un soggetto politico adeguato, strutturato, organizzato, in grado di aggregare ed incidere socialmente e politicamente.

Sostituire questo soggetto, come pensa qualcuno, con l’ “uomo solo al comando”, omologo del “caudillo” del centrodestra, proprio mentre va in crisi il bipolarismo sarebbe davvero esiziale. Così come sarebbe altrettanto negativo tentare la via di alleanze improbabili.

Quanti credono ancora in una possibile presenza della sinistra, della sinistra che ha avuto origine dalle tradizioni ideologiche del ‘900 e che oggi (nella crisi del neoglobalismo) appaiono ancora ricche di elementi fondamentali per lo sviluppo di un adeguato pensiero politico e di una conseguente iniziativa politica, sono chiamati a riflettere con grande attenzione.

La prospettiva, adesso potrebbe essere quella elettorale ( non abbiamo affrontato il tema della legge elettorale, per ragioni di economia di spazio, ma sarà necessario farlo al più presto: soltanto in funzione di una modifica della legge elettorale potrebbe essere possibile progettare quella alleanza tipo CLN di cui si discute da tempo, ma anche al riguardo della quale pare assente una iniziativa politica adeguata): una prospettiva che con ogni probabilità sarà gestita, politicamente e mediaticamente, da questo governo.

Analizzare questa prospettiva confermando l’esigenza di un mutamento di rotta è il tema all’ordine del giorno per la ricostruzione di una presenza di sinistra in Italia.

Savona, 24 Dicembre 2010                                             Franco Astengo

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