Rimetti a noi i nostri debiti

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI

(Una risposta all’amico Pellifroni)

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI

(Una risposta all’amico Pellifroni)


Caro Marco, il tuo commento al mio dialogo immaginario con Matteo Salvini non voglio lasciarlo cadere,  merita senz’altro una risposta. La materia, pur concernendo la nostra vita quotidiana, è tecnica e specialistica e tu, in fatto di credito, di moneta, di  interessi, di capitali mobili, di criptovalute,  di sistema bancario pubblico e privato e di signoraggio ne sai certamente più di me; ragione per cui ho qualche difficoltà a seguire i tuoi argomenti tecnici a sostegno degli ormai famosi mini-bot ideati dal deputato leghista Claudio Borghi che, nella sua precedente vita, ha subito una multa per irregolarità nell’amministrazione di una banca e ora è il braccio destro finanziario di Salvini, pur senza incarichi di governo. Questo per dire che mi trovo nella classica situazione del profano davanti all’esperto e, come tutti i profani, è costretto a fidarsi di qualche riconosciuta autorità in materia. Ora, tra la discutibile e discussa autorità di Borghi (and friends) e la indiscussa autorità internazionale di Mario Draghi, se permetti, io scelgo Draghi. Bene, che cosa dice Draghi dei mini-bot? Lo sai meglio di me: “o sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale. Non credo che ci sia una terza possibilità. Inoltre la lettura che le persone e i mercati danno di questi mini-bot non sembra essere molto positiva” . Di qui anche la contrarietà del ministro dell’Economie e delle Finanze Giovanni Tria e i dubbi dello stesso Presidente del Consiglio Conte, per non parlare delle preoccupazioni del Colle. E allora, di nuovo: dobbiamo considerare Draghi, Tria, Conte, Mattarella   incompetenti e irresponsabili oppure, come sostengono i fautori  dell’Italexit,  servi della Bce e di Bruxelles, del turbocapitalismo globale, quindi funzionari del sistema oppressivo criminalmafioso  affamatore dei popoli e causa prima delle migrazioni che tanto spaventano i nuovi patrioti e i poveri di casa nostra? Ma, lasciando per un momento da parte questa “dotta disputa” (come direbbe l’ineffabile Azzeccagarbugli manzoniano) qualche domandina ce la dobbiamo comunque porre: conviene all’Italia sfidare i diciotto Paesi dell’eurozona, sola contro tutti? Siamo sicuri di scongiurare, con questo atteggiamento, le sanzioni pecuniarie teoricamente previste nella procedura legale per deficit eccessivo? E’ proprio il caso di impensierire chi investe soldi nel Tesoro italiano annunciando che si contrarranno altri debiti per saldare i debiti precedenti? Le difficoltà della Brexit non ci hanno insegnato niente? Siamo sicuri che, una volta tornati a stampare moneta nazionale, non riaccenderemmo una spirale inflattiva fuori controllo? Ma tu, se ho ben compreso, non temi nessuno di questi pericoli, dal momento che consideri l’attuale sistema il maggior danno e prima ce ne liberiamo meglio è. Per carità, Marx, ne Il Capitale spiega come non possa esserci accumulazione capitalistica e plusvalore senza lo sfruttamento del lavoratore che vende (aliena) la sua forza lavoro a chi possiede i mezzi (le macchine) di produzione, cioè il capitalista. Quindi, se il sistema capitalistico è basato sul plusvalore e questo deriva dello sfruttamento dei lavoratori, per eliminare lo sfruttamento non rimane altro che eliminare il capitalismo. Bene, chi lo eliminerà? Per Marx saranno i lavoratori stessi, la “classe operaia”, che, presa coscienza dell’alienazione o sottrazione del loro lavoro da parte del capitalista, si riapproprieranno di quello che è loro, cioè del lavoro e dei prodotti del loro lavoro (Proletari di tutto il mondo, unitevi!). Semplice, no? Peccato che sia stato, nella realtà storica, il capitalismo, con l’aiuto della socialdemocrazia,  a dividere e infine a eliminare la classe operaia in quanto classe, trasformando gli operai in tanti piccoli borghesi intenti solo a rivendicazioni salariali con tanti saluti alla rivoluzione politica e alla fine dello sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo. D’altronde dove si trova oggi il “soggetto rivoluzionario”  in grado di abbattere e sostituire questo sistema oppressivo delle lobby finanziarie che prospera nelle società liberali e solo formalmente democratiche che, come tu dici, “affamano i popoli”? La Lega di Salvini? Il Movimento Cinque Stelle? I Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni? CasaPound? Forza Nuova? Lealtà e Azione? Gruppetti vari antisistema? Tu stesso insieme con il tuo maestro Marco Della Luna, l’economista  Micalizzi, l’avvocato sovranista Palma, e, già che ci siamo, il docente livornese di filosofia in pensione che intende dare ogni domenica , sembra, la linea politica a Trucioli savonesi e con il quale ti intendi a meraviglia? Mi dirai, sempre meglio che essere politically correct e allineati al pensiero unico dominante come te. Alt, prima bisogna definire cos’è il pensiero unico  dominante: una sua nota caratteristica è il paradigma duale dell’aut aut che divide la realtà, i sentimenti, il mondo, il pensiero stesso in una serie di dicotomie e di opposizioni inconciliabili: o bianco o nero, o corretto o sbagliato, o sì o no, o con me o contro di me, o bello o brutto, o amico o nemico, o si ama o si odia (riguardo a questa opposizione, vorrei precisare che io non odio nessuno; questo non vuol dire che non ci sia una lontananza siderale tra me e un politico come Matteo Salvini) e  così via. Un’altra caratteristica è quella della asserita mancanza di alternative al sistema economico e politico vigente in Occidente, che possiamo definire capitalista, liberale e democratico-parlamentare con qualche differenza tra i vari Stati della stessa Unione europea (si pensi solo alla cosiddetta “democrazia illiberale” di Orban), e il primato  dell’ economia sulla politica; questo significa che  il potere reale è quello del denaro e la politica è l’ancella del capitale, delle banche e dei mercati. Esiste un’alternativa a questo sistema? Certo, una, per esempio, è il comunismo cinese in cui il capitalismo è di Stato; un’altra è la monarchia islamica saudita, un’altra ancora è la teocrazia iraniana degli  ayatollah, un’altra alternativa è la repubblica federale presidenziale russa…Quanto alla mia scelta di campo, come è ormai chiaro, è l’Europa, ma riformata in senso federale, un’Europa politica e non solo economica, altrimenti addio Unione. Ma se tu, insieme agli altri nominati sopra, ritieni che questa Europa sia irriformabile e la cosa migliore da fare sia ritornare alle nazioni e ai nazionalismi che già hanno dilaniato il Vecchio Continente, sai cosa ti dico: forza Marco, hasta la victoria siempre!

  FULVIO SGUERSO 

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