UNA POESIA FULVIO SGUERSO

Una breve pesia sulla trasformazione ambientale e paesaggistica
DE ME FABULA

 

 

DE ME FABULA

I miei paesaggi nativi

hanno  i colori cangianti del mare,

delle colline liguri e dei crinali

tra Langhe e Monferrato quando

l’estate declina verso le nebbie

autunnali e ogni casolare odora

di vino novello di cena, di fascine

bruciate nel camino o nel forno

per il buon pane quotidiano.

Le vie cittadine avevano di bello

il fondale azzurrino dei monti,

e, nei giorni di pioggia, i portici

risonanti di voci dialettali dove

incontravi gli amici o i compagni.

Poi, per l’intensificarsi dei traffici,

per la speculazione edilizia selvaggia,

per il  continuo flusso dei messaggi

pubblicitari, per il potere ipnotico

dei media, per la rincorsa al benessere

e all’avere, per l’omologazione

culturale e la riduzione degli esseri

umani a clienti e consumatori

di prodotti sempre nuovi,

quell’odore antico di paese e di casa

materna si è perso

negli anonimi non-luoghi

della postmodernità.

 

 

FULVIO SGUERSO

 

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