Una funesta previsione

 

Un articolo scritto nel luglio 2008  che suonava proprio come una funesta previsione dei fatti che stanno accadendo ora.
AMMALARSI NEI TERMINI DI LEGGE

Un articolo scritto nel luglio 2008  che suonava proprio come una funesta previsione dei fatti che stanno accadendo ora.
AMMALARSI NEI TERMINI DI LEGGE

 

Savona 19 luglio 2008 
PROGRESSO E PRINCIPI
Ormai si sostiene ovunque che lo “sviluppo”, i posti di lavoro, la crescita economica, non possa passare sopra valori come la SALUTE DEI CITTADINI, la tutela del nostro futuro e quello dei nostri bambini:

valori che a parole appaiono irrinunciabili, soprattutto per i politici a caccia di consensi, quando, con ritrovata quanto insperata saggezza si assimila tutto ciò al PROGRESSO vero e proprio di un Paese, di una Nazione.

I progetti architettonici, anche quelli più aberranti sono, così, accompagnati sempre più spesso dall’appellativo: ecocompatibile.

Questo espediente abusato, ormai anche nella provincia di Savona da chi, l’eco compatibilità, sa di doverla sfruttare per acquisire qualità, secondo la legge con certificazioni spesso svuotate dai veri significati. Certificazioni sempre apprezzate per essere convenienti lasciapassare per agevolazioni in assenza delle quali, sarebbe difficile ottenere.

Con le certificazioni e la falsa eco compatibilità si rende più digeribile anche un progetto dannoso al territorio e falsamente utile ai cittadini di Vado e dintorni come la piattaforma Maerks; si apre la strada a un deleterio potenziamento della centrale a carbone da aggiungersi all’attuale, pericolosamente dannosa, ma puntualmente certificata. 

Oggi più che mai, dobbiamo riconoscere, che non esiste progresso in una Nazione e in un Paese che rinuncia al diritto alla salute, che maschera e nasconde dati e veri pericoli per avvallare future scelte progettuali.

Che analizza parzialmente, maschera e minimizza dati ambientali, per giustificare decisioni non prese. Decisioni coraggiose e urgenti, attese da chi ci amministra, segnali concreti sulla presa di coscienza della preoccupante situazione, frutto di analisi sul nostro territorio puntualmente e pubblicamente segnalate da oncoematologi ed epidemiologi. 

L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO  A SAVONA  

A Savona battersi per una città sostenibile sembra quasi impossibile, anche quando il problema è gravoso come l’inquinamento atmosferico.

Le analisi commissionate dalle Amministrazioni all’ARPAL, di cui abbiamo avuto notizia sui quotidiani, sembrano rifare il verso a un personaggio del film di Benigni, Jonny Stecchino. Lo zio mafioso, facendo un’analisi “omertosa” sulla più grave piaga che attanaglia Palermo, sostiene che questa sia il traffico, le troppe macchine.

A Savona chiedere a gran voce una politica di disinquinamento atmosferico, sembra quasi impossibile, perché significherebbe chiedere un cambio di direzione:

-circa il carico insediativo determinato dalla dissennata cementificazione del centro cittadino e delle cittadine del litorale savonese;

– circa i nuovi e massicci insediamenti industriali nella rada di Vado, che andrebbero ad aumentare in modo esponenziale il trasporto su gomma  anche a Savona e nel litorale;

– circa l’inversione di tendenza sulla politica energetica limitata alle centrali termoelettriche, senza alcun incentivo e studio di fonti alternative;

-circa la soluzione di annosi problemi sulla viabilità cittadina, veicolare, pedonale e ciclabile e di collegamento con Vado e soprattutto le Albissole.

 Quando ci rendiamo conto, però, di come il problema dell’inquinamento atmosferico si ripercuota sulla salute dei bambini, allora diventiamo coscienti di come non si possano rimandare decisioni già tardive, anche solo prendendo atto dei livelli di benzene riscontrati dall’Arpal.

Se simuliamo la passeggiata di un bambino di cinque mesi nel centro di Savona, come se durasse tre ore, con la concentrazione di inquinanti che avrebbe respirato, i risultati sono spaventosi.

Tra gli effetti immediati ci sarebbero: un abbassamento della vista e l’alterazione delle funzioni psicomotorie, a lungo termine l’aumento di bronchiti, fenomeni asmatici e allergici, fino ad arrivare a una maggiore vulnerabilità cancerogena.

Agli stessi rischi, in percentuale, è esposto un adulto.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede, inoltre, nelle popolazioni, proprio a causa del benzene dei motori, un aumento dei casi di leucemia.

Se si somma l’inquinamento, non approfondito dall’analisi compiuta, che la centrale termoelettrica di Vado diffonde anche su Savona, le Albissole, Celle, Varazze, Spotorno, Noli e la Val Bormida allora il problema diventa  veramente grave, così come l’Ordine dei Medici di Savona denuncia ormai a gran voce.

LA CENTRALE E L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO A VADO 

La centrale termoelettrica di Vado, ex Enel, oggi Tirreno Power ha una storia ormai decennale, interrotta nel 1998, quando i Comuni di Vado e Quiliano ne chiedono il depotenziamento e la metanizzazione. La richiesta deve essere stata fatta con poca convinzione o per scopi elettorali, perché per tutta risposta l’Enel non solo porta più carbone, ma potenzia l’impianto disattendendo il contenuto di una Convenzione del 1993, firmata con l’allora Ministro Bersani, che ne prevedeva il divieto e l’abbattimento di una ciminiera.

Oggi, come denunciano, gli attivisti del MODA le ciminiere sono addirittura quattro e l’attuale gestore, la Tirreno Power, ne chiede l’ulteriore potenziamento, senza fornire spiegazioni credibili sulla reale necessità.

Cosa hanno fatto i Sindaci che si sono succeduti a Vado e Quiliano in tutti questi anni? Succubi di una superata politica energetica e industriale, hanno svenduto la salute dei cittadini, in cambio di non si sa quale sviluppo e non si sa quanti posti di lavoro.

Hanno la coscienza a posto il Sindacato e i Partiti della sinistra che, a Vado e Quiliano, da sempre hanno avuto garantita la fiducia elettorale, comportandosi invece come una “casta inamovibile” che fa, disfa e ricompone le Giunte Comunali, soprattutto quando, in un Referendum, la volontà del popolo rompe gli equilibri di potere ?

 La centrale, però, sembra attirare l’attenzione anche del centro-destra, pronto a conquistare un’altra fetta di potere locale. Così sulla Stampa del 17 aprile il Senatore Orsi, di fresca elezione, si preoccupa immediatamente di garantire il suo appoggio all’ampliamento della centrale, aggiungendo “ solo se questo vorrà dire diminuire le emissioni e aumentare la produttività”, senza accorgersi della tragica contraddizione.

Nello stesso articolo il Sindaco Giacobbe, rompeva la tradizione dei suoi predecessori, forse a causa dei “tristi” risultati elettorali e dichiarava di essere scettico sull’impiego del carbone, raccomandando, prima di parlare di ampliamento, la soluzione dei problemi attuali.

I problemi attuali sono figli del malgoverno di ieri, anche del suo predecessore, collega di partito, oggi Assessore Provinciale Peluffo, con il quale egli ha gestito anche l’impopolare progetto” Piattaforma” con trasformismi e decisioni antidemocratiche.

I DATI E LE SOSTANZE

 Pochi giorni fa, sulle pagine dei quotidiani locali, i dati dell’ARPAL, rassicuranti e tranquillizzatori, sostengono che tutto è nei limiti di legge.

I risultati che, come sostiene il direttore,dott. Peverello, sono accessibili a tutti i cittadini, sono frutto del rilevamento di otto centraline e di uno studio incompleto sul territorio,dove le polveri analizzate sono soprattutto le PM10 e dove le PM2,5 sono state rilevate solo su alcune zone.

Purtroppo le sostanze inquinanti di una centrale si muovono a centinaia di chilometri dal punto di emissione e non esistono “aree vergini”. Il formarsi di solfati e di ossidi di zolfo emessi dalle ciminiere più alte può avvenire fino a 300 Km e appena 12 ore dopo l’emissione.(Guidelines for air quality-Who Geneva,1999)

Tra le sostanze inquinanti emesse da una centrale a carbone, 55 possono interferire con lo sviluppo del cervello e sul sistema nervoso, di queste  24 sono cancerogene. Tutto questo a quali limiti di legge deve rapportarsi e soprattutto riferendosi ai bambini e le gestanti, a quali parametri bisogna riferirci?

Dopo un lungo periodo anche l’Istituto Tumori di Genova, altro Ente Pubblico, sovvenzionato con i soldi dei cittadini, incaricato sull’indagine epidemiologica e sulla mortalità, ci conforta con dati che, nei limiti di legge, producono un numero di morti compatibile con le altre Regioni.

Il Dott. Franceschi che possiede dati certamente più completi, denuncia da tempo risultati diversi di una ricerca molto più approfondita e giudica, con  ragione,ricerche di questo genere inutili e fuorvianti, anche perché condotte senza consultare i Medici che da tempo lavorano sul territorio.

Ritorna attuale, l’allarme che la dott.ssa Gentilini al Convegno promosso dall’Associazione”Uniti per la Salute”, lanciò. L’oncoematologa ci parlò di una “pandemia silenziosa” dove malformazioni su feti e bambini, patologie neurologiche, forme tumorali e altre malattie respiratorie e ischemiche a carico del cuore oggi, curate opportunamente, possano diventare croniche, vere “maledizioni” colle quali convivere.

Le morti per cause ambientali sono, a volte, lente e non è detto che si muoia, ma l’indagine sulla qualità della nostra vita, chi la commissiona e a chi?

Basta parlare con i Medici, chirurghi e oncologi, che lavorano negli Ospedali  della Provincia per avere preoccupanti informazioni sull’aumento delle persone in cura per patologie tumorali.

Persone che, se non sono morte, convivono con quella malefica realtà che, può essere superata, come può tornare a infierire.

In quale indagine sono contemplate queste persone? Eppure quasi tutte le famiglie del Savonese hanno almeno un componente che è stato o è parte della “pandemia” , ma sembra che l’IST non lo conosca.

Siamo in un’emergenza, ma i dati ci confortano perché se ci ammaliamo o se ci muore un congiunto o un amico sarà nei limiti di legge, nella norma.
 


Giovanni Gosio

LA TIRRENO POWER 

Si sente rassicurato anche il Direttore Generale della Tirreno Power, Giovanni Gosio che parlando anche lui di situazione savonese nella norma, nota anche un miglioramento che finalmente libera il campo dalle voci che sollevano solo “onde emozionali”.

Franca Guelfi, combattiva consigliera di Vivere Vado, dichiara il suo stupore per la presenza della Tirreno Power al Convegno della Provincia, “visto che la centrale non era citata nello studio”, uno studio che i vertici della Tirreno difende come “unico studio scientifico basato su studi precisi”.


Visto che la Tirreno Power e l’ARPAL, difendono la scientificità dei dati
e la loro trasparenza; visto che quest’ultima a detta dello stesso Direttore è preposta a sorvegliare lo stato delle emissioni industriali del territorio savonese; visto che la centrale il 17/06/2004 ha ricevuto la certificazione EMAS per un elevato livello di sensibilità ambientale ed è il primo impianto in Liguria ad avere la certificazione ISO 14001;

sarebbe un atto di lealtà e correttezza verso i cittadini, che queste analisi finanziano, pubblicare i dati relativi alla periodica sorveglianza prevista per legge proprio per il rispetto dei parametri dettate dalle certificazioni stesse.

    AMBIENTALISMO O VOGLIA DI CITTADINANZA?  

 La voglia di trasparenza, di partecipazione e di democrazia muove anche a Savona e a Vado i Comitati e il movimento è ormai inarrestabile, proprio perché i cittadini che li animano hanno ben presente che la salute deve essere sopra ogni interesse economico.

La mobilitazione di Associazioni e gruppi come: “Uniti per la salute”, “Vivere Vado”, “MODA”, e molti altri che animano Vado e Quiliano, sostenuti da medici, professionisti, studiosi e scienziati, ha un unico obbiettivo: COMBATTERE UNA VISIONE SVILUPPISTA pretestuosa a scapito della qualità della vita.

Quando si partecipa alle loro iniziative non si incontrano ”beceri ambientalisti”, come una volta li chiamò il Presidente dell’Autorità Portuale, ma si incontrano capifamiglia, donne, anziani, giovani che hanno compreso che chi motiva con lo sviluppo economico la necessità di portare avanti i propri progetti, fa leva soprattutto sui bisogni della gente.

Facendo leva sulla mancanza dei posti di lavoro, si riesce a rendere credibile anche l’intervento più inutile. Quale cittadino non vorrebbe un’inversione di tendenza e vedere i propri figli trovare un posto di lavoro senza emigrare?

Così succede che, paradossalmente, proprio coloro che si sono resi responsabili dello stallo occupazionale ormai fisiologico e del crollo industriale nel savonese, forniscono la cura propinando l’ennesimo danno ecologico.

La gente, però, ha capito che mentre il degrado ambientale aumenta a livelli inconcepibili e i vadesi sanno di averlo pagato sulla loro pelle, il progresso autentico stagna e il guadagno è e sarà sempre per pochi.

I cittadini, fuori dai partiti, stanno aprendo una nuova stagione politica e culturale e nell’inadeguatezza delle forze politiche stanno facendo la differenza.

I cittadini e i movimenti non perdono  credibilità, come sostiene chi è al potere, perché hanno finalmente capito che il prezzo da pagare è imparagonabile ai dividendi immaginari del fantomatico sviluppo e i beneficiari e le vittime spesso non sono le stesse persone.

Lo sviluppo oggi è una guerra economica dove si perpetra il saccheggio continuo dell’ambiente e del vero benessere della gente.

A Vado e a Savona, la presa di coscienza dei danni provocati dallo “sviluppo” impone ormai di aspirare a una migliore qualità di vita, a un vero progresso, alla richiesta di un diritto di cittadinanza.

Non miraggi, non falsi miracoli, ma diritto alla vita, non solo biologica, ma culturale e rispettosa dell’uomo.

   ANTONIA BRIUGLIA  Articolo comparso sul Ponente n.3 del 9agosto 2008  

La centrale Tirreno power

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