Una faina a guardia del pollaio

UNA FAINA A GUARDIA
DEL POLLAIO

UNA FAINA A GUARDIA DEL POLLAIO

 Questo motto dipinge efficacemente la situazione in cui questo governo ci ha precipitati. 

Il popolo italiano è ormai paragonabile ad un allevamento zootecnico, dove il potere (la faina) dispone liberamente della nostra vita, privandoci dapprima della nostra libertà di movimento e di protesta, poi spennandoci economicamente fino al collasso.

Con la politica degli annunci, cui non seguono minimamente i fatti, il governo ha trasformato l’Italia in una democrazia di stampo cinese e in un’economia di stampo greco, come giustamente le ha definite Valerio Malvezzi. [VEDI]

 

Il governo Conte: sta rovinando l’Italia per salvare sè stesso. Sul suo stendardo:

FINCHÈ C’È VIRUS C’È SPERANZA

 

Il governo Conte mi sta portando a riconsiderare le mie posizioni a favore del pubblico, supposto operare senza fini di lucro, per il benessere e la prosperità dei cittadini, di contro al privato che, legittimamente, opera per il profitto ed è soggetto al pubblico per frenare comportamenti illegali e volti all’arricchimento a spese dell’ambiente e della società.

Affinché questa mia visione schematica abbia valore bisogna che l’apparato pubblico non sia composto da una cricca di persone tese soltanto a rimanere padrone delle leve del potere per condurre il popolo in direzione opposta alla sua prosperità, seminando paura e miseria.

In sostanza noi oggi abbiamo un governo che sta dimostrando tutta la sua pochezza, dapprima in termini di misure realmente necessarie a frenare un contagio di natura nuova e mutabile, e poi nel mancato sostentamento di un’economia con l’immissione di fondi a perdere alle aziende, soprattutto medio-piccole, e alle famiglie. Affermazione talmente evidente, ormai, da sembrare persino banale. Non sto a ripetermi, col rischio di ridondanza, perorando la creazione di moneta di emergenza, valida per la sola Italia, o l’emissione di titoli di Stato a tasso zero virgola e scadenza illimitata, in pratica come denaro contante. Non hanno mai emesso così pochi nuovi titoli di Stato come nei 3 mesi precedenti; viene spontaneo dire “per rendere il MES inevitabile”. 

[VEDI]

 

 Quando sento la frase “Ogni disgrazia offre anche nuove opportunità”, penso a vuoti slogan ottimistici stile “bicchiere mezzo pieno”. Echi della famosa battuta di Pozzetto “La situazione è tragica, ma ci sono OTTIME PROSPETTIVE PER IL FUTURO”. Sic! Ditelo agli “inattivi”: partite Iva lasciate a secco, cassintegrati in trepida attesa…

  

 I fantastiliardi di cui Conte si sciacqua la bocca ogni volta che appare in TV sono tutti soggetti alle famigerate condizionalità: le chiamano riforme, ossia tagli su tutto, dalle pensioni alla spesa sociale, e pioggia di tasse e patrimoniali. Insomma vogliono svendere la nostra libertà, la nostra economia in cambio di qualcosa che non arriverà se non con le solite e ormai arcinote clausole: austerità, il contrario di ciò che ci serve. La Grecia è lì a testimoniare quanto sono “amorevoli” le banche e le “nazioni del Nord”, più la Francia.

I tre poteri dello Stato, legislativo, esecutivo e giudiziario sono andati reciprocamente alla deriva, ciascuno in estenuanti conflitti con gli altri due.

Quindi, il governo non sta facendo il suo dovere, sostituendolo con roboanti e -queste sì- ridondanti conferenze stampa del premier, piene di promesse, puntualmente disattese. E lanciando continui allarmi su un virus ormai morto, perché s’è reso ben conto che il Covid-19 è il suo più prezioso alleato per allungarne la durata: lunga vita al Coronavirus!

Il Parlamento è in mano ad un nutrito stuolo di voltagabbana, anch’essi interessati solo a mantenere il più a lungo possibile i propri privilegi, guardando con timore al mondo dal quale la fortuna li ha sottratti e nel quale tremano al solo pensiero di ritornarvi; e quindi pronti a votare qualsiasi porcheria, in cambio della propria salvezza.

La magistratura non sembra più essere un organo indipendente, preda com’è di correnti politiche che non ne garantiscono più l’imparzialità. E una magistratura senza imparzialità è una contraddizione in termini, un ossimoro.

 

Duccio di Buoninsegna: Ponzio Pilato ”se ne lava le mani”. Un gesto ormai simbolico di chi rifugge da ogni responsabilità. L’uomo del Colle ritiene “non affar suo” ciò che fa il governo. E il suo è silenzio assenso

 

Quanto all’organo supremo, garante di giustizia e osservanza della Costituzione, cioè il Capo dello Stato, sembra la reincarnazione di Ponzio Pilato, in quanto non interferisce nelle azioni di un governo non più espressione del popolo, ma frutto di accordi sottobanco e in smaccato conflitto di interessi con quelli del popolo italiano. Dal Colle solo bei discorsi di circostanza, che non incidono minimamente sulla vita reale del Paese. Quanto al governo, non luogo a procedere: gli va bene così.

 

Immagine ripresa da [VEDI]. Altro che ripartenza: per partite Iva, commercianti, artigiani il presente è amaro, e il futuro è a tinte ancora più fosche. La GdF controlli i numeri degli scontrini e constaterà che l’evasione fiscale non c’è più, perché non c’è più niente da evadere. Ottimo risultato!

 

Se, invece di fare viaggi propagandistici, con i cordoni di polizia a separarli dalla gente, lorsignori facessero qualche giro a piedi, in incognito, favoriti dalla mascherina, e parlassero con la gente, i negozianti, i nuovi disoccupati, eufemisticamente chiamati oggi “inattivi”, si accorgerebbero che il fattore tempo è essenziale, perché siamo in apnea monetaria da troppo tempo e moriremo cammin facendo. Conte, Mattarella, parlamentari 5S e PD, venite a fare un giro a Savona, prendete un caffè, del pane, un capo d’abbigliamento; poi controllate quegli scontrini cui tanto tenete, e contate quanti ne sono stati emessi. I negozianti li stampano tutti, per non sembrare ancora più poveri di quanto già sono. L’evasione fiscale è sparita, perché sono tutti in rosso e non c’è più niente da evadere. Siete contenti? Quanto all’ossessiva lotta al contante, criticata dalla stessa BCE, chiedete ai mafiosi quanto contante usano per i loro loschi affari. 

Ciò detto, che altro mi resta da dire? Mi sembra di sprecare fiato e inchiostro. Per cui, è meglio che mi taccia e lasci la parola a quell’acuto critico economico e politico che è Marco Della Luna, il cui articolo odierno fornisce la prosecuzione di queste mie sconsolate righe. [VEDI]

     Marco Giacinto Pellifroni  7 giugno 2020 

 

 

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