Un netto NO ….

Un netto NO per difendere la Libertà
Un netto NO alla Arroganza e alle bugie.
Un netto NO per poter sperare di uscire da questo tunnel infernale in cui il PD ci ha portato.

Un netto NO per difendere la Libertà
Un netto NO alla Arroganza e alle bugie.
Un netto NO per poter sperare di uscire da questo tunnel infernale in cui il PD ci ha portato.

 Il 24 aprile 1945 mio padre e altri compagni riuscivano a liberare Savona prima dell’arrivo degli alleati, cacciando dalla città le forze fasciste, dopo una resistenza durata svariati mesi, durante la quale parecchi compagni di mio padre avevano perduto la vita per il loro ideale di libertà, quella libertà che per vent’anni il regime fascista aveva negato agli italiani.


Vent’anni prima, Mussolini cambiava la legge elettorale e lo Statuto Albertino, concentrando su se stesso il potere esecutivo, legislativo e giudiziario, con la scusa che lui rappresentava la stabilità, quella presunta stabilità necessaria al Paese per progredire.

Anni fa, avendo investito in una attività turistica in Venezuela, ho assistito all’ascesa del regime comunista di Hugo Chavez in quel Paese; anche in questo caso Chavez, dopo aver vinto le elezioni per un pugno  di voti,  ha subito cambiato la Costituzione in senso centralista  e a suo favore per instaurare il regime così detto “bolivoriano”, sempre in nome della  presunta stabilità e dello sviluppo.


La storia ci ha insegnato come è finita in Italia e la cronaca dei giorni nostri ci sta raccontando la fine del Venezuela (potete immaginare le fine del mio investimento!) dove, proprio in questi giorni, stanno organizzando corridoi umanitari, perché in uno dei Paesi più ricchi al mondo, oltre alla enorme crescita della criminalità comune, manca il cibo in tutto il territorio.

Al pari di questi due esempi, dei quali conosciamo l’epilogo, ai giorni nostri stiamo assistendo nel nostro Paese ad un avvenimento analogo e cioè un personaggio molto simile ai due personaggi appena citati, che con la stessa abilità dialettica, con gli stessi atteggiamenti arroganti e con la stessa capacità di raccontare fandonie al cospetto di cittadini stanchi della politica, come avvenne nei casi precedenti, sta percorrendo lo stesso tracciato dei primi due.


Matteo Renzi si propone come salvatore della Patria e chiede agli italiani di concedere a se stesso i pieni poteri attraverso la forzatura in senso centralistico della “Costituzione più bella del mondo”, termine ampiamente usato in passato da quelli che ora la vorrebbero affondare.

Non sto ad addentrarmi nella parte tecnica della riforma, perché lo hanno fatto e lo stanno facendo parecchi esperti costituzionalisti; io modestamente da comune cittadino mi soffermo soltanto a rilevare gli atteggiamenti del tutto infingardi che questo Governo sta mettendo in atto per convincere la massa.

Di fatto, usando i soldi degli italiani, vedi ad esempio l’acclarato caso Deluca in Campania, durante le varie  visite  in largo e in lungo per lo Stivale, Renzi sta promettendo  soldi a pioggia in cambio del SI al referendum, in pieno stile Achille Lauro, che a suo tempo, regalando le scarpe spaiate prima delle elezioni governava Napoli, con l’attenuante che perlomeno le scarpe le comperava con i soldi suoi.

Per smontare le palle che il Presidente del Consiglio e i suoi colleghi di partito stanno narrando, per attirare nella loro rete i cittadini, ci vorrebbe un libro e non un semplice articolo, tuttavia posso citare alcuni esempi dai quali si evince la perfetta malafede, che sta proferendo per attirare alla sua causa masse di possibili  allocchi.


Al giorno d’oggi la gente che non s’intende di politica e che, in un certo senso, è nauseata dalla politica, la si convince facilmente a votare in un certo modo, adducendo fantomatici risparmi di spese dello Stato, specialmente al cospetto dei grandi sprechi nati con l’ultima riforma dell’art V° attuata  proprio dal PD.

La litania  è semplice e ammiccante e tende a comunicare ciò che la gente vuole sentire, peccato che il PD è lo stesso partito che ha promosso il referendum per bocciare la riforma costituzionale del Governo Berlusconi-Lega, che già 10 anni fa aveva dimezzato i parlamentari (quindi sia la Camera che il Senato) e che avrebbe già prodotto negli anni oltre 1 miliardo di Euro di risparmi, pur mantenendo la democrazia, con tanto di Senato votato dagli elettori, nomina del Presidente della Repubblica con voto del popolo e quel federalismo fiscale, che avrebbe presupposto un controllo diretto fra contribuenti e amministratori del denaro da loro amministrato.

Non mi soffermo ulteriormente su questo argomento, voglio solo rilevare che la Ragioneria dello Stato ha quantificato i risparmi derivanti dalla riforma in 50milioni all’anno, un terzo di ciò che costa mantenere l’aereo Presidenziale e già da questo particolare si evince, a proposito dei soldi dei contribuenti,  come si vorrebbe privilegiare più la comodità del Presidente del Consiglio che la Democrazia.


Altra balla che i PD ci raccontano è quella che se vincesse il NO  avverrebbe l’apocalisse, un po’ come quello che dicevano della Brexit e quello che dicevano di Trump; peccato che i menagrami hanno avuto torto, in quanto le borse non solo non sono crollate a seguito della vittoria per l’uscita della Gran Bretagna dalla UE e per la vittoria di Trump negli USA, ma al contrario sono balzate al rialzo, per cui come dice il proverbio non c’è due senza tre  e già vi sono autorevoli economisti che pensano proprio che il NO favorirebbe lo sviluppo, perché metterebbe Renzi nella classica situazione della  “Lame duck”(anatra azzoppata) , con la possibile conseguente nomina di un Governo tecnico.

Ma si deve dire NO, oltre che per le ragioni tecniche denunciate dai giuristi, che definiscono la riforma della “emerita giurista” Boschi un pastrocchio, anche  alla politica delle mance e delle regalie, che il Presidente del Consiglio sta attuando, con i soldi del contribuente, a fini personali e cioè per la conquista del consenso, continuando spudoratamente a svendere il futuro dei nostri figli e nipoti.

In un momento di congiuntura economica internazionale favorevole con il costo del petrolio da oltre due anni al di sotto dei 40 dollari/barile, con una iniezione incredibile di danaro fresco (quantitative easing), attraverso  l’acquisto da parte della Banca Europea dei Bond italiani, con  un  conseguente enorme risparmio sul costo degli interessi del debito pubblico, il Governo di Renzi  è riuscito a  produrre 106 miliardi di ulteriore debito, una disoccupazione giovanile che non ha pari in Europa e una crescita economica fanalino di coda rispetto alle altre economie europee.

Lo dicono tutti gli economisti e lo dice il buon senso: l’unico sistema per accrescere l’economia e di conseguenza l’occupazione produttiva è quello di tagliare le spese improduttive, come hanno fatto in Inghilterra, in Spagna e in Irlanda, con conseguenti crescite delle rispettive economie pari al 2,3% , 3,2% ed addirittura 6,9% per l’Irlanda; noi invece marciamo orgogliosi  con un misero 0,8%!


D’altronde il Presidente del Consiglio è prigioniero della sua perenne campagna elettorale, interna al suo Partito ed esterna contro tutti gli altri partiti ad eccezione dei poltronisti Alfano e Casini, che lo costringe a dare mance e mancette in cambio di voti.

Mentre lui si sposta in largo e in lungo nel Paese nella disperata ricerca della sua sopravvivenza politica, il Paese sta sempre di più colando a picco e mentre le nostre menti migliori emigrano, il duo Renzi &Alfano importa i nuovi schiavi, che nell’era dei Robot non serviranno  a nulla. 

Quindi un deciso NO sulla scheda è un ottimo mezzo per fermare l’ aereo  presidenziale e riportare il suo passeggero sulla terra ferma, prima che sia troppo tardi.

 SILVIO ROSSI  Consigliere LEGA NORD

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