Un disegno di Giovanni Battista Carlone

La bottega dei fratelli Giovanni e Giovanni Battista Carlone e nota per la consistente produzione di affreschi per i grandi cantieri religiosi genovesi del seicento quali la SS. annunziata del Vastato, Sant’Ambrogio e San Siro (quest’ultimo ad opera del solo Giovanni Battista).
Giovanni battista Carlone ricevette molte commissioni anche da fuori Genova, per la villa “Il Vascello” Roma, per San Giovanni Battista a Chiavari e per la Certosa di Pavia.
Si reca a Milano a concludere nella chiesa di Sant’Antonio Abate i lavori inviati da Giovanni.
In Genova lavora per i committenti privati (palazzo Ayrolo poi Negrone) e pubblici(la Cappella di palazzo ducale del 1653-55).
Realizza grandi cicli a fresco di carattere prevalentemente narrativo, caratterizzati da colori molto chiari e brillanti, tuttora freschi, come sottolineava nel 1793 l’abate Lanzi: ho un colorito lietissimo, rossi frequenti e forse troppo, verdi smeraldi… non trovo in veruna scuola esempi di così gaio colorito a fresco e così ben mantenuti “

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Solo in palazzo Ayrolo Negrone la facile ma felice narrazione lascia parzialmente il posto a una composizione più articolata, legata al barocco romano di Pietro da Cortona, che Giovanni Battista Carlone ebbe modo di conoscere nel corso del suo soggiorno romano.
Nella sua consistente longeva produzione a fresco Giovanni Battista è stato sicuramente aiutato da una grande bottega. molti allievi (Bartolomeo Pessano e Tommaso Ferro) e soprattutto 24 figli. Di un così prolifico decoratore si conoscono molti modelli compiuti a olio su tela, come quello della Disputa di Gesù nel Tempio per la chiesa della SS. Annunziata, quelli relativi a diversi affreschi di San Siro, o l’Arrivo a Genova delle ceneri di San Giovanni battista per la cappella di Palazzo Ducale.
Sono noti anche grandi bozzetti preliminari in monocromia ad olio su tela (Guglielmo Embriaco alla presa di Gerusalemme, sempre relativo agli affreschi di Palazzo Ducale) o ad acquarello di seppia su carta (Disputa di Gesù nel Tempio), ma pochi disegni a matita, tra cui ricordo uno tra cui ricordo un Martirio di San Bartolomeo attribuitogli da Mary Newcome (Firenze, gabinetto dei disegni e stampe degli Uffizi, Firenze 6586S)
Il disegno a matita nera con tracce di gessetto bianco su carta cenerina che qui presento amplia dunque notevolmente la conoscenza della grafica di questo pittore. Sul recto un armato seduto con l’asta di una lunga lancia in mano si volge verso un putto, pure abbigliato con lorica ed elmo.
Al verso del foglio due personaggi trasportano alcune stagnare sotto l’occhio vigile di un ufficiale. Se il confronto con la limitata grafica a matita del pittore non consente considerazioni conclusive sulla tecnica esecutiva, i profili dei volti, i lineamenti delle figure, l’abbigliamento, i drappeggi e gli elmi aguzzi senza alcun dubbio caratteristici di Giovanni battista Carlone e presentano somiglianze con le figure dell’Eneide di palazzo Ayrolo Negrone e della Traslazione delle ceneri del Battista o della Presa di Gerusalemme in Palazzo Reale.

Renato Giusto




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