Un bel tacer

Un bel tacer

In queste circostanze l’ex vicesindaco ha perso una buona occasione per tacere. Anziché togliere ogni dubbio

   

Un bel tacer

 (Nota a margine: sempre più spesso nei discorsi di qualche amministratore compaiono spunti, espressioni, concetti o addirittura frasi che paiono ripresi dai miei articoli. Mi sbaglierò e sarò presuntuosa, ma se devo diventare una web influencer pretendo minimo minimo il copyright… Curioso comunque che i competenti si rifacciano ai dilettanti grillini.) 

 
  L’ing. Massucco

Sul Priamar, su come sia stato utilizzato o no, e insufficientemente valorizzato, si sono sprecati fiumi di bit e inchiostrature.

Di recente, in una Commissione che proponeva residenze universitarie al posto dell’ex-ostello, verso la fine l’ing. Massucco, esponente di spicco delle consulte culturali, si è lasciato andare a considerazioni negative sull’operato della precedente maggioranza e di alcuni funzionari e dirigenti comunali. Cosa che ha indignato il PD, con l’esponente Pasquali che è uscita dalla sala per protesta.

Leggo ora sui quotidiani la fiera risposta dell’ex vicesindaco Di Tullio. Dal titolo “fortezza del Priamàr, un bene che è di tutti”,LEGGI mi aspettavo un qualche ritorno di polemica fra pseudo destra e pseudo sinistra, sulle minacce di uso privato della struttura, per spostare il discorso sui soliti temi fumosi e concettuali e far dimenticare sprechi ed errori.

Quanto ero ingenua e fuori tempo: siamo ben oltre questo. Anzi paradossalmente qui si rivendica il pregresso, compresi gare e appalti per la gestione. Magari nelle intenzioni ad usum coop, ma sempre assegnazioni di spazi e beni pubblici come fonte di guadagno per privati. Questa la grande trovata economica che è andata disillusa.

Ora, lungi da me difendere l’attuale maggioranza. È lecito attendere e diffidare comunque, sempre.  Alcune delle idee ventilate per l’uso delle aree non mi trovano proprio d’accordo, specie ipotesi commerciali, magari con il grimaldello degli spazi artigianali, o idee di manifestazioni non in carattere con la struttura, o ipotetici giardini di chinotti.  O il già ipotizzato ridimensionamento, tramite i tagli a pioggia, di diverse iniziative culturali estive. Sull’uso dell’ex ostello come residenza universitaria posso avere molte riserve specie sui collegamenti o sul futuro, ma si vedrà il prosieguo dell’iter.

Insomma, si deciderà caso per caso e si criticherà se e quando necessario, visto che di cultura non se ne è vista molta sino adesso, e visto che, per fortuna e lietamente, siamo gli unici che possono permettersi di parlare in libertà.  


Però il punto di vista dell’ex vicesindaco è diverso: è un attacco totale, nello stile irruento che gli è proprio, alla cultura. Contro gli esponenti delle consulte: nella sua curiosa opinione, i veri responsabili del declino cittadino.  Neanche avessero precisi interessi economici in proposito. Come invece, vorrei sottolineare, li hanno molti di coloro sempre favoriti dalle recenti amministrazioni.

L’ex vicesindaco ripropone la sua personale visione: di difensore e patrono dei cittadini, che sa cosa sia bene per loro, (e quindi decide a nome e per conto loro, sempre) e li protegge e tutela contro i cattivi della città che remano contro. Ossia, in questo caso, gli snob dell’intellighenzia, i veri nemici del popolo. Difeso invece da chi aveva in progetto di far guadagnare i privati tramite gestione di beni pubblici, e da chi ha spalleggiato la peggior speculazione privata che abbia mai tombato questa città.

Non confuta il discorso di Massucco, ma indirettamente lo conferma in pieno.  Vengono dipinti come dei parrucconi arretrati, bastian contrari, immobilisti, freno a qualsiasi idea innovativa e soprattutto proficua per la città. Degli snob, degli “acculturati” che hanno fatto costantemente da zavorra.

Curiosa e personale interpretazione. Siamo d’accordo che “consulta” significa consulenza e non potere di veto, ma quando non si lascia esercitare neppure la prima, ossia la consulenza prevista peraltro da regolamenti comunali, decidendo e progettando a priori, e ascoltando infastiditi (anzi, a volte pure interrompendo e mettendo a tacere) le lamentele a cose fatte, come si può sostenere che esista il secondo, ossia il veto? In quali circostanze si sarebbe potuto manifestare?  Cosa, di grazia, avrebbe impedito le magnifiche sorti e progressive?

È la logica, la pura e semplice logica, a non tornare, nel discorso del vicesindaco.  Perché si ribaltano i fatti e si ignorano gli esiti concreti.  

 
                     La passerella

Guardiamo alle opere. Ci vuole del coraggio a rivendicare come positiva la brutta passerella sospesa, realizzata in quel modo inutile e impattante solo per non disturbare l’Autorità Portuale.

Quando tutti i suggerimenti emersi dai vari enti, da Italia Nostra alle associazioni, proponevano percorsi molto meno costosi e più in armonia con le aree e il contesto, che avrebbero semplicemente voluto riprendersi un minimo di diritto di passaggio su aree destinate alla città da piano regolatore portuale, e in uso improprio al porto.

Questo significava veto? Questo significava voler tarpare le ali a una meravigliosa iniziativa dal grande valore economico (ancora da capire, peraltro), oppure suggerire come spendere meglio i soldi pubblici?

È difficile vedere come esempio virtuoso di gara d’appalto la tormentata vicenda del Museo Archeologico, vera e propria figuraccia. Ma già, dimenticavo che i gestori, l’Istituto di Studi Liguri che lo cura con passione da anni, che cura gli scavi, le ricerche, la valorizzazione, l’interazione con scuole ed enti formativi, insomma, che lo tiene vivo e vitale, fanno a tutti gli effetti parte di quell’elite di parrucconi retrogradi ancora legati a fumose culture morte e sepolte, vera zavorra di ogni progetto di sviluppo economico.

 

  
   Crescent2                                                         Ostello

 È curioso che ci si ritenga in diritto di criticare l’ipotesi residenza universitaria nell’ex ostello, quando prima, con le precedenti amministrazioni, si sono spesi soldi per l’ostello stesso, poi lo si è lasciato andare in malora, si è permesso che infiltrazioni delle tubazioni potessero rovinare le opere del museo Cuneo, che vandali potessero entrare e fare scempio, insomma, lungi dal valorizzare un patrimonio cittadino, si è rischiato di distruggerlo con colpevole indifferenza. E gli esiti sono a tutt’oggi visibili.

Quando si è infilato il discorso su quelle aree all’interno della speculazione Crescent 2, permettendo che il proponente Delle Piane elaborasse un progetto alternativo agli esistenti per l’ostello, come onere di urbanizzazione. Un progetto molto criticabile e impattante, i cui costi rischiano di restarci sul groppone all’interno dell’operazione, a danno dei già risicati vantaggi cittadini.  (Non ho ancora capito dall’attuale vicesindaco se saranno scomputati o no. Verificheremo, anche se i dubbi restano.) 

Qualora realizzato, quel vistoso e costoso progetto che avrebbe scollegato del tutto il bastione dal resto, sarebbe stato un bene per la città, o una ulteriore occasione di futuro lucro privato?

È imbarazzante trovare qualcosa di positivo nell’allestimento della galleria degli ascensori, con una sorta di muro a restringere e i faretti per una ipotesi museale ancora tutta da verificare. Un classico progetto che sembra quasi essere stato modificato e aggiustato in corso d’opera, fino praticamente a dimenticarsi quale era l’idea iniziale, solo spendendo il budget un po’ così, come viene. Almeno, a giudicare dai risultati. Perché altrimenti sarebbe persino più grave.

 
Galleria Ascensori

È deprimente per la città vedere come la sala della Sibilla, di restauro in restauro sovradimensionato e faraonico, da occasione di incontro, di punto di partenza per il recupero a fini congressuali, di conferenze, feste, eventi e altro di tutta l’area, sia diventato una voragine che è meglio tenere chiusa, perché le entrate non bilanciano i costi.

Ed è altrettanto deprimente vedere come un ex amministratore cittadino, a dispetto della sonora punizione ricevuta dagli elettori, continui a ritenersi depositario della verità, e a liquidare cultura, tradizione, rispetto, competenza, passione, continuità e sensibilità come vecchiume ammuffito.

Lo dice una che non è certo fra gli esponenti, men che meno fra i sostenitori, dei “radical chic”, dell’intellighenzia cittadina.  Mi ritengo un cane sciolto, una nerd avulsa dal contesto, che più di una volta ha avuto da ridire contro certi atteggiamenti ingessati o snob nei confronti di chi è fuori dagli ambienti culturali.  I quali spesso hanno danneggiato pesantemente proprio noi 5 stelle. Ma che non dimentica il rispetto che si deve a prescindere verso chi possiede competenze.

Per questo mi sento di dire che in queste circostanze l’ex vicesindaco ha perso una buona occasione per tacere. Anziché togliere ogni dubbio.

 
  Milena Debenedetti  Consigliera del Movimento 5 stelle
 
Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.