UN BALLO IN MASCHERA

UN BALLO IN MASCHERA
Che cosa deve ancora succedere perché tutti i consigli regionali, provinciali e comunali ad alto tasso di inquinamento affaristico e di interessi privati invece che pubblici vengano sciolti?

UN BALLO IN MASCHERA
Che cosa deve ancora succedere perché tutti i consigli regionali, provinciali e comunali ad alto tasso di inquinamento affaristico e di interessi privati invece che pubblici vengano sciolti?

“Dovevo farmi pubblicità”, che male c’è? Così si difende Carlo De Romanis, consigliere regionale, eletto nella lista di Renata Polverini nel 2010, vicepresidente della Commissione Affari comunitari e internazionali, vicepresidente della Commissione Speciale Federalismo fiscale e Roma capitale, tirato in ballo dal suo ex capogruppo e tesoriere del Pdl alla regione Lazio, Franco Fiorito (detto “Batman”), ora indagato per peculato, per quell’innocente e spiritosa festa in costume sul tema omerico “Ulisse torna a casa e sfida i nemici”, costata appena 20 mila euro, e per di più pagati in proprio, non con i soldi del gruppo consiliare!

“Macché festino, quello è stato un festone da duemila (?) persone, e non ho nulla di cui vergognarmi”, che male c’è?
Così controbatte De Romanis, ex assistente di Antonio Tajani al parlamento europeo, all’accusa mossagli da Fiorito di aver “organizzato un festino con donne seminude” con i soldi del gruppo consiliare. Ma perché – chiedono i giornalisti – allestire quella pacchianissima sceneggiata con tanto di armature, pepli, corna di Minotauro accasciato, tridente di Poseidone, ninfe, etere portatrici di anfore ripiene di mojito (famoso cockteil cubano in funzione, par di capire, di nettare olimpio), uomini con testa di maiale (allusione ai filtri magici di Circe, o a che cosa d’altro?), crateri ricolmi di champagne?. Che male c’è?, risponde ai giornalisti il vicepresidente regionale, “ho pagato tutto di tasca mia, ho le ricevute. La mia è stata una festa carinissima, sobria, i miei amici mi hanno fatto mille complimenti. E quella sera hanno partecipato anche la presidente Polverini e l’assessore Cetica”. Non ci sarà niente di male a travestirsi da dei dell’Olimpo e da eroi greci e a mettersi in posa per le foto ricordo, ma che cosa c’entra tutto questo con la politica, soprattutto in tempi di vacche magre e di sacrifici chiesti ai cittadini (anche a quelli meno abbienti)? C’entra, “perché allora dovevo farmi pubblicità e dovevo ringraziare gli amici che non vedevo da otto anni e che mi avevano sostenuto prima nella campagna elettorale delle europee e poi in quella per le regionali”. Gli amici saranno anche stati contenti, quanto alla pubblicità, l’ha senz’altro avuta, ma decisamente non nel senso  auspicato dall’ improvvisato Ulisse romano in vena di feste dionisiache, dal momento che i video con i suoi amici con la testa di maiale hanno fatto, via Internet, il giro del mondo (come non pensare al Franco Battiato di “Povera patria”?). Cetica è il medesimo assessore chiamato in causa sempre da Fiorito, e che avrebbe definito quel festino “disgustoso”.
Franco Fiorito detto Batman

A quanto pare, nella maggioranza di centrodestra (o destra-centro) della regione Lazio stanno volando gli stracci: “Vedo – afferma l’avvocato Carlo Taormina, difensore di Fiorito, e famoso per la sua crudezza di modi e anche di linguaggio – che la Polverini, l’ex ministro Meloni e molti altri parlano di tumore, di rubagalline, di calci sui denti. E vedo che qualcun altro, come l’assessore al bilancio Cetica, tace.

 Pensano di riuscire a far credere che il porcile in cui sono stati, in cui i soldi del partito venivano spesi da qualcuno per andare a puttane, sia una faccenda che riguarda solo Fiorito. Hanno fatto male i loro conti. Siamo pronti a consegnare ai pm i documenti che provano cosa è stato questo Sistema” (su “La Repubblica” del 19/09/12). Che cosa è stato o che cos’è? E qui si ritorna all’eterna questione morale e alla endemica corruzione di larghissima parte della classe politica italiana; sembra che molti dei “rappresentanti” eletti dal popolo sovrano – tra l’altro, così alla regione Lazio come alla regione Lombardia ( e non parliamo nemmeno della regione autonoma siciliana)   candidati in liste su cui grava ancora il sospetto sulla regolarità delle firme raccolte per la loro presentazione – stiano lì a rappresentare i loro interessi personali o di “cordata” o di lobbies piuttosto che quelli della comunità, locale o nazionale ch’essa sia. Sembra? Che cosa deve ancora succedere perché tutti i consigli regionali, provinciali e comunali ad alto tasso di inquinamento affaristico e di interessi privati invece che pubblici vengano sciolti? E le responsabilità di questa situazione su chi ricade (oltre che sui singoli malversatori)? Sulla magistratura che persegue i reati commessi? Ma la magistratura non può prevenire i reati, può solo accertarli e agire “dopo” che questi sono avvenuti. A chi spetta, allora, il dovere di prevenirli? Lascio la domanda in sospeso…

 

FULVIO SGUERSO

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