Tutto può accadere

ADESSO TUTTO PUO’ ACCADERE ! 
Sottotitolo: Benedetti rompic……i !!!!

ADESSO TUTTO PUO’ ACCADERE ! 
Sottotitolo: Benedetti rompic……i !!!!
 

Adesso tutto, e il contrario di tutto, può accadere.

Se da un lato le decisioni sulla Piattaforma Maerks e sulla centrale di Vado sembrano prese, se le forzature di Canavese sembrano, per la prima, aver raggiunto un punto di non ritorno e l’incontro Regionale, per la seconda, sembra averne rallentato l’iter: tutto ancora può succedere!

Non sarà l’impegno di valutare a fondo i rischi della combustione del carbone, che solo nella nostra Regione si continuano a non riconoscere; non sarà per il riconoscimento ufficiale dei danni pregressi che la centrale avrebbe prodotto e ormai scientificamente dimostrati sulla salute delle persone; non sarà neanche per il riconoscimento dei costi di un danno sanitario facilmente quantificabile che, ancora, non è detta l’ultima parola.

Sarà forse perché rompicoglioni, sempre più numerosi, continueranno a combattere perché questo tipo di società e di “sviluppo” non tolga loro la vita.

Perché questo disastroso modello di falsa crescita non continui a essere il destino di un territorio: il nostro.

Il diritto sacrosanto alla salute, qui, non deve poter essere negato a causa delle solite omissioni, connivenze, falsità, errori, scelte scellerate. Le stesse che accanendosi in particolare sulla città di Vado, l’hanno trasformata in una pattumiera industriale dall’aria, dai terreni e dalle acque compromesse e con un pesante fardello di costi umani.

 

Chi, a tutti i livelli, sta al potere conosce la realtà ma sa anche che molte persone, non solo a Vado, stanno dedicando tempo, energie, lavoro e danaro affinché si sappia , si conosca a fondo quali sono i danni ambientali legati alla combustione del carbone e quali potrebbero essere quelli legati al potenziamento di quest’ultima.

Persone fastidiose, i rompicoglioni.

Sono alcuni scienziati e medici rompicoglioni che producono dati, sviluppano studi frutto anche di contatti e collaborazioni con altri medici e scienziati nazionali e internazionali.

Sono alcuni giornalisti e blogger rompicoglioni che informano, denunciano, diffondono dati, studi e riflessioni attraverso la rete, perché la gente sappia, sia informata sugli aspetti che sui quotidiani vengono opportunamente omessi o addirittura condizionati.

Sono cittadini rompicoglioni che formano comitati, organizzano conferenze, convegni con esperti e dibattiti per rivendicare il diritto alla salute e riconquistare la vivibilità delle loro città, interessate dall’inquinamento atmosferico: sono il popolo inquinato.

Gente che non si darà per vinta. Uomini, donne, anziani, giovani che continuano a credere nella protesta che non è solo la loro, ma quella di tutti e soprattutto dei nostri figli e delle prossime generazioni, che hanno diritto a un futuro diverso.

Nessuno potrà affermare che sia frutto di un effetto Nimby, perché il giardino qui ha un raggio di cinquanta chilometri e il danno ambientale si consuma da ben quarant’anni: tanti, troppi ormai.

I fumi invisibili che escono dalla ciminiera attiva
di Tirreno Power, visibili grazie ad un filtro a gradiente
 (da un filmato di Mario Molinari)

Tutto può ancora accadere!

 Può accadere che i lavoratori della centrale prendano coscienza dell’odioso e falso ricatto perpetrato a loro carico dall’azienda, con tanto di alleanza sindacale.

Lo stesso ricatto occupazionale che decenni fa, mentre ingrassava l’azienda, permetteva che gli operai dell’Acna pisciassero sangue, ignari del legame tra il loro lavoro e il cancro che li stava divorando.

 

Eppure, allora, pochissimi furono i rompic….i tra medici, sindacalisti, politici e giornalisti disposti a denunciare che non era l’alimentazione, gli stili di vita o il destino, la causa delle malattie e delle morti a Cengio.

Pochissimi disposti ad accettare che, per fermare il disastro ambientale ormai incontenibile, bisognasse fermare gli impianti.

Solo la gente riuscì in quella che fu chiamata l’ultima “guerra civile italiana” quella contro l’Enichem che mise la parola “fine” a 100 anni d’inquinamento.

 

Oggi, però, i lavoratori hanno più informazioni per capire che le minacce di chiusura dell’azienda sono strumentali, che la diminuzione di forza lavoro potrà essere contenibile e facilmente assorbita dalla produzione, ad esempio, di energia rinnovabile, peraltro obbligata per T.P, ma mai realmente prodotta.

I lavoratori potranno, oggi, comprendere che si deve cambiare, che non si può tollerare che la miopia sindacale, l’avidità anacronistica della classe industriale savonese e l’imbecillità di quella politica, continui a condizionare le nostre e le loro vite e quelle dei nostri e dei loro figli.

Conoscere e cambiare, questa è la sfida che tutti insieme dobbiamo cogliere e dobbiamo farlo adesso, subito, perché non c’è più tempo per poter chiedere a gran voce di avere il diritto di avere un domani dove sia solo possibile respirare.

Potrebbe essere un processo delicato, doloroso di confronto e anche di scontro con il sindacato, in cui dovremo sentirci solidali, tutti uniti, perché chi scrive, non condivide l’isolamento della lotta per l’ambiente e la salute che va invece partecipata, democratizzata.

Non è il momento né di salire in cattedra, né di rifugiarsi in “angoli stretti” dove troppe volte ci si incontra per raccontarci cose che conosciamo già, come a volerci convincere che siamo nel giusto e che conosciamo verità che gli altri non sanno.

Ricordiamoci che il rapporto/scontro con il mondo sindacale, nacque molti anni fa , in Italia, quando la realtà sindacale e quella ambientalista ( pretendo ancora di usare questo termine) erano lontane e ancora più ostili. Ricordiamoci che Cofferati, alla guida di CGIL; veniva da un sindacato di chimici, in un periodo dove ambiente e lavoro erano usati come termini fortemente contrapposti.

Erano proprio i tempi delle battaglie contro Acna, Farmoplan a Carrara, Enichem a Manfredonia, tutti impianti che hanno smesso di inquinare grazie a vertenze che vedevano operai e sindacati da una parte e ambientalisti dall’altra.

Oggi sappiamo che per vincere queste battaglie bisogna sconfinare, cercare nuove alleanze, anche perché non durino decenni, mentre malattie e morte continuano a essere protagoniste.

 

Chi lavora nella centrale e chi ci vive accanto, non dovrà accettare il destino o la sfortuna come compagna di vita.

Non è giusto, non è accettabile!

La ragione non dovrà stare sempre col più forte, non dovrà essere lui a dettare le regole e noi non dovremo più pagare con la salute il profitto di chi continua a usare carbone, un combustibile che ha il solo pregio di costare poco, ma ormai riconosciuto a livello mondiale come tra i più dannosi e antieconomici, in una visione meno ristretta.

Quanti cittadini, quanti lavoratori dovranno ancora pagare il prezzo di una mancata politica energetica fatta d’innovazione vera, quella pubblicizzata ma mai perseguita da Tirreno Power? Quanti dovranno ancora scegliere tra diritto al lavoro e diritto alla salute?

Tutto è vecchio e superato: il carbone, le strategie sindacali, le minacce dell’azienda, le paure degli operai, l’omertà della classe medica che conosce più di tutti la verità ma continua, col suo silenzio, ad offrire sponde e i discorsi vuoti e falsi dei politici che di propongono soluzioni ancora più dannose e inutili.

Tutto è vecchio, meno il tasso di mortalità e di morbilità che continua ad essere più alto della media nazionale in modo preoccupante.

E allora, benedetti i rompicoglioni !!!!!!

                                                                  ANTONIA BRIUGLIA

 

Mi scuso per l’uso del termine per cui non penso di essere perseguita, poiché ormai è anche ampiamente abusato dal nostro Presidente del Consiglio! Mi scuso con chi si sentisse risentito, sarà chiaro in questo contesto come possa avere l’accezione di complimento.

 

 

Le città del popolo inquinato un dipinto di …Serena Salino

 

 

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