Traslochi

TRASLOCHI
Il riuso degli edifici pubblici o resi pubblici
è lo specchio di una buona amministrazione

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Il riuso degli edifici pubblici o resi pubblici
 è lo specchio di una buona amministrazione

Erano i primi di questo incerto settembre, quando il sindaco di Savona annunciava che, secondo gli intendimenti della giunta il troppo oneroso e relativamente recente Palazzo di Giustizia, avrebbe potuto essere abbattuto. L’edificio e la sua manutenzione sarebbero troppo costosi e poi, ci si è finalmente accorti che la struttura architettonica contrasta con la Savona ottocentesca che si trova in prossimità dell’edificio.

 Considerazioni ineccepibili sempre che non ci sia sotto qualche nuova speculazione edilizia nelle vicinanze. Speriamo, in proposito, che tutti facciano il loro dovere a partire dall’informazione locale e dalle associazioni ambientaliste. Che restino sul pezzo.

Se l’informazione è il sale della democrazia i cittadini savonesi dovrebbero essere più informati sullo stato dell’arte del destino dei beni comuni. Bene comune è Palazzo Santa Chiara dove dovrebbe essere giudiziosamente trasferita la, ora scomoda, Biblioteca Civica. E’ una proposta che circola da almeno 10 anni, ma la cui attuazione si è prospettata recentemente. Per valutare l’operato della giunta sarà molto importante conoscere, step by step i tempi del trasferimento. Bisognerà studiare un utilizzo dei locali attualmente occupati dalla Biblioteca, non disgiunto dal chiarimento su cosa si intende fare dell’Auditorium che si trova nel complesso di Monturbano, attualmente in disuso. Tutto è preferibile alla situazione attuale: che ritorni chiesa, che diventi moschea, ma non l’abbandono che rende solo testimonianza agli scellerati architetti che ebbero a ristrutturarlo.

Il riuso degli edifici pubblici o resi pubblici è lo specchio di una buona amministrazione. Felice è stato il trasferimento della Caserma dei Carabinieri ove esistevano le scuole di via Cava, come felice fu la dislocazione della Questura nei locali dell’ex distretto militare e l’utilizzo delle ex Officine Solimano per dare una sede decente al Filmstudio, ai Cattivi Maestri e ad altre associazioni culturali.

In fondo anche l’Università a Savona è nata sui locali dismessi della Caserma Bligny, su cui purtroppo qualche cementificatore ha messo gli occhi. Eppure  non c’è bisogno di nuove volumetrie e di nuovo cemento. Queste sono le cose concretissime su cui si misurerà la solidità della ristrutturata giunta savonese, se infatti dovesse intoppare in qualche contraddizione, generata da sempre rinascenti amori per il mattone, credo che il suo destino sarebbe segnato.

Sempre sul tema del riutilizzo del patrimonio pubblico ritorno, un poco sconcertato, su un argomento che ho più volte sollevato non registrando purtroppo alcuna risposta. Si tratta di un bene pubblico di proprietà dell’amministrazione provinciale, sito in via Famagosta, ovvero l’ex Enaip o anche ex Holtel Miramare, collocato sopra le Funivie.

L’edificio è abbandonato a sè stesso e al suo triste fato. Nè la giunta provinciale, nè l’opposizione alla giunta ci hanno dato il bene di una risposta, come almeno la cortesia richiederebbe. Tutto procede in un silenzio assordante e in un clima di totale disinteresse. Forse solo gli ex insegnanti dell’Enaip, come chi scrive, o gli allievi di quel centro di formazione professionale quando passano, magari dall’Aurelia alzano il naso e guardano. Per adesso è ancora tutto là. Qualcuno aveva parlato, alla dismissione dell’Enaip, di nuova destinazione alberghiera e a distanza di oltre dieci anni di nulla si dovrebbe solo vergognare.

UGO TOMBESI

L’ex Albergo Miramare

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