Toti, Canalis e la cena da 20.000 euro

Toti, Canalis e Bucci

“Io sono io e voi non siete nulla”, la frase non era proprio così ma per non cadere nel torpiloquio è stata opportunamente modificata, ma siamo convinti che renda l’idea.
Questa settimana la Regione e più precisamente Toti ha organizzato una cena e i costi per la realizzazione dell’evento sono pari a € 20.937,70 con 170 invitati.
In questo momento di crisi con famiglie in difficoltà, questa cena per festeggiare insieme alla Canalis, i 240mila euro spesi per lo spot che dovrebbe promuovere, dicono loro la Liguria, è un insulto per tutti.

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Questa cosa, dimostra con chiarezza come ai potenti del popolo e dei suoi problemi non interessi nulla.
Ovviamente amiche e amici il conto lo paghiamo noi.
Con una sanità in Liguria ridotta ai minimi termini, dove le liste d’attesa sono lunghissime, i pronto soccorso scoppiano, la viabilità è da terzo mondo, loro promuovono la Liguria con uno spot e si concedono una lauta cena, alla faccia nostra.
E noi? Sempre zitti pronti a subire di tutto da questa gente.
Vi diranno cosa volete che siano 20.937,70 euro rispetto al bilancio della Regione?
Perché non andate a dirlo ai pensionati, ai disoccupati che vivono un anno intero con 7000 euro, con bollette, affitto da pagare e per curarsi chi può paga e chi non può si arrangia.
Abbiamo vissuto tutta la scorsa campagna elettorale del Presidente, tra cene apericene, e fotografie di cibo, quasi una presa in giro nei confronti di chi dopo una vita di lavoro non può permettersi di mangiare una fettina di carne.
Insomma il distacco della politica dalla vita reale è enorme e penso ormai non più colmabile.
Mentre loro mangiano a crepa pelle, litigano, il paese muore e non può più garantire un futuro ai nostri giovani e una vita decorosa ai nostri anziani.
Essere moderati, che non significa fare parte del pastone denominato centro, vuol dire moderati nello spendere i soldi dei cittadini, avere rispetto per i loro bisogni, impegnarsi a fondo per risolvere i problemi, deve diventare la moda, come dicevano i Cinque Stelle, parlando dell’onestà.
Questo Paese per avere un futuro deve essere riformato in modo radicale, ad iniziare dallo stato sociale che non vuol dire dare soldi (pochi) per tenerci tranquilli, ma costruire una cultura del lavoro del rispetto della dignità a partire da stipendi e contratti che in molti casi sono umilianti.
Per cui quando vi diranno è demagogia attaccarsi a una cena, voi rispondete: ok allora la prossima volta pagatela di tasca vostra, e vediamo se la considerate ancora poca cosa.

Roberto Paolino

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