Statalismo di ritorno

Statalismo di ritorno

Statalismo di ritorno

Il momento sembra propizio per rinverdire l’altro vecchio mito, quello statalista, un po’ per il clima generale creato dagli interventi di fondi pubblici indotti dalla pandemia, un po’ perché lo Stato è già presente nella compagine azionaria di PSA.

Lo sollecita Francesca Re David, segretaria generale della FIOM-CGIL: «L’Italia è in condizione di debolezza in questa fusione con i francesi[. .. ] occorre la presenza dello Stato nel capitale, per avere voce sulle scelte future» (“Corriere della Sera”. 8 gennaio). 

Si potrebbe suggerire agli illusi sindacalisti nostrani di ascoltare i loro omologhi francesi: «I sindacalisti di PSA, pur nella diversità delle varie sigle, condividono una forma di disillusione sul presunto scudo di protezione che garantirebbe lo Stato francese» (“la Repubblica”. 6 gennaio). 

L’opportunità costituita dall’essere parte di un gruppo sovranazionale è quindi tale solo se vengono abbandonati tutti i miti e le illusioni, spesso retaggio di un ciclo precedente: non è dalla presenza dello Stato nell’azionariato o dei lavoratori nei consigli d’ amministrazione che può venire la difesa dei salariati, ma dall’ organizzare una vera forza sindacale europea.

Questo è tanto urgente a fronte di una situazione occupazionale in tutto il continente, per come si è andata aggravando nel 2020 con la pandemia e per come si annuncia nei prossimi mesi

DONATO BIANCHI  da Lotta Comunista Organo dei gruppi leninisti della sinistra comunista.


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