Stamina: Cura compassionevole o truffa…?

STAMINA: CURA COMPASSIONEVOLE O TRUFFA 
A  DANNO DEI MALATI E DELL’ERARIO?

STAMINA: CURA COMPASSIONEVOLE O TRUFFA 

A  DANNO DEI MALATI E DELL’ERARIO?

         Lo scorso lunedì, 31 marzo del corrente anno, si è svolto un convegno, organizzato dal CICAP (il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze fondato da Piero Angela) presso l’Università Statale di Milano, dedicato a “Il valore dei fatti; un argine alla diffusione delle pseudoscienze, un contributo alla crescita culturale e civile del Paese”.  Già il titolo del convegno indicava chiaramente la sua finalità: “una giornata di riflessione sulla preoccupante diffusione  delle pseudoscienze, ovvero sulla circolazione mediatica in campo medico, alimentare, economico, storico, di contenuti privi di qualsiasi riscontro effettivo, mimetizzati con l’equivoco travestimento del linguaggio e della terminologia scientifica. L’obiettivo è di riaffermare con forza il ‘valore dei fatti’: la necessità  che le diverse affermazioni, teorie, ipotesi di spiegazioni immesse nel dibattito pubblico siano adeguatamente sostenute da prove, per garantire ad una società democratica le condizioni necessarie a prendere decisioni consapevoli basate su informazioni accurate”. Il filo conduttore dei vari contributi presentati dagli  esperti invitati al convegno (tra i quali il filosofo della scienza Giorello, lo storico della scienza Corbellini, il giornalista Gomez e lo stesso Piero Angela) è riassumibile  nella tesi secondo cui  i fatti (accertati) vengono prima delle opinioni. Non è una tesi condivisibile da chiunque e quasi una banalità?


C’era forse bisogno di un convegno d’alto profilo, appunto, scientifico, per riproporla all’opinione pubblica?  Beh, se ci guardiamo intorno e se diamo un’occhiata alle “informazioni scientifiche”  incontrollate che circolano in televisione e soprattutto in rete e nei socialnetwork si direbbe proprio di sì.

Un caso emblematico è quello del ruolo svolto dai “compassionevoli” ma fuorvianti servizi televisivi delle “Iene” sul controverso “metodo Stamina” (chi volesse documentarsi sulla vicenda può leggersi “Tutta la storia del metodo Stamina” sul sito online Wired), e da personaggi famosi come Celentano, Fiorello e Pieraccioni  che, non si capisce in base a quali criteri “scientifici”, si sono pronunciati a favore della cura secondo i protocolli (segreti) di Stamina, alimentando così le aspettative e le illusorie speranze dei malati e delle loro famiglie…A quel programma televisivo è stata imputata, da parte degli scienziati Elena Cattaneo e Michele De Luca – due autorità indiscusse nella ricerca sulle cellule staminali –   la responsabilità  di aver concorso a costruire l’inganno Stamina; lo storico della scienza Gilberto Corbellini, dal canto suo, ha definito quel programma “un esempio eclatante di irresponsabilità nella pratica della libertà d’informazione, dato che mescola finzione e realtà e asserisce circostanze insussistenti per manipolare e spettacolarizzare le sofferenze dei malati e dei loro parenti”. Ora l’ ideatore e promotore del metodo Stamina, Davide Vannoni  – che, tra l’altro, non è  medico ma laureato in Lettere e Filosofia ed esperto non in biologia ma, guarda caso, in scienze della comunicazione –  è stato rinviato a giudizio per tentata truffa alla Regione  Piemonte per un finanziamento prima concesso e poi revocato di 500mila euro; finanziamento che avrebbe dovuto servire alla realizzazione di un laboratorio per l’impiego delle cellule staminali mesenchimali nella cura delle malattie neurodegenerative considerate finora incurabili dalla medicina ufficiale.  Purtroppo (per lui e per i suoi pazienti) l’efficacia terapeutica di questo “metodo” si è rivelata o nulla o insufficiente, quando non, in certi casi,  addirittura dannosa.  Non per niente questo rinvio a giudizio non è che l’ultima disavventura giudiziaria del Vannoni: le cronache raccontano, infatti, della cancellazione dal registro delle onlus della Stamina Foundation, la società di cui è presidente, per mancanza dei necessari requisiti scientifici; nel 2009, partono le indagini dei Nas e la prima inchiesta coordinata dal procuratore torinese Guariniello, ipotesi di reato: somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione per delinquere.


Un altro fascicolo a suo carico è quello che riguarda lo strano, anomalo  rapporto tra Stamina Foundation e gli Spedali Civili di Brescia; l’indagine, tutt’ora in corso, intende chiarire come sia stata possibile l’adozione del “metodo Stamina”, giudicato inaffidabile dalla comunità scientifica nazionale e internazionale,  da parte di un Ente pubblico dipendente dal sistema sanitario nazionale, e con quali modalità siano stati inviati e con quali motivazioni (se di “cura conpassionevole” o di ricerca o altro) accolti i trentasei pazienti sottoposti al trattamento Stamina  all’interno dell’ospedale. E’ notizia di ieri (giovedì 3 aprile) che i medici del policlinico bresciano coinvolti nelle indagini hanno deciso di sospendere le infusioni ai malati, almeno fino a quando non saranno resi noti i risultati della commissione ministeriale incaricata di accertare i fatti e le responsabilità di ciascuno in questa vicenda che, francamente, ha dell’incredibile.  D’altronde hanno dell’incredibile anche le precedenti vicende  del cosiddetto siero Bonifacio e del metodo (o plurimetodo) Di Bella. Il siero Bonifacio era un intruglio a base  di feci e urina di capra che, secondo il suo inventore, il veterinario di Agropoli Liborio Bonifacio, avrebbe potuto curare meglio di altri farmaci i tumori. La cura Bonifacio ebbe il suo momento di celebrità nel 1969, quando venne anche lanciata una campagna per la raccolta di fondi da destinare alla produzione del siero su larga scala, così da andare incontro alle tante richieste che stavano pervenendo al geniale veterinario.

Il clamore mediatico fu tale che l’allora ministro della sanità, Ripamonti, autorizzò la sperimentazione della cura, che infatti venne somministrata a sedici pazienti: i risultati furono disastrosi: quattro morirono  e gli altri non presentarono nessun miglioramento, tanto che la sperimentazione fu precipitosamente interrotta.

 Un altro caso di “trionfo della fiducia magica nel rimedio immediato” (Umberto Eco) fu quello del medico modenese Luigi Di Bella che, con i suoi famosi e misteriosi “protocolli” per una terapia alternativa nel trattamento dei tumori, ha tenuto banco sui media e nella pubblica opinione –  che, neanche a dirlo, era divisa tra pro e contro –  per anni tra il 1997 e il 1999, fornendo abbondante materiale di studio ai massmediologi, agli psicologi sociali e agli storici dei venditori di fumo e della credulità popolare; i quali avranno certamente un altro oggetto di studio nel caso tutt’ora in fieri del metodo Stamina, non si sa ancora bene se di pertinenza del diritto, della politica, della psicologia delle folle, della psichiatria o della criminologia. O di tutte queste discipline insieme.

 

FULVIO SGUERSO        

 

Leggi tutta la storia del metodo Stamina

                                                                                                                                                          

 

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