Spotorno: via Laiolo, nulla ferma le case

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Via Laiolo, nulla ferma le case

 

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Via Laiolo, nulla ferma le case 

  Spotorno: rabbia del comitato, ma Fiorini  conferma l’ok  e prova a rassicurare.

 E appaiono cartelli con “vietato fotografare  

Si attende la sentenza del Tar e anche una verifica della facoltà di ingegneria, i lavori però procedono ormai spediti


Si lavora a ritmi serrati in attesa che il Tar emetta sentenza per, dare il via libera (oppure no) al tanto contestato progetto edilizio nella zona fra via Laiolo e salita “ai frati” a Spotorno. Intanto, aspettando il Tribunale amministrativo regionale che si pronuncerà in merito il prossimo 17 dicembre, sono state realizzate le prime due unità abitative mentre è in fase iniziale un nuovo lotto. La novità è sostanzialmente una: è stata infatti chiesta una nuova verifica affidata al preside della facoltà di ingegneria dell’Università di Genova, con possibilità di delega a un professore di ingegneria civile o edile. Uno sviluppo che ha scatenato la rabbia degli abitanti della zona da sempre contrari alla costruzione di nuove case nello spazio di fronte all’ex convento dei Cappuccini. “Come si fa a far slittare sempre i tempi mentre si costruisce a tutta velocità quando il Tar non si è ancora espresso sulla vicenda? – commentano alcuni abitanti riuniti in un comitato – Non sarebbe stato più corretto aspettare il verdetto e poi eventualmente riprendere i lavori?”. Interrogativi che al momento non hanno Va avanti il cantiere fra salita “ai frati” e via Laiolo avuto nessun tipo di risposta dai costruttori e solo in parte dall’attuale amministrazione comunale di Spotorno che non ha mai nascosto il proprio parere favorevole, ricalcando la posizione della precedente giunta Calvi.

“I cittadini devono sentirsi tutelati dal Comune – afferma il sindaco Mattia Fiorini – stiamo vigilando affinché tutto avvenga nei giusti tempi e nelle corrette modalità. Ora non resta che attendere il parere dell’Università di Genova, una fonte sopra le parti, autorevole e competente”. Nel frattempo da mesi e mesi sette famiglie sono sul piede di guerra e dopo aver fatto ricorso al Tar della Liguria per presunte irregolarità procedurali e aver interpellato il Fai, non si sono date per vinte manifestando in ogni modo il proprio dissenso.

Ora, però, sulla rabbia iniziale sembra prevalere un sentimento di rassegnazione misto a impotenza. “La speranza di poter fermare l’opera è poca – commenta Annamaria Moiso, titolare, con la figlia, di una proprietà nelle immediate vicinanze – le nuove palazzine oltre a togliere la vista ed essere realizzate su un suolo fragile verranno collocate in un contesto dalla forte valenza storica e culturale. Sono tanti i motivi per cui una costruzione così impattante avrebbe dovuto essere fermata dall’inizio”.

Il complesso residenziale con tanto di piscina è infatti inserito in una verdeggiante località dalla forte tradizione ecologica rurale ancora incontaminato falle costruzioni di massa. E oltre al danno c’è anche la beffa. Alcuni cartelli con divieto di fotografare appaiono in bella mostra nel perimetro del cantiere. ”Non siamo liberi neppur di fotografare il contesto in cui abitiamo – commentano gli abitanti – c’è forse qualcosa di irregolare che non deve essere visto?”. Una provocazione che resta tale ma il braccio di ferro tra gli abitanti e i costruttori non si allenta con il procedere dei lavori e con il diminuire delle speranze di poter fermare il tutto. Ora però l’ultima parola spetta al Tar e in una città “a cantiere aperto” i colpi di scena non sono da escludere. Prima del prossimo Natale si saprà finalmente il verdetto. Chissà in quella data cosa troveranno sotto l’albero (e soprattutto sotto casa) gli abitanti della zona.

 

ANDREA GHIAZZA  da IL LETIMBRO

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