Spotorno

Spotorno, il tribunale mette all’asta il Park Hotel
L’immobile è vincolato. Prezzo 4 milioni 600 mila euro

Spotorno, il tribunale mette all’asta il Park Hotel
L’immobile è vincolato. Prezzo 4 milioni 600 mila euro
 

Park Hotel

Spotorno – Il Park hotel di Spotorno, di via Verdi 32, tre stelle, 45 camere, 78 posti letto, è stato messo all’asta dal tribunale di Savona. La struttura è chiusa, inattiva, con vincolo alberghiero. Dunque, almeno per ora, niente trasformazione in vista. Cioè monolocali, bilocali e trilocali, seconde case.

In pieno centro città, un immobile di 5 piani per 2.613 metri quadrati ed annesso piccolo parco di 511 mq. Si parte da un prezzo base di 4 milioni e 600 mila euro, dopo una riduzione del 15 per cento sul valore complessivo stimato in 5 milioni 375 mila euro.

La differenza è assorbita da oneri tributari, spese condominiali insolute dell’ultimo biennio, spese tecniche per la regolarizzazione urbanistica.

L’esecuzione forzata è stata promossa da Busin Pesca srl, società commerciale assai nota nel ponente, nata a Laigueglia, per poi espandersi a Albenga, con commercio al minuto e soprattutto all’ingrosso di pesce fresco e surgelato.

Il giudice che ha seguito il procedimento è Marco Peluso Gaglione, la custodia giudiziale è stata affidata a Maria Grazia Siccardo, mentre la perizia porta la firma del geometra Marco Baccino.

Il Park hotel è libero, dopo l’acquisto si può entrare subito in possesso della struttura e dell’attività, anche se occorre tener presente che erano in corso lavori di restauro, forzatamente sospesi causa dissesto.

Risulta gravato da una serie di ipoteche, soprattutto bancarie, che verranno cancellate a spese della procedura, nel momento in cui ci sarà il ‘trapasso’ di proprietà. Le ipoteche risultano a favore della Carisa (a seguito di un mutuo dell’importo iniziale di 413 mila euro, di Banca Intesa per un capitale di 207 mila euro. Altre ipoteche per importi di 14 mila euro, 69 mila euro, 114 mila euro, 13 mila euro, fino a 790 mila euro a favore di Equitalia Sestri Spa.

Sarà facile trovare l’acquirente? A leggere le cronache settimanali de La Stampa ed Il Secolo XIX se ne trae la conclusione che c’è quasi una corsa a realizzare nuovi alberghi in questa provincia; soprattutto di lusso, quattro e cinque stelle.

Magari, come capita proprio a La Stampa, annunciare per la ventitreesima volta che è imminente la realizzazione della nuova zona alberghiera di Loano; oppure che un albergo delle suore, a Pietra Ligure, viene ristrutturato e trasformato in quattro stelle (annuncio ripetuto a varie scadenze, 6 volte-vedi ritagli stampa).

Se si ha voglia e interesse di rivisitare la cronaca, diciamo che dal 2000 ad oggi, si potrà leggere di nuovi progetti e nuovi alberghi, sempre 4 stelle, pronti a decollare ad Andora (zona portuale), a Laigueglia, Alassio (5 strutture, in compenso ha aperto finalmente il Grand Hotel), cinque quelle annunciate ad Albenga, tre a Ceriale, tre a Borghetto, tra cinque e sette a Loano. Una nell’entroterra di Pietra Ligure, due a Borgio.

E potremmo continuare. E’ accaduto a Finale dove ha aperto un nuovo albergo, per richiudere dopo pochi giorni in attesa di completamento (non ci si poteva pensare prima?). O ancora, il cinque stelle di Varigotti: apre e chiude con provvedimenti dell’autorità giudiziaria.

Park Hotel – la Hall

Aperto e funzionante il nuovo quattro stelle a Vado. All’orizzonte altri annunci di aperture gloriose – sempre alberghi di lusso – a Savona, ad Albisola Superiore, a tutta pagina promozione del sindaco-senatore Pdl, Franco Orsi.

Nuovi alberghi (4 annunciati, sempre via media) a Savona città. Ogni tanto capita che qualche struttura si perda  strada facendo. Importante è annunciare. Gettare fumo negli occhi, in uno disegno che dovrebbe un po’ far vergognare ispiratori ed esecutori? A pensar male, a volte si azzecca direbbe Di Pietro.

Del resto, così va l’Italia berlusconiana e certa informazione si adegua. Intanto chi verrà mai a chiedere conto di una notizia, come è andata a finire?

Il problema è che molta gente, tanti lettori hanno capito la musica, l’antifona. E traggono le conclusioni. La cassa di risonanza va bene al popolino distratto. Gli albergatori hanno imparato sulla loro pelle, testimoni diretti; il “giochetto” degli annunci-spot che mira a nascondere le incessanti difficoltà di un comparto messo in ginocchio soprattutto da “cemento selvaggio”, che ha allontanato inesorabilmente la clientela di qualità. Distrutto gli standard urbanistici. Fatto perdere quote sul mercato tradizionale del centro e nord europa.

Incapaci, inoltre, di reggere alla concorrenza, schiacciati da costi eccessivi, bassa occupazione delle camere, soprattutto a confronto con la redditività e l’impegno finanziario. Sia come proprietari di immobile, sia se affittuari. E la spada di damocle di disdette, mancati rinnovi o canoni fuori mercato.

Spotorno non fa eccezione. Se leggiamo la guida turistica del 1966 della Provincia di Savona si può verificare che l’attrezzatura ricettiva in quel periodo contava 62 alberghi (oggi si supera appena la trentina), 18 pensioni, 9 locande.

Una buona notizia è di questi giorni, riporta che l’hotel Riviera sarà ampliato, anche con un secondo immobile-residence. Resistono i tre quattro stelle, ai storici Royal (che ha cercato di potenziarsi con un centro di benessere) e Tirreno, da qualche anno si è aggiunto l’Acqua Novella di proprietà di un istituto ecclesiastico piemontese.

Tra gli spot più gettonati: rilanciare il turismo invernale, puntare su ricerca e sviluppo, e ogni tanto spunta un’idea nuova, un asso nella manica. Tutti felici e contenti. Si spara un bel titolo e chi l’ha visto l’ha visto. Passata la festa gabbato lo santo.

Alla fine l’albergatore si ritrova sempre più solo a combattere e fare fronte alle scadenze dei pagamenti.  Spese per i dipendenti. A proposito, voci insistenti parlano di diversi alberghi della Riviera in difficoltà ed in ritardo di mensilità al personale. Speriamo bene.

Le piccole pillole di aiutini (formazione professionale, destinazione d’uso ridotta a 10 anni per gli immobili ante-legge Ruggeri, prestiti agevolati, piccole riduzioni di Ici ed altro ancora) purtroppo alla fine lascino le cose immutate, spesso prolungano solo l’agonia.

Come se ne esce? Bella domanda, c’è chi ritiene che il declino alberghiero sia ineluttabile, irreversibile dopo i guasti prodotti da decenni di miopia. E’ accaduto per tante attività industriali: piccole, medie e grandi.

Lo sconquasso provocato dalle seconde case, dalla droga del turismo mordi e fuggi, dall’affollamento dei fine settimana, dal declassamento sempre più marcato a clientela di massa, dalla spaventosa carenza di viabilità principale, potrebbe essere davvero letale per il tessuto alberghiero.

Altri sono più ottimisti. La Riviera, col suo ambiente, con l’entroterra, mantiene un grande fascino, potrebbero arrivare nuove ‘categorie’ di turisti, dall’Asia e dall’Est Europeo. E’ il filone di pensiero che non guarda le televisioni europee, né legge i giornali stranieri, dei nostri potenziali bacini d’utenza.

Il tempo stringe, la crisi prima o poi presenta il conto. La chiusura e la trasformazione in alloggi di centinaia di alberghi (oggi, quelli tradizionali, sono ridotti a 350 nell’intera provincia, almeno un altro centinaio sono in lista d’attesa e dal prossimo inverno si allunga la l’elenco di chi non riaprirà i battenti, restando aperti solo da Pasqua a settembre) è la classica prova del nove.

Si credeva che una legge (Ruggeri) potesse invertire la tendenza, frenare la corsa alle ristrutturazioni. Frenare gli appetiti pro mattone. Un errore clamoroso, come confermano molti immobili rimasti chiusi persino fronte mare. I proprietari pur di non correre altri rischi, preferiscono che la struttura cada a pezzi. Chissà se arriverà qualche mago e prestigiatore! C’è il nuovo assessore al turismo in Provincia, il presidente-sindaco, ex famiglia di albergatori di Loano. Di lui ci si può fidare. Ha detto e ripete nei convegni che rilancerà l’industria delle vacanze, contrariamente ai suoi predecessori di sinistra, ciarlatani ed incapaci, comunisti.

Avanti, cari esperti di turismo nostrano e savonesi, abbiamo bisogno di voi. Regalateci una barzelletta, un sorriso smagliante, un primo piano, non privateci del prossimo annuncio, della ultima ricetta per ripartire, rilanciare, tirarsi su le maniche. L’ottimismo non può e non deve morire.

R.T.         

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