Siamo tutti migranti

SIAMO TUTTI MIGRANTI
Questa affermazione l’abbiamo sentita più volte con riferimento alla grande emigrazione italiana verso il continente americano e, più recentemente, dal Meridione al Nord

SIAMO TUTTI MIGRANTI

 Questa affermazione l’abbiamo sentita più volte con riferimento alla grande emigrazione italiana verso il continente americano e, più recentemente, dal Meridione al Nord. Ciò che invece rimane in sottofondo è la più grande, secolare emigrazione dalle campagne verso le città: un fenomeno costante e possente, che è alla base della situazione odierna di accapigliamenti reciproci per galleggiare, ciascuno a spese di qualcun altro.

La fuga dalle campagne poté aver luogo, in forma massiccia a partire dal secondo dopoguerra, solo grazie all’industrializzazione dell’agricoltura, ossia alla violenza dell’industria sul suolo agrario. Per sopperire alla progressiva penuria di braccia nelle campagne, nelle città si intensificarono le ricerche per sostituirle meccanicamente e chimicamente: trattori, concimi chimici, diserbanti, pesticidi. Tutto ciò mentre gli animali da stalla, tradizionalmente affiancati e parte organica del ciclo agrario, cambiavano sede, in disumani allevamenti di tipo industriale, e le loro deiezioni scadevano da fertile letame a materiale inquinante.

 

In maniera criptica, avevamo acceso un prestito, in stile bancario: all’inizio cresce l’euforia per l’abbondanza di credito e si pensa di aver risolto ogni problema per sempre. Poi, striscianti nel tempo, subentrano gli interessi, che si mangiano giorno per giorno il capitale: nel nostro caso la fertilità del terreno, che si cerca di rianimare con dosi crescenti di concimi e fitofarmaci, anziché stallatico e rotazioni colturali, mentre le rese, per unità di investimento, non fanno che calare, nei casi estremi fino alla desertificazione.

L’Occidente ha sempre scaricato sul resto del mondo la sua indole imperialista, colonizzandone vaste porzioni. L’attuale neoliberismo ha estremizzato questo atteggiamento, sia sul proprio suolo che su quelli del “Terzo Mondo”, alle cui campagne, meccanizzate e chimicizzate all’ennesima potenza, si è chiesto di provvedere al sostentamento di enormi megalopoli, avvelenando terra e acque.

In sostanza, questo sistema di vita s’è sempre basato sul fare terra bruciata sotto i propri piedi, per poi replicarlo in tutti gli altri siti in cui via via si sposta, usurpandoli alle popolazioni locali e gettandole dalla povertà nella miseria.

Oggi stiamo pagando un prezzo altissimo, con la dichiarata ribellione, sotto l’egida religiosa, di organizzazioni che propongono soluzioni peggiori del male, con l’accendersi di guerre che creano, oltre a orrendi massacri, flussi migratori di quanti riescono a fuggire da simili orrori.

 

L’Expo vista con occhi diversi

Per costoro qualsiasi posto, anche il più tetro, appare tinto di rosa nella fantasia, e affrontano qualsiasi cimento pur di recarvisi. Purtroppo, incontrano l’ostilità, non ingiustificata, delle nazioni che vogliono attraversare, portandovi scompiglio e insicurezza; ma neppure nelle nazioni ospitanti questi sventurati trovano la meritata pace. C’è un articolo (…vedi) che descrive le peripezie, la precarietà, il nuovo sradicamento che incontrano una volta giunti in Germania, che avevano sognato come la Terra Promessa.


Un’immagine che vale più di mille parole

Stiamo vivendo un periodo storico di cui nessuno riesce a intravvedere uno sbocco sereno, in un mondo in cui le disuguaglianze sono cresciute a dismisura e la solidarietà è naufragata sotto il peso del malessere sempre più diffuso e profondo, che ci divide e ci isola in tanti gusci di egoismo, a livello sia individuale che collettivo: ha ancora senso parlare di “istituzioni” in questa civiltà alla deriva? Istituzioni che proteggono soltanto se stesse, a detrimento dell’intera società. Mentre Renzi dice di “non piangersi addosso”: certo, per lui e i suoi simili non è difficile. Provi ad aprire un’attività, con tutti i parassiti intorno con la cannuccia in mano…

 Marco Giacinto Pellifroni                20 settembre 2015    

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