SIA Un aiuto alle famiglie più povere

SIA (Sostegno d’Inclusione Attiva)
Un aiuto alle famiglie più povere

SIA (Sostegno d’Inclusione Attiva)
Un aiuto alle famiglie più povere

 “In questo periodo di crisi, sempre più persone si rivolgono ai servizi sociali per chiedere aiuto e, al contrario di quanto spesso si pensa, la maggioranza dei richiedenti sono italiani”, ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali di Albenga Simona Vespo, “e manca sempre di più il reddito per le spese di tutti i giorni, come l’affitto e le medicine. Per quanto riguarda l’anno 2015, i contributi erogati sono stati 112 in totale, di cui 106 assegnati ad italiani e 6 a stranieri, mentre il fondo affitti ha visto, su un totale di 174 utenti, ben 97 italiani e 77 stranieri. Situazione simile anche per ciò che riguarda la tariffa agevolata per la mensa scolastica (103 italiani e 72 stranieri), gli alloggi assegnati in emergenza abitativa (su 23 assegnati in totale, ben 18 sono stati concessi ad italiani), la formazione della graduatoria per le emergenze abitative (su 24, 21 beneficiari sono italiani).


L’assessore Simona Vespo

Il fondo per la morosità incolpevole, che consiste in una somma di denaro stanziata per aiutare famiglie con sfratti in corso, ha visto su 8 beneficiari 5 italiani, mentre per quanto riguarda l’aiuto tramite la Caritas con pagamento di bollette e la donazione di cibo per persone giunte tramite i servizi sociali per le quali non è possibile aspettare i tempi della burocrazia, su 26 persone solamente tre sono extracomunitarie”.

“Il 2 settembre è partito un nuovo progetto denominato SIA”, ha sottolineato l’assessore, “che è un sostegno integrato al reddito come forma di contrasto alla povertà che prevede l’erogazione di un sussidio economico a famiglie disagiate. Il governo Renzi ha stanziato 750 milioni di euro per il 2016 per sostenere il progetto, mentre per il 2017 verrà impiegato 1 miliardo di euro. Gli utenti possono accedere al progetto presso i servizi sociali del proprio comune per compilare una richiesta che verrà inoltrata all’INPS. Il progetto è rivolto alle famiglie dove, oltre all’agevolazione con un contributo economico, viene anche valutato un progetto individuale per un inserimento lavorativo. Il richiedente dovrà aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa e ciò favorisce anche la costruzione di rapporti in rete che permettono di intervenire con gli altri servizi del territorio come, ad esempio, il centro per l’impiego, i servizi sanitari, scolastici ecc.

Il progetto è fondamentalmente svolto in due parti: un sostegno economico che prevede un contributo, ed un progetto per l’autonomia, che si occupa di servizi di accompagnamento. Vengono usate risorse comunitarie PON di inclusione date ai comuni e possono presentare domanda per accedere a queste risorse le famiglie con ISEE inferiore a 3000 euro, a cui verrà data priorità se vi è un minore, un figlio disabile oppure una donna incinta e i nuclei con una valutazione multidimensionale del bisogno pari a 45 (questo valore verrà calcolato in base al numero dei figli, ai figli in età 0/3 anni, alla presenza di un solo genitore, alla presenza di un disabile, ad un ISEE molto basso ed alla mancanza di lavoro), mentre sono esclusi dal progetto coloro che sono beneficiari di altri trattamenti economici previdenziali superiori a 600 euro, beneficiari NASPI, ASDI, altri aiuti oppure a coloro che recentemente hanno acquistato un’auto o una moto.


Le famiglie dovranno recarsi in comune per compilare il modulo predisposto dall’INPS e il comune provvederà a controllare la cittadinanza, la residenza ed altri trattamenti locali. Entro 15 giorni lavorativi, la domanda verrà inviata in via telematica all’INPS, che provvederà a verificare la situazione economica e provvederà ad assegnare un punteggio in base ai bisogni. Successivamente rilascerà un elenco degli idonei al comune e coloro che risulteranno tali potranno ritirare presso le Poste la carta SIA per l’acquisto di beni di prima necessità. La carta dura un anno e l’importo varia secondo la numerosità della famiglia, che può arrivare fino a 400 euro al mese, e verrà ricaricata ogni bimestre. Entro 60 giorni dal primo accredito, il Comune fa un progetto personalizzato per l’autonomia in base alle linee guida nazionali. L’adesione prevede un patto tra famiglie e servizi con una responsabilità reciproca, che impegna la famiglia a svolgere specifiche attività come la ricerca di lavoro attraverso anche l’adesione a progetti di formazione e la frequenza della scuola. Il comune può revocare il beneficio se non viene sottoscritto il progetto personalizzato, se vengono violati gli obblighi e se viene meno la situazione di bisogno.

Il progetto personalizzato prevede un’azione centrale del comune, che vedrà interventi sui servizi sociali, come il segretariato sociale, il servizio sociale professionale per valutare i bisogni, un’equipe multidisciplinare per attuare i progetti, interventi per l’inclusione attiva, in particolar modo il sostegno per l’alloggio. Il comune, inoltre, stipulerà accordi con i servizi per l’impiego, la salute, l’istruzione ed entri privati, in particolare il no-profit.

Responsabilizzare l’utente è molto importante anche perché così si elimina l’idea assistenzialista che molti utenti hanno, infatti questo patto prevede la solidarietà e la responsabilità nei confronti sia dell’utente che da parte degli uffici, infatti invito le persone di Albenga e del comprensorio a recarsi presso l’ufficio dei servizi sociali di Albenga, ma voglio segnalare che tutti i comuni raccolgono le domande e le inviano all’INPS e per ulteriori informazioni invito tutti coloro che sono interessati a recarsi sul sito del ministero del lavoro e delle politiche sociali www.lavoro.gov.it”, ha concluso l’assessore Vespo

 SELENA BORGNA

 

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