Senza limiti e senza dubbi

 SENZA LIMITI E SENZA DUBBI

SENZA LIMITI E SENZA DUBBI

 


 

In tutti i modi si cerca di non far ricordare o addirittura di non far capire a nessuno come l’umanità si serva degli animali. E’ una cosa che si desidera scotomizzare, censurare, allontanare; se fosse possibile, negare. Ciò lo si vede anche dal trattamento che gli animali da laboratorio subiscono. Ci si aspetterebbe che essi in contropartita del loro sacrificio, avessero gabbie pulite, spaziose, comode, luminose a sufficienza… Invece no. Accade il contrario, e in particolare le gabbie sono spesso di una foggia tale che anche quando questi animali vi vengono messi subito dopo un intervento, non possono sdraiarsi perché al posto di un pavimento piatto e compatto, vi è una grata appoggiandosi alla quale essi si feriscono ulteriormente; una grata che non permette loro, penetrando nelle carni, di sdraiarsi neanche per pochi minuti. Questo fa risparmiare tempo: ci si limita, molto più comodamente e velocemente, a pulire il pavimento della stanza, su cui le deiezioni cadono. 

Sempre per comodità e risparmio economico, lo stesso animale a volte viene utilizzato ripetutamente, fino allo sfinimento. Ebbene, tutto questo non ci può far pensare che il cosalizzare gli animali fino al livello dello straccio, cioè oltre ogni barbarie, sia un modo per convincere fattualmente se stessi che gli animali sono cose? Nel momento in cui si dedicasse loro una qualche attenzione, un minimo di pietà, prenderebbe avvio un processo inarrestabile in cui i dubbi e le crisi di coscienza non sarebbero più contenibili. Solo che un tale fenomeno di negazione psicologica, non si verifica soltanto in coloro che procedono agli esperimenti, ma, più in generale, pure in coloro che, in teoria, dovrebbero usufruirne, cioè tutti noi. 

Anche noi inconsciamente cerchiamo di non vedere, di non sapere, di rassicurarci raccontando a noi stessi o che gli animali sono cose, o quasi-cose o che, se non lo sono, saranno certo trattati bene, perché nei laboratori vi è gente competente, specializzata, votata al progresso e al bene del prossimo. Gente che quando serve, pratica l’anestesia.  Oltretutto, se ci sono delle leggi, saranno state pensate nella maniera più valida per ridurre al minimo la sofferenza delle cavie, dei ratti, dei conigli, delle scimmie, dei cani, dei gatti… 

Ma un ragionamento un po’ più approfondito intanto ci si guarda bene dal farlo; se lo si facesse, si capirebbe che non si può, neanche volendolo, anestetizzare un animale su cui si fanno degli esperimenti basati, esempio sui tanti possibili, sull’elettroshock. Se lo si facesse tali esperimenti non avrebbero più alcun valore neanche teorico, perché si conoscerebbe la reazione di un sistema nervoso “artificiale”, diverso dal normale sistema nervoso da cui si vogliono attingere informazioni… 

Così quella anestesia che non può addormentare l’animale, a noi toglie l’opportunità di dormire il sonno dei giusti.

   Fulvio Baldoino

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