Se le elezioni contassero davvero…

SE LE ELEZIONI CONTASSERO DAVVERO…

SE LE ELEZIONI CONTASSERO DAVVERO…

…non ce le lascerebbero fare (Mark Twain). Datemi l’autorità di stampare moneta e non mi interesserà chi andrà al governo (Amschel Rothschild).  

   
     Mark Twain  –   Amschel Rothschild

In questi due concetti, dal minimo al massimo sistema, è racchiuso il ludibrio delle nostre esistenze, l’illusione di contare qualcosa, di concorrere alla res publca, se non nelle quisquilie, che incidono in minima misura sul conseguimento di una vita, se non felice, almeno serena.

In realtà, quando, con sempre minor frequenza, siamo chiamati alle urne, ci andiamo con sempre più scarso convincimento che il nostro voto serva a qualcosa, se non ad assegnare più o meno ricche poltrone. E, con sempre maggior frequenza, decidiamo di astenerci da una scelta che si rivelerà contraria alle nostre pur flebili aspettative. Coloro che, nonostante tutto, insistono nell’andare alle urne, lo fanno più per testimoniare la disillusione negli amministratori uscenti, che non la fiducia in quelli che, con ampia riserva mentale, hanno alla fine deciso di votare.

Quello che risulta sempre più difficile da capire è la motivazione dietro la scelta di candidarsi, quando già si sa che non si potranno soddisfare le più elementari pretese dei cittadini a causa di budget di spesa sempre più grami; quando si sa in partenza che i soldi saranno lesinati dallo Stato, spingendo le amministrazioni pubbliche a spremere i cittadini con balzelli di iniquità crescente ed efficacia decrescente. Insomma, i candidati già sanno di candidarsi all’impopolarità, tanto più pesante quanto più presenti sul territorio, massimamente nel caso delle elezioni locali, spingendoli a rinchiudersi nel “palazzo” e a restare sordi alle legittime richieste dei cittadini, scaduti a meri contribuenti e, se troppo insistenti, a “rompiscatole” (per usare un termine educato).

Anziché parlare per sentito dire, faccio l’esempio a me più vicino, nella convinzione che sia un campione rappresentativo di tanti, se non tutti, i Comuni d’Italia: Finale Ligure.

 Ho sempre giudicato l’efficienza e la salute di un aggregato urbano, dal paesino alla metropoli, dal grado di manutenzione delle sue strade. Più buche ci sono, più quel Comune è in condizioni precarie. Ebbene, quasi un anno dopo il rinnovo dell’amministrazione, nulla è stato fatto a questo riguardo, per cui la situazione, visto che le strade vengono comunque usate ed usurate, è nel frattempo ulteriormente peggiorata. Eppure, lo scorso anno i cittadini finalesi hanno sborsato un’esorbitante tassa di scopo: la TASI. Che fine hanno fatto i cospicui fondi incassati, grazie in particolare all’enorme numero di seconde case, sulle quali gravano notoriamente tasse maggiorate? La passeggiata, fiore all’occhiello di Finale, è lasciata in condizioni penose, mentre il ponte medioevale Finalpia, oggetto di un discutibile restauro, versa in condizioni da motocross per quanto attiene la pavimentazione.

  
Manto del ponte medioevale di Finalpia

Per il resto della cittadina, le buche sono una costante senza eccezioni (parla uno che gira Finale in bicicletta e soffre le buche più di chi guida, seduto comodamente al volante).

Il “mugugno” per questo stato di inerzia serpeggia tra la popolazione, soprattutto tra coloro che hanno eletto questa Giunta, che non sta rivelandosi all’altezza del compito, almeno per la sua parte visibile, quale la manutenzione delle strade.

Da privato cittadino, ho denunciato la situazione sia incontrando che scrivendo email agli assessori competenti. Non vedendo risultati, i miei toni si sono fatti via via più risentiti, per finire con la chiusura, da parte dell’assessore alla Polizia Municipale, anche a mie proposte minimali, che non richiedevano nessuna spesa: ad es. la posa di un cartello provvisorio di Sosta Vietata su un passaggio pedonale le cui strisce sono talmente consunte che il vigile non osa comminare multe a chi vi parcheggia, pur impedendo innegabilmente l’unica via di transito da e per la passeggiata a biciclette, passeggini e carrozzelle di invalidi. 

  
Barriera di auto impedisce transito a bici, passeggini e carrozzelle

A quel punto ho rinunciato a prendere contatti del tutto infruttuosi. Questo è il finale più consueto: la rassegnazione alla sordità dei pubblici amministratori e il disinteresse verso la cosa pubblica. Altro che partecipazione!

Questo non è che un esempio, che ne conterà migliaia di simili in tutta Italia. Per non parlare delle Province, abolite solo nel senso che le si lascia morire di fame; e con loro ciò su cui avevano giurisdizione, a cominciare proprio dalle strade. E dalle scuole, per le quali Renzi professa tanto amore… Forse ha ragione chi sostiene che era meglio abolire invece proprio le Regioni, dimostratesi grandi carrozzoni mangiasoldi, gremiti di inquisiti.

Tornando ai Comuni, viene da chiedersi: se un’amministrazione, anche per colpe non del tutto sue, quali gli insufficienti fondi, non è in grado di svolgere i compiti per i quali i cittadini l’hanno eletta, non sarebbe più onesto dimettersi, denunciando pubblicamente l’insostenibilità del suo mandato? Se i sindaci d’Italia, pressoché nelle medesime condizioni, facessero questo gesto, pur così inconsueto in politica, avrebbero il pieno sostegno della popolazione, stanca di venir presa in giro ad ogni campagna elettorale.

Lo stesso discorso, ben più ampio, riguarda la situazione contabile dello Stato, messo “a pane e acqua” dai vincoli di una remota autorità, ancora più lontana e chiusa in una torre d’avorio: l’Unione Europea (Unione per la finanza, Araba Fenice per la solidarietà). Politici e magistrati, tranne lodevoli casi sporadici, non hanno il coraggio di opporsi a regole iugulatorie firmate, più per mala che per buona fede, da passati governi senza neppure informarne la popolazione, in nome di un’antidemocratica segretezza.

Il risultato di questo ormai consolidato vallo tra cittadini e palazzi & palazzetti è la fuga verso l’individualismo, nella stolta speranza di salvarsi da soli, a dispetto del degrado, sociale, morale e materiale, che sempre più ci attanaglia. Tutto il contrario di quella polis che ci si era illusi potesse fungere da faro alle nostre democrazie “avanzate”, e che funge invece da foglia di fico all’inevitabile instaurazione di governi al servizio di un Nuovo Ordine Mondiale manovrato dalle poche grandi famiglie dell’alta finanza. Alle quali, come detto all’inizio, poco importa di chi governa ai loro fini.

Ultima chicca: la giornata era partita con un bel sole in cielo azzurro, finché non sono entrati in azione i soliti aerei a scia, col risultato di un cielo totalmente coperto. Vedi foto…

 

  nonché mio precedente articolo…LEGGI… inviato anche al Comune e all’Associazione Albergatori, tuttora senza riscontri. Tutti insomma, cittadini e autorità, subiscono di tutto, in religioso silenzio. Oggi: 10 maggio. Sarebbe una giornata di pieno sole, ma, guardate queste foto

 

Marco Giacinto Pellifroni                9 maggio 2015

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