Se la ”troppa medicina” fa male

 
PILLOLE DI SALUTE di Giorgio Menardo
Da Il Letimbro
Se la ”troppa medicina” fa male

 

PILLOLE DI SALUTE di Giorgio Menardo

Se la ”troppa medicina” fa male

Un uso eccessivo della medicina può nuocere alla salute. Nel 1980 la Corea del Sud istituì un servizio sanitario nazionale investendo molte risorse in tecnologia tanto da diventare uno dei paesi del mondo con più apparecchiature per ecotomografia e risonanze magnetiche nucleari rispetto al numero di abitanti. Nel 1999 il governo lanciò un programma di screening per il tumore della tiroide. In poco tempo le diagnosi per questo tumore passarono da 4 a 70 per 100mila abitanti. Nel 2011 i tumori della tiroide diagnosticati erano 40mila. La mortalità per tumore della tiroide nella Corea del Sud non è cambiata in questi anni nonostante tutti i tumori trovati siano stati operati asportando la tiroide. La quasi totalità era di tipo papillifero, un tumore a lentissima crescita, che nella stragrande, maggioranza dei casi non da alcun problema a chi lo ha.


 

Questo è uno degli esempi citati da Marco Bobbio, primario cardiologo, nel suo libro appena pubblicato “Troppa medicina: un uso eccessivo può nuocere alla salute” (Einaudi). Il fenomeno descritto nella Corea del Sud è comune a tutti i paesi “ricchi” che dispongono di macchinari per la diagnostica per immagini. Il New England Journal of Medicine (rivista di riferimento a livello mondiale) ad agosto 2016 ha pubblicato un editoriale intitolato “Epidemia mondiale di cancro della tiroide? L’impatto crescente dell’eccesso di diagnosi”. Per “eccesso di diagnosi” si intende la diagnosi di una malattia, che se non, viene diagnosticata non da alcun problema. Nell’articolo vengono considerati paesi con registri dei tumori attendibili nei quali sia possibile paragonare il numero delle diagnosi di cancri della tiroide prima e dopo I ‘avvento dell’ecografia. In Italia i casi diagnosticati in eccesso fra 1988 e 2007 sarebbero 65mila. Come in Corea questo eccesso diagnostico non ha cambiato la mortalità globale per cancro della tiroide, mentre ha cambiato la vita dei pazienti operati, trasformati in ipotiroidei, che devono assumere ogni giorno una pastiglia di ormone tiroideo, e fare controlli periodici per adeguare la terapia alle esigenze metaboliche che cambiano con l’età. Inoltre l’intervento di asportazione della tiroide é gravato da un certo numero di complicanze che dipendono molto dalla abilità del chirurgo, ma anche i più abili in un certo numero di casi ledono le paratiroidi (piccole ghiandole attaccate alla parte posteriore della tiroide che regolano il metabolismo del calcio) e in qualche caso vengono lesi i nervi che comandano le corde vocali con conseguenti disturbi della voce.


A parte la Corea che ha fatto uno screening di massa, negli altri paesi citati, fra i quali il nostro, l’epidemia di cancri della tiroide interessa prevalentemente giovani donne con meno di 45 anni e l’epidemia è iniziata attorno al 1980 quando i reparti e gli ambulatori di ostetricia e ginecologia furono dotati di ecotomografi e alle donne che vi si rivolgevano veniva fatto spesso anche una ecotomografia della tiroide “per completezza” senza che vi fosse alcun disturbo che giustificasse l ‘esame. Un tumore, seppur scoperto incidentalmente, genera sempre ansia e quasi tutti preferiscono farsi asportare la tiroide per mettersi al riparo da possibili problemi futuri. Questa prassi di asportazione non appena veniva identificato un tumore papillifero della tiroide anche di piccolissime dimensioni, lasciava perplessi molti medici anche e soprattutto perché non si osservava alcun beneficio visto che la mortalità globale restava invariata. Un gruppo di medici giapponesi seguì per oltre sei anni 1235 persone nelle quali era stato trovato incidentalmente un cancro papillifero facendo loro periodiche ecografie: solo il 3,5% di loro ebbe una progressione clinica della malattia e nessuno morì. Oggi le linee guida raccomandano atteggiamenti molto più cauti: i noduli della tiroide devono essere attentamente valutati e solo quelli con aspetti ecotomografici sospetti e di certe dimensioni (generalmente superiori al centimetro) sono studiati con agoaspirato nel nodulo con cui, sotto guida ecografia, si aspirano alcune cellule che vengono esaminate al microscopio e solo ai pazienti con noduli ed esami sospetti viene oggi raccomandata la chirurgia. Lo screening di massa per il cancro della tiroide viene oggi sconsigliato. Restano invece sempre raccomandati gli screening del cancro del collo dell’utero, del colon-retto e della mammella che hanno molto ridotto la mortalità.

Giorgio Menardo da Il Letimbro
 
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