Scrittori in “Piazza” 2

Da A’ CIVETTA Periodico di Celle Ligure
SCRITTORI IN “PIAZZA” 2
Paolo Piazza

;SCRITTORI IN “PIAZZA” 2

PAOLO PIAZZA Cellese neanche a dirlo, classe 1957, segue le orme paterne diplomandosi Capitano di Lungo Corso al Leon Pancaldo di Savona e prendendo il mare per tre imbarchi su petroliere subito dopo il servizio di leva nella Marina Militare, poi riprende terra, svolge svariati lavori ed infine approda, per restare nel lessico marinaro, a Poste Italiane, da tempo e ora al ‘Reparto Ispettivo’, trasformatosi in ‘Controllo Interno’ e promosso a ‘Quadro Aziendale’.

Sportivo eclettico, che gli ha facilitato il periodo della naja, non parrebbe il prototipo dell’uomo di lettere o addirittura poeta. Eppure… È stata una sorpresa, mi raccontava mamma Marisa, Maestra in pensione, l’apparire di un suo libro autobiografico con ritagli di spionaggio romanzato e saperlo a comporre versi, passione che lo ha ‘colpito’ e coltiva da qualche anno. E così di scrivere, giungendo a realizzare addirittura un libro che, nell’iniziativa Comunale già accennata, sarà presentato in pubblico, a Celle, nei prossimi mesi.

“I ragazzi della 274” (Il ‘274’ era un Pontone autopropulso (allora) ormeggiato nel porto di La Spezia.”) Parte di questo testo, scritto in prima persona, vuole essere la storia romanzata ed in parte autobiografica di un giovane che, insieme ad altri cinque commilitoni, da novembre 1977 ad aprile 1979, svolge il servizio militare in marina nella città di La Spezia. Parte, invece scritta in terza persona, racconta in parallelo del clima politico e sociale del periodo e immagina, dietro al rapimento e all’uccisione dell’onorevole Aldo Moro, il coinvolgimento dello spionaggio Americano e Russo. L’intenzione è quella di mettere a confronto due generazioni: quella dell’autore, e quella precedente, che ha vissuto il ‘68 e tutte le sue rivoluzioni che sarà frutto dell’analisi e dei dialoghi dei giovani marinai. Il puzzle si compone di quanto la storia della Repubblica Italiana sia pervasa da misteri che, dietro stragi e/o rapimenti efferati, simbolicamente vengono rappresentati nel romanzo dall’uccisione dell’onorevole Aldo Moro e nella fantasiosa storia di spionaggio di contorno.

La narrazione si compie con l’ultimo capitolo nel quale il “piccolo uomo”, stanco di cercare una trama logica ed umana degli eventi della vita, esausto ed affaticato nel ripercorrere i ricordi ormai un po’ appannati e velati dalle consuetudini, corona con una tempesta di cinquemila parole in un soliloquio senza regole di punteggiatura (flusso di coscienza).

   A Civetta

   A Civetta – Periodico di critica, cultura e informazione

E’ in uscita il NUMERO 36

 

 

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