Savona, impressioni di un turista

Savona, impressioni di un turista

Savona, impressioni di un turista

Immaginiamo di essere un turista che approda a Savona con la Costa Crociere. Mi metto nei suoi panni. Il primo pensiero, all’attracco: “ma dove sono le banchine elettrificate? Tutti i porti europei le stanno installando e voi no?”. Vabbè scendo dalla nave, la prima cosa che mi aspetto è un itinerario turistico delle bellezze locali. Nulla.

Al massimo un pullman della Costa, che porta all’Acquario di Genova, “sono venuto a Savona e mi portano a Genova?”. Rinuncio, provo a districarmi da solo per la città. Noto subito un traffico esagerato, a pochi metri dal porto, “ma chi studia la viabilità a Savona, un pazzo?”, tesi confermata appena mi reco in centro, “il centro-città aperto al traffico e inoltre congestionato? Ma nel resto d’Italia, quasi tutti i centri città sono pedonali, oppure ad accesso solo per mezzi pubblici!”. Mi aspetto di vedere una serie di piccole botteghe che promuovono l’artigianato e la cucina locale. Poco o niente “cosa mi porto come souvenir da Savona?”. Negozi chiusi. Oppure semivuoti. Mi dico “magari è solo per oggi”, poi scopro nel raggio di pochi chilometri vi sono ben tre centri commerciali, con parcheggi gratuiti. 60mila e passa abitanti serviti da ben 3 centri commerciali, per giunta dentro la città, “quasi ovunque i centri commerciali sono fuori città e di certo, per una piccola città così, tre sono ben troppi”; mi reco sulla zona costiera, “vado a farmi un bagno”, spiagge libere tendenti allo zero, non attrezzate e inoltre un proliferare di bagni marini. Bel servizio per i turisti! Mentre passeggio sulla Via Aurelia, dove non esistono piste ciclabili, scorgo verso Ovest due immense ciminiere. Chiedo in giro.

Una centrale a carbone nel mezzo della cittadina confinante a Savona. “Questi sono pazzi”, penso. Mi reco nella vicina Vado Ligure, prendo un autobus affollatissimo, tra l’altro in ritardo e giungo a destinazione. Un euro e trenta per una corsa di 20 minuti! Trovo una spiaggetta e mi faccio un bagno. Poi, ascoltando in giro, sento che vogliono fare una piattaforma container nel mezzo della rada di Vado, proprio a pochi metri da dove mi sto facendo il bagno, “chissà, si sono calati qualcosa i politici di zona”.

Ritorno a Savona, dopo un altro travagliato viaggio in autobus, cerco una connessione Wi-Fi gratuita, attivata solo recentemente. Navigo un poco e cerco informazioni su Tirreno Power e Piattaforma Maersk. Mi viene la pelle d’oca! Si è già fatta sera e torno sulla Costa, che ha già consumato tonnellate e tonnellate di sostanze inquinanti riversate, per stare ferma in porto.

Ho trovato il posto dove NON portare i miei figli e dove NON tornare più.

 Una città che vuole i croceristi e che per attirarli brucia carbone, si fa sopraffare dal traffico automobilistico, mal servita dai mezzi pubblici che hanno costi esorbitanti, piste ciclabili assenti, spiagge ostaggio dei bagni marini, che ammazza il commercio locale con tre centri commerciali, scarsa valorizzazione degli edifici storici, che cerca di fare una piattaforma container nel mezzo della spiaggia. “Qualcuno ha le responsabilità su tutto questo”, mi chiedo. Una città non può essere allo stesso tempo industriale, commerciale e turistica, è un mix pericoloso. Eppure stanno facendo questo, portano una città ad ampia vocazione turistica, ad essere un Pechino in miniatura. Che però fa venire i croceristi per ammazzarli. Mentre la costa ligure s’allontana dalla mia vista, mi immagino a come sarebbe stato bello visitare a fondo il Priamar (una fortezza bellissima e fruibile, ma che viene lasciata a se stessa), il complesso di S. Giacomo, Palazzo santa Chiara, la zona denominata Santuario, il duomo, fruire liberamente delle spiagge. Penso che non esiste un grande parco verde! E che non si punta sulla mobilità sostenibile. Intanto girando per la nave, ascolto altri turisti. Parlano della spiaggia della Margonara, “una zona bellissima, volevano farci un porticciolo, ma è stato bloccato tutto. Ora la spiaggia è lasciata in condizioni pietose, nessuno la cura, se non chi ne usufruisce”. Mentre ascolto queste parole, mi viene male al cuore. Come uccidere il potenziale economico derivante dal turismo. Questa città lo sta facendo bene, ringraziamo la classe dirigente attuale e passata. In queste condizioni, invece, la città non avrà futuro. Se non quello di uno spopolamento, per morte o per fuga.

Manuel Meles  da Il cittadino  frustrato

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