SAVONA COSMOPOLITA

SAVONA COSMOPOLITA

SAVONA COSMOPOLITA

L’export della provincia di Savona vale circa 1,5 miliardi di euro all’anno e, prosegue Punto Savona del numero scorso, “rappresenta l’unica nota positiva per il sistema economico savonese”; ma, per vendere all’estero, servono imprese competitive e questo vale sia per le grandi aziende sia per le piccole”. 

Sono dati della Camera di Commercio di Savona che dovrebbero far riflettere, visto che questa propensione ad esportare ha riflessi positivi sulla nostra economia in tempi di durissima crisi.

Savona si conferma una città che, nonostante tutto, non rimane schiacciata nel localismo. A confermare la vocazione internazionale della città ci sono le cifre, che lo stesso Punto Savona, pubblica a proposito di un’insospettata vocazione imprenditoriale degli immigrati che abitano Savona e provincia. Non sto a riportare le cifre e le percentuali degli immigrati e immigrate, impegnati ormai  non soltanto nel lavoro di cura ai nostri anziani e bambini, ma nell’apertura di vere e proprie imprese: nell’edilizia (albanesi e rumeni) nella ristorazione (cinesi e nordafricani), nel commercio ambulante e non (un pò tutti i gruppi di immigrati). Purtroppo restano ancora sconosciuti i dati circa la percentuale di PIL savonese che contribuiscono a formare. Sotto questo profilo il riconoscimento della cittadinanza onoraria a più di 40 bambini nati da genitori stranieri da parte dell’amministrazione comunale di Savona anche per la reiterata  volontà dei consiglieri Vignola (PD) e Pongiglione (NOI PER SAVONA) ci pare un atto non solo di generosità, che ci induce tutti alla commozione, ma un atto dovuto che dovrebbe diventare esemplare per tutti i sindaci e amministratori dei comuni della nostra provincia, meglio se allargata.

Sovente sono stato, spero, costruttivamente critico verso chi amministra la mia città, che amo, e credo che senza pregiudiziali questo stimolo debba continuare ad essere esercitato. A quando dunque una soluzione al problema della moschea? Non facciamo che, come accaduto a pochi kilometri da noi, essa diventi un problema che divide. Chi ha della religione un’ idea non faziosa e combattente, come chi scrive, sa che la garanzia per tutti di un luogo di culto adeguato, è per una città un vero e proprio elemento di arrichimento sociale e stando ai dati esposti sopra, persino economico.

Il cosmopolitismo, senza chiudere gli occhi dei problemi che comporta, fa bene alla nostra Savona e alla sua provincia lunga o corta che sia e sentirci cittadini del mondo è un’ottima cosa, non solo quando ci scopriamo sorpresi dalle fotografie che crocieristi, venuti da molto lontano, fotografano i nostri splendidi edifici di via Boselli piuttosto che di Corso Italia o via Paleocapa, ammirati da quella Savona ottocentesca a cui noi, nati qui, non facciamo più neppure caso E senza carbone e piattaforme!

 

UGO TOMBESI     17.11.2012

 

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