SAVONA: CEMENTO, ASFALTO, ELEZIONI E TAVOLI.

SAVONA:
CEMENTO, ASFALTO, ELEZIONI E TAVOLI.

 SAVONA: CEMENTO, ASFALTO, ELEZIONI E TAVOLI.  

L’ultima polemica su Palazzo Santa Chiara, i cui cancelli si riaprono  per collegare via Pia a piazza Duomo, non nasce su questioni di lana caprina, ma sull’ennesima prova di cattivo gusto, di scarsa cultura architettonica dell’Amministrazione Comunale che nella fretta di riaprire il passaggio, dettata più da motivi elettorali che dalla corsa dei Babbi Natale, ha pensato bene di  ricoprirlo con uno strato di grezzo bitume, alla stregua di normali strade.


  Nessuno sostiene che il passaggio, chiuso da dodici anni, non dovesse essere aperto, ma farlo con le dovute attenzioni che avrebbero dovuto avere chi ben conosce il valore di uno dei più importanti palazzi savonesi.

L’asfalto nel cortile interno del Palazzo, progettato dal Sangallo nel 1497 per il futuro Papa Giuliano Della Rovere, rifugiatosi a Savona dopo l’elezione di Alessandro Borgia, è proprio un oltraggio, un’oscenità.

Un palazzo principesco, di quel gusto rinascimentale la cui cura impose al Sangallo di risiedere a Savona per ben tre anni e che fu progettato nei minimi preziosi particolari, avrebbe avuto diritto a più riguardi.

Purtroppo l’inqualificabile incompetenza e superficialità di chi amministra, ha preferito utilizzare il Palazzo come marketing elettorale, aggiungendo l’ultima bruttura ai tristi interventi di ristrutturazione passati.

Le Sovrintendenze che si sono succedute sono state colpevoli e complici ieri e lo sono adesso, avvallando incomprensibilmente una copertura con bitume che l’assessore Di Tullio definisce temporanea, ma che tutti sanno, rimarrà per ben otto anni, fino al 2022 quando il restyling del palazzo sarà ultimato.  


Si poteva temporaneamente, fare un intervento meno invasivo in attesa che una proposta progettuale idonea, fornisse un’appropriata definitiva sistemazione, e invece no. Sabato bisognava che l’assessore candidato alla poltrona di Sindaco e il Sindaco candidato alle regionali inaugurassero l’apertura del passaggio per forza. Meglio lo squallido asfalto che mortifica il chiostro e il Palazzo che perdere quella occasione.

Tra le altre occasioni di campagna elettorale dell’assessore Di Tullio, proprio di questi giorni, c’è stato il tavolo dei Giovani dove, proprio sull’argomento, si era speso per spiegare agli stessi la sua contentezza “di essere riuscito a portare a termine l’impegno preso nei mesi scorsi con i cittadini , cioè aver realizzato entro Natale i lavori che permetteranno la riapertura del chiostro di Palazzo Santa Chiara, uno dei Palazzi più belli della Città.” Ci teneva a precisare inoltre che “In accordo con la Sovrintendenza, si è deciso di ricoprire con uno strato di asfalto il passaggio e di fissare sulle pareti pannelli di legno colorati, in modo da averlo disponibile per le feste natalizie. Passate le feste, l’asfalto verrà colorato e, terminati i lavori di ristrutturazione, sarà sostituito con una pavimentazione definitiva”.

Spiegava, inoltre ai giovani, come il costo complessivo dell’intervento di ristrutturazione sarà di circa 12 milioni di euro, un finanziamento a quota comunale (alienazione della propria quota di azioni della società Autostrada dei Fiori S.p.a., di oltre 4.500.000,00 milioni di euro) ed un finanziamento a carico di terzi (la Fondazione A. De Mari, che prevede un contributo al Progetto con una somma di 8 milioni di euro).

L’assessore Di Padova alle politiche giovanili e l’assessore Di Tullio, ci tengono molto a convincere i giovani savonesi della bontà dell’ operato dell’attuale amministrazione, infatti proprio al Tavolo dei giovani del 17 dicembre, Di Tullio interveniva anche a proposito  dell’Ostello della Gioventù, precisando che grazie  al progetto di Orsa 2000 in merito al Crescent 2, i privati finanzieranno  proprio il recupero dell’Ostello nella sua totalità.


 A questo proposito il Vicesindaco invitava tutti i giovani iscritti al Tavolo ad elaborare proposte sul “contenitore Priamar”, in particolar modo riflettendo se si reputi sia meglio far prevalere la funzione conservativa-museale del Complesso o se promuoverne la funzione di utilizzo.

L’ipocrisia con la quale si strumentalizza con opportunismo uno spazio dove i giovani dovrebbero essere protagonisti indiscussi, è disarmante.

Uno spazio che dovrebbe essere di libero  dibattito, in cui i giovani possano partecipare democraticamente e magari riflettere, in autonomia e senza padrini, su come nella loro città si sia già istituzionalizzata la contrattazione con i privati di ogni scelta urbanistica e dove il consumo di suolo salvaguardi i profitti e non gli interessi pubblici come invece si vuol far loro credere.

Dove si possa prendere coscienza su come il rapporto pubblico/privato si sia gravemente sbilanciato ancora  più verso i privati, mettendo definitivamente a rischio la funzione sociale e il governo del territorio costituito dalla sommatoria di proposte immobiliari private.

Ma è pur vero che così ci sarebbe il rischio che quei giovani savonesi si sveglino da quel torpore in cui sono stati messi e prendessero coscienza su come a Savona la cementificazione, proprio in questi ultimi decenni, sia stata  padrona e come quelle realtà imprenditoriali, di cui l’assessore espone i meriti, siano proprio i maggiori responsabili della colata di cemento in Darsena anche con l’ultimo intervento, proprio quel Crescent 2 senza il quale l’Ostello sembra proprio non si possa riqualificare.


Crescent 2

Fortuna che i Giovani in quel tavolo non abbiano preso coscienza sugli scempi che gli appetiti “imprenditoriali “coperti dalle banche, nella città ci hanno regalato, che troppe domande non se le facciano.

Fortuna che possano credere ancora che le richieste di collaborazione e di pareri possano dare esiti e magari qualcuno di loro possa pensare a trampolini di carriere politiche, come ha fatto l’attuale classe politica. D’altronde che importanza può avere, davanti a tutto questo, un palazzo di seicento anni per chi salutava con entusiasmo il tornado di FuKsas come simbolo di Savona al posto della troppo vecchia e superata Torretta?

ANTONIA BRIUGLIA

 

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