Savona celebra l’eccidio del 1 novembre 1944

Grande partecipazione per la cerimonia in ricordo dell’eccidio dei sei patrioti savonesi uccisi (Giuseppe Baldassarre detto “Fedo” di 26 anni, Pietro Cassani, carabiniere di 39 anni, Luigia Comotto di 68 anni, Paola Garelli detta “Mirka”, sappista di 28 anni, Franca Lanzone detta “Tamara” di 25 anni, Stefano Peluffo detto “Mario”, capo del fronte della gioventù di 18 anni, “Penna” decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare) avvenuto il giorno dei Santi del 1944 come rappresaglia voluta dai fascisti a seguito dell’azione partigiana del 30 ottobre 1944 in cui venne giustiziato Giorgio Massabò, membro del Tribunale Speciale fascista.

“Questa giornata è molto importante per tutta la città di Savona poichè ricorda l’eccidio del 1 novembre 1944”, dichiara il presidente Aned Simone Falco, “e saluto il vicario del Prefetto, il rappresentante del Questore, il neo sindaco di Savona Marco Russo, l’assessore Branca ed il consigliere Burlando per l’amministrazione comunale, il presidente Anpi e Isrec di Savona. La città non ha mai dimenticato i morti partigiani ed i deportati dello sciopero del 1 marzo 1944 quindi occorre mantenere la memoria soprattutto per i giovani; il fascismo ha cancellato le nostre libertà ed in collaborazione con il Re Vittorio Emanuele III ha firmato le leggi razziali. Sono diventato presidente dell’Aned il 2 ottobre 2021 e ne sono onorato poichè la memoria di chi muore per la nostra libertà non deve mai essere dimenticata”.

Parole simili da parte di Marco Russo, sindaco della città di Savona: ”Ringrazio gli organizzatori della cerimonia dicendo che è fondamentale nel patto che fonda la città; la memoria tiene viva e solida l’identità di oggi e domani con la necessità di tenere alto il valore delle parole. La memoria storpiata è più grave della sua mancanza e l’uso dei simboli è cruciale; quando questi vengono sviliti è deturpati è molto grave poichè si perde l’identità. Vi è un obbligo generale di conservare parole e simboli visto che questi giovani sono morti da eroi ma erano persone comuni”.

“La parola libertà è molto importante ed occorre assaporarne nuovamente il gusto”, afferma Salvatore Mottola in rappresentanza di Sua Eccellenza il Prefetto Antonio Cananà, “rispettando però noi stessi e gli altri. Non c’è futuro se il benessere e la felicità sono legati agli altri ma bisogna ricordare che queste persone sono morte per la nostra libertà; nelle scuole queste figure devono essere ricordate gustando la libertà e sorridendo alla vita”.

“Per me è un onore essere qui rappresentando la regione”, sottolinea il consigliere regionale Roberto Arboscello, “e manifestazioni come questa sono custodi importanti della nostra memoria”.

“Sono passati 77 anni da questo eccidio avvenuto come rappresaglia per l’omicidio del gerarca Massabò; voglio ricordare in questa occasione tutte le stragi avvenute in provincia di Savona. Le nostre idee di libertà ed uguaglianza per le quali sono morti migliaia di giovani sono presenti nella Costituzione che è nata dalla Resistenza”, conclude la presidente dell’Isrec di Savona Professoressa Teresa Ferrando.

SELENA BORGNA

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