Savona

Savona, due novità e successo commerciale:
negozio di parrucchiere e centro massaggi (super) 

Savona, due novità e successo commerciale:
negozio di parrucchiere e centro massaggi (super) 
 

Savona – Quanti sono i negozi, gli esercizi pubblici, le attività artigianali, gestiti direttamente (in pochi casi con prestanome) da cittadini cinesi in provincia di Savona? Non abbiamo notizie di una statistica, dati ufficiali o quantomeno resi pubblici nella loro completezza.

Con alcuni interrogativi che accompagnano spesso le nuove acquisizioni: faranno pure tante ore di lavoro, lunghe aperture, ma come fanno in diversi casi assai solari a pagare affitti salati a fronte di incassi improbabili? Se altri gestori, soprattutto italiani, hanno dovuto gettare la spugna per obiettive difficoltà di bilancio (dunque debiti, creditori, spese eccessive) con quali introiti resistono le “formiche cinesi? Quale fondamento ha la credenza, piuttosto diffusa, che non tutto avvenga alla luce del sole e soprattutto all’insegna della legalità?

 

 Risposte davvero interessanti e che forse qualche politico a caccia di voti potrebbe sollevare nelle sedi competenti, per un’opera di trasparenza, chiarezza, informazione attesa dai contribuenti (evasori e non) italiani e stranieri.

A Savona, le ultime notizie sul fronte commerciale-artigianale, hanno portato Trucioli Savonesi in via Montenotte, zona centrale, in pieno centro storico. Qui da alcuni mesi, nei locali che un tempo ospitavano un’attività di quadri e cornici, si esercita l’attività di parrucchiere per donna e uomo.

La titolare pare sia un’italiana, ma i veri artefici sono dei bravi (cosi di dice) parrucchieri cinesi; giovani, capaci, volenterosi, intraprendenti.

Stanno avendo successo, nonostante la poca visibilità dell’esercizio. Una sola vetrina (vedi foto esterna…), neppure l’insegna esterna. Nulla di appariscente.

Eppure nell’ambiente si sussurra che abbiano tanto lavoro e una clientela in crescendo. Giovani e meno giovani, anche attratti dai prezzi molto convenienti, rispetto a quelli praticati dai concorrenti.

Sia parrucchieri per uomo, sia per donna. Con 8-10 ieri – vedi i cartelli della foto – è possibile i taglio di cappelli ed a seguire tutti le altre prestazioni, un tariffario imbattibile.

Si aggiunga che ormai gli orari di questa attività sono liberi. Gli italiani chiudono solitamente il lunedì, mentre loro (i cinesi) restano aperti. Uno giorno comune di chiusura la domenica.

Esiste alla Camera di Commercio un albo delle imprese artigiane e una commissione provinciale per l’artigianato. Nel comparto dei parrucchieri pare che se si dimostra di aver lavorato due anni nel settore, sia possibile aprire un’attività e questo vale pure per i cinesi.

Fanno il loro ingresso come “dipendenti” ei si trasformano in proprietari. Lo sarebbero già di fatto, e lo diventano a tutti gli effetti con l’iscrizione alla Camera di Commercio.

Altra segnalazione a Trucioli Savonesi, sempre sul fronte delle curiosità, è l’apertura, in via Torino, a Savona, del primo centro estetico di massaggi, ovviamente cinesi. Il locale si trova di fronte a Ganora, nella sede che fu di un negozio di alimentari.

Pure in questo caso si parla di grande successo di clientela, o meglio delle capacità operative delle massaggiatrici e massaggiatori. Un modo di fare innovativo, perlomeno di piacevole “professionalità”.

Chi prova una volta torna e passa la voce, persino nel campo femminile. Grazie a chi trae particolari benefici, sembrerebbe, da massaggi rilassanti e benefichi, per il corpo, per la mente. Insomma un piacere che non tutti sono capaci di offrire. Quantomeno sul mercato estetico e dei massaggiatori professionisti, iscritti all’albo di Savona e provincia.

Dopo i bar, i ristoranti, i negozi, le bancarelle sul mercato, per i cinesi si potrebbe aprire un redditizio filone commerciale.

Sempre a Savona, in corso Italia, nel palazzo storico (delle ‘palle’) incrocio con corso Mazzini, è subentrata un’attività cinese che può sopportare un affito di 3500 euro mensili (voci); in via Pia è stato rilevato per 60 mila euro un negozio che era difficile piazzare ad un italiano ed invece ha attratto l’investimento di un cinese.

In tempi di crisi i ‘migliori’ fanno affari?

R.T.

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