Riviera 24, licenziamenti e trappole

Riviera 24, licenziamenti e trappole
l’editore è il vescovo di Sanremo

Riviera 24, licenziamenti e trappole
l’editore è il vescovo di Sanremo
da La Repubblica
DAISY PARODI  MARCO PREVE

Sarà lo spirito dei tempi (quello renziano, non quello Santo), ma la diocesi di Sanremo si pone come apripista nell’interpretare le nuove dinamiche del mondo del lavoro. E, infatti, licenzia in tronco due giornalisti dal sito internet di informazione Riviera24. it, nel quale lavoravano da anni. In realtà prima di licenziarli avrebbe loro offerto un’alternativa: rinunciare al contratto a tempo indeterminato per uno a tempo determinato con postilla capestro in base alla quale, in caso di futuro licenziamento, i due non avrebbero potuto aprire un sito loro o collaborare con la concorrenza. Un trappolone diabolico denunciato dai giornalisti Fabrizio Tenerelli (che di Riveira24 era il direttore) e Mario Guglielmi, che naturalmente hanno rifiutato.

Dal canto suo, l’editore del sito allnews, ed è un po’ paradossale, rifiuta di commentare. Ancora più clamoroso visto che l’editore è il vescovo della diocesi di Sanremo e Ventimiglia, monsignor Antonio Suetta.

«Con il vescovo abbiamo avuto una riunione in mattinata — spiega l’amministratore delegato Nicola Amelio — e ha deciso che non avremmo replicato. Posso solo dire che non si tratta di un licenziamento dovuto a mancanze professionali, ma ad una scelta legata sia alla crisi che alla volontà di rinnovare, e che ogni passaggio è stato deciso dopo colloqui con la Direzione Provinciale del Lavoro, struttura gerarchicamente superiore all’Inpgi ( l’istituto di previdenza dei giornalisti, ndr) ».


Aldilà dell’insolita “consulenza” della direzione Provinciale del Lavoro, è probabile che i licenziamenti e i contratti alternativi finiscano davanti ad una giudice del lavoro e sul tavolo degli organismi sindacali dei giornalisti.

Qui l’articolo 18 non c’entra, visto che Nuova Radio Amicizia, la società che è titolare della testata Riviera 24, presieduta da don Ferruccio Bortolotto, nel 2014 denuncia 5 dipendenti (in crescita rispetto ai 4 dell’anno precedente).

Durissimo il comunicato dei due licenziati che parlano di un vero e proprio ricatto da parte della Diocesi: «Siamo stati licenziati per non aver accettato il ricatto consistente nel rinunciare al proprio contratto di lavoro, in regola e a tempo indeterminato, in cambio di un contratto di collaborazione «capestro» che garantiva, in prima battuta, occupazione fino al 31 dicembre 2014 — con possibilità di tacito rinnovo — e come se ciò non bastasse, destinava parte dello stipendio annuale, alcune migliaia di euro, a pagare un «patto di non concorrenza » a fronte del quale si sarebbero entrambi impegnati, una volta ed eventualmente licenziati dal giornale, a non aprirne altri (giornali) o a collaborare con altri giornali, in provincia di Imperia».

Tenerelli — che ricevuta la lettera di licenziamento racconta di aver avuto un malore ed esser stato soccorso da un’ambulanza — e Guglielmi, diventato da pochi mesi padre, sottolineano quella che per loro è un’evidente ipocrisia: «Davvero un gran bell’esempio di umanità da parte di una Chiesa che, per voce di Papa Francesco, cerca di valorizzare l’uomo nelle sue due massime espressioni che sono il lavoro e la famiglia. In un solo colpo, invece, hanno violato entrambe: il lavoro, licenziando due persone, e la famiglia ». Infine un ultima stoccata a dimostrazione che i soldi in curia ci sarebbero: «Nell’ottica di una riorganizzazione aziendale necessaria per ripianare alcune situazioni debitorie, l’azienda che lascia a casa due persone — e, intanto, acquista in leasing degli Ipad per tutti, per altro non richiesti — inserisce in azienda almeno una terza persona. Operazione quest’ultima avvenuta in concomitanza con i due licenziamenti di chi, come dall’editore stesso affermato: “non ha voluto allinearsi”».

Da La Repubblica

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