Riscoprire il nostro passato. “Enclaves” savonesi nel territorio di Varazze

Tiziano Franzi

Con il vocabolo enclave, di origine francese, si intende un luogo non molto esteso che sia completamente circondato da territorio appartenente a uno stato diverso da quello che ha la sovranità su di esso: Campione, ad esempio, è un’enclave italiana in territorio svizzero, come dimostra il nome completo di tale comune: Campione d’Italia.
Nei secoli in cui Varazze (Varagine) fu a capo della Podesteria (Potestatia Varaginis, Cellarum et Arbizolae), cioè dal 1343 al 1789, quando Napoleone Bonaparte abolì dovunque ogni forma di autonomia, il suo territorio (e con esso quello delle Comunità che formavano la podesteria) fu più volte fatta oggetto da parte di Savona di “incursioni” che si possono definire vere e proprie “enclaves”.
Savona lottò per secoli per l’indipendenza da Genova e infine dovette soccombere al superiore potere della Serenissima, che ne interrò il porto e ne occupò anche la fortezza del Priamar.
Notizie di tali enclaves sono fornite nel lavoro di Roberta Braccia a cui mi riferisco e al quale rimando per ulteriori informazioni e approfondimenti.
Un quadro molto complesso e articolato emerge dall’analisi delle vicende politiche e istituzionali che interessarono territorio e abitanti delle comunità di Varazze, Celle e Albissola e tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo in un arco di tempo indubbiamente decisivo per la formazione e la consolidazione del dominio genovese virgola, di cui pare opportuno riproporre alcuni momenti.
Nel maggio del 1343 il doge Simon Boccanegra e i rappresentanti della popolazione di queste tre comunità si incontrarono per concludere e sottoscrivere un accordo in base al quale esse accettavano formalmente di essere governate da un Podestà nominato da Genova.
Si tratta delle note Conventiones istitutive della podesteria di Varazze, frutto di un progetto politico già iniziato dal comune genovese nel secolo precedente e ampiamente agevolato dall’ambizione degli abitanti dei tre luoghi di emanciparsi sia dai signori locali sia dalla vicina civitas di Savona. In base alle convenzioni nella podesteria di Varazze la giustizia era amministrata dal Podestà, eletto da Genova e residente a Varazze, e da suoi Vicari incaricati di giudicare nelle comunità di Celle e Albisola.

Più esattamente, salvo alcune controversie che dovevano necessariamente essere sottoposte al magistrato di Genova (sale, commerci marittimi, pirateria) il Podestà aveva la giurisdizione civile e criminale, mentre i Vicari, eletti a Celle e ad Albisola, disponevano di una giurisdizione limitata alle cause civili di valore inferiore a 100 soldi in cui fossero parti cellesi e albisolesi.
Il Podestà e i Vicari non erano però gli unici soggetti ad amministrare la giustizia nella podesteria. Infatti, come si evince dagli statuti di Savona del 1345, dovevano essere nominati dal centro cittadino alcuni ufficiali da inviare nella enclavesavonese a Celle, deputati a compiere atti di giurisdizione tra cui «cognoscere e difffinire questiones a soldi vigenti inferibus et condemnare usque in quantitate soldorum quinque et non ultra». […]
In un documento del 1370 si legge che in quell’anno il Podestà di Varazze, Lodisio Cigala, ingiunse ai Vicari di Albisola di restituire a norma delle convenzioni stipulate tra Genova e Savona, i beni immobili indebitamente sequestrati ai savonesi «qui habent possessionem super posse Albizolae».
Con ogni probabilità era accaduto che cittadini e distrettuali di Savona, abitanti o proprietari di beni immobili ad Albisola, rifiutandosi di versare delle imposte a quest’ultima per il loro immobili situati nel «posse» di Albissola, avevano subito un ingiusto pignoramento.
Questa ipotesi è corroborata dalla circostanza per cui pochi anni dopo, nel 1381, Savona e Albisola erano pervenute ad un accordo secondo il quale i beni immobili posti nel territorio albisolese, già appartenenti a cittadini savonesi prima del 1251, avrebbero dovuto essere esenti da ogni tributo previsto a carico degli abitanti della comunità. […]

La coabitazione tra abitanti della Podesteria e cittadini distrettuali savonesi sollevava, oltre a problemi di natura fiscale, anche conflitti di giurisdizione.
A questo proposito vale la pena ricordare un intervento con cui il doge Pietro Campofregoso il quale nel 1451 ingiunse al Podestà di Varazze di punire gli uomini di Savona a Celle solo ed esclusivamente qualora avessero commesso un delitto a Celle, ferma restando la giurisdizione savonese in tutti gli altri casi. […]
Certo è che la storia dei savonesi ad Albisola si chiuse nel 1526 quando Genova ordinò che gli uomini del Comune di Savona non avrebbero potuto più rivendicare alcun diritto o giurisdizione su tale comunità: «item ad cautellam declarant quod commune et homines Saone in loco Albisolae vel eius posse non possint nec debeant habere aliquam jurisdictionem».
Addirittura nel 1529 si ordinò la posizione di termini marmorei per assegnare i nuovi confini del distretto savonese. Sempre nel 1529 nella stessa circostanza, ebbe fine la storia dei savonesi a Celle: «pari modo ad cautellam statuunt et declarant Ipsos Saonenses ad civitatem Saone in locum Cellarum seu eius districtum non habuisse nec habere aliquam iurisdicionem».

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Insomma, nel giro di pochi anni, attraverso l’emanazione di inequivocabili provvedimenti, abitanti e territorio di Albisola e Celle passarono definitivamente e interamente sotto la giurisdizione della Repubblica.
Il differente status giuridico e politico conservato fino a quel momento dagli abitanti della podesteria costituisce indubbiamente un significativo esempio di come il principio di territorialità della giurisdizione non si fosse ancora ben radicato.
In ambiti geografici molto ristretti per secoli si trovano individui e famiglie divisi tra due città, Genova e Savona soggetti a diverse leggi e consuetudini: gli statuti di Genova, da un lato, gli statuti di Savona, dall’altro, e poi gli statuti di ciascuna comunità (Varazze, Celle, Albisola).
Pur facendo parte di un’unica podesteria e nonostante la raggiunta “territorializzazione” della giurisdizione genovese a scapito di quella savonese, le comunità di Albisola, Varazze e Celle continuarono peraltro a utilizzare i propri statuti. Solo nel 1600 venne promulgata una legislazione unitaria e ciò avvenne grazie alla stesura di un unico statuto criminale.
Da tutto questo risulta evidente la predominanza di Varazze sui territori di Celle e Albisola nell’ambito della Podesteria e che al suo Podestà viene affidata ogni azione giuridica contro chi dalla Repubblica è ritenuto oggetto di dovuta riprovazione, confisca o altro simile.

Tiziano Franzi

(1*) –  Braccia R., Le enclaves savonesi nella podesteria di Varazze, in Materiali per una storia della cultura giuridica, a. XXXVII, n.1, giugno 2007

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