Racconto

Un racconto di Laura Candelo
Ed ho guardato negli occhi dei miei figli…

Un racconto di Laura Candelo

Ed ho guardato negli occhi dei miei figli…

Credo che gli occhi siano veramente lo specchio dell’anima: infatti le parole possono mentire, le apparenze possono ingannare, ma gli occhi possono raccontare solo la verità e le nostre emozioni, siano esse belle oppure brutte.

I nostri occhi parlano di noi, delle nostre esperienze di vita, più o meno piacevoli, delle nostre sensazioni, delle nostre rinunce, dei nostri successi ottenuti con sacrifici, ma sanno anche raccontare le nostre gioie, le nostre vittorie, insomma gli occhi raccontano ciò che siamo veramente e non come vorremmo essere e molte volte non ne abbiamo il coraggio…

Guardandomi allo specchio mi scopro spesso con sguardi malinconici e nostalgici, con occhi tristi ed infelici, per le cose perdute, per quelle mai avute o per quelle che vorrei avere e che non ho o che non risceo ad ottenere…

Poi, un giorno qualunque, mi specchio e mi ritrovo con gli occhi che scintillano e commossi, per un amico ritrovato, una parola di conforto, un gesto inaspettato, un abbraccio inatteso o perchè riesco a reagire ad una brutta situazione…

Ecco che i miei occhi cambiano a seconda delle mie emozioni e dei miei sentimenti, proprio come cambia la mia anima ed il mio modo di essere, così, improvvisamente, lasciandomi ancora una volta sorpresa e senza parole…

Un’altra volta i miei occhi non smettono di lacrimare, per una persona cara strappata via troppo presto, per un addio, per una situazione che mi coinvolge particolarmente, per una canzone ascoltata o per una tragedia inaspettata,o anche solo per un racconto letto o per un pezzo di vita condiviso con qualcuno di speciale che ti sa capire davvero…

Capita anche che un giorno mi giri verso due bambini magnifici, che non hanno chiesto di venire al mondo, ma che ti sanno donare il loro amore più sincero ed incondizionato; li guardi mentre inaspettatamente ti hanno visto inavvertitamente   piangere e ti chiedono sottovoce e timidamente: “Mamma perchè piangi…?” e vedi nei loro occhi la tua tristezza ed il tuo mal di vivere ed allora pensi di essere stata maledettamente egoista e che devi riprendenderti, devi reagire almeno per loro, anche se la vita ti ha deluso e le persone ti hanno ferito, se le cose non vanno per il verso giusto o per come avresti sperato…

Devi riemergere dall’oblio perchè i tuoi figli non c’entrano e perchè loro sono la chiave per aprire il tuo cuore ferito e per provare a ricominciare…ci devi riuscire…

Guardi i loro occhi e pensi che li vorresti vedere sempre brillare, come quando è il loro compleanno, come quando ricevono un regalo inaspettato,cucini il loro dolcetto preferito, vedono volare un aquilone nel cielo o quando tutti e tre scoppiavate a ridere  per una faccia buffa fino alle lacrime… 

Ti ripeti che non è giusto che ti vedano star male o che siano loro stessi a doverti compatire ed a restarci male a loro volta, ti prometti un futuro migliore almeno per loro e che farai di tutto per dar loro il meglio che possano desiderare, che non  farai mancare loro nulla per quanto ti sarà possibile, che sarai sempre presente, che li lascerai sbagliare per capire che si può sempre far meglio e che su di te possono sempre contare, anche se sei una mamma estremamente fragile, sensibile ed emotivamente instabile, con le debolezze che la rendono tale, purtroppo…

Credo che ogni essere umano racconti con i propri occhi le proprie esperienze di vita vissute, che siano tutti libri uno diverso dagli altri, con capitoli più o meno piacevoli, più o meno interessanti, ma comunque che valgano la pena di essere letti.

Nelle nostre anime ci portiamo dietro bagagli di emozioni, di ricordi, di sensazioni e di sbagli che solo chi ci era accanto o chi era nel nostro cuore può capire fino in fondo e che non devono essere giudicati, ma semplicemente compresi e condivisi…

Sarà impossibile dimenticare gli occhi dei miei bimbi e di tutti i piccoli dell’olocausto, supplicanti misericordia  e pietà per una colpa mai commessa,o ancora gli sguardi dei bimbi dei terremoti di Abruzzo, Haiti, del Cile o di altri mille e mille tragedie e catastrofi naturali, bimbi che non chiedono nulla, che raccontano con i loro occhi le loro sofferenze e le loro speranze e che sanno scrutare la tua anima e la tua coscienza, senza chiederti nulla in cambio.

Uno sguardo di un bambino che ha perso un genitore o che è stato ferito non solo fisicamente ma anche psicologicamente da una persona che pensava amica, da qualcuno di cui riteneva si potesse fidare, è uno sguardo che ti cambia la vita, è un grido straziante nell’anima e nel cuore, che si crepano e che non si rimargineranno più…

Non so come saranno gli occhi futuri dei miei bambini, non so cosa vedranno e cosa rimarrà loro impresso, ma spero soltanto che le scintille che brilleranno nel loro interno saranno molto più luminose delle lacrime che li faranno brillare e che nei cuori cuori e nelle loro anime portino i segni della speranza e della ricerca di una felicità spesso nascosta o difficile da trovare. 

In futuro, spero di riuscire a guardare negli occhi della gente molto più di adesso, senza aver paura di vergognarmi o di farmi leggere dentro per paura che ciò che viene visto non sia piacevole o sia deludente, anche se purtroppo o per fortuna questa sarò sempre io…

       Laura Candelo

 

 

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.