Racconto

Un racconto di Orlando Defrancisci
Social Network

Un racconto di Orlando Defrancisci
Social Network
La stanza era buia, l’unica luce veniva dalla lampada da tavolo appollaiata su di un angolo della grossa scrivania, era una lampada in ottone con il copri lampadina di vetro colorato verde di quelle che si vedono quasi in ogni film americano e che non fanno un cazzo di luce, intorno a quell’aborto di lume danzavano sinusoidi di fumo appena spinte fuori da quella caverna maleodorante che era il cavo orale dell’ispettore Lanzillo.
Era alto e grosso Lanzillo e, più che di un ispettore di polizia, aveva l’aria di un grande, grosso e sporco delinquente, la barba di più di qualche giorno, i jeans sdruciti e tenuti su da una cinghia troppo lunga che frustava l’aria ad ogni suo movimento, la camicia bianca, o almeno ne aveva la pretesa, era infilata male dentro ai pantaloni e le maniche arrotolate alla meglio lasciavano intravedere grosse braccia pelose, insomma Lanzillo non era una figura rassicurante!
Questo suo aspetto strideva notevolmente con i suoi modi e la sua voce che invece erano molto garbati e rassicuranti, ed il quel momento l’ispettore Lanzillo stava usando il suo tono più convincente;
“Mi dica ingegnere, per favore, vorrei capire, lei è un uomo così distinto, una persona che ha un buon, anzi ottimo livello culturale, lei è molto conosciuto in città, è stimato, vive in una grande e bella casa, ha tanti amici ….., allora mi dica per favore come stanno le cose veramente …”
Lanzillo lasciò in aria la fine della frase e nell’attimo di silenzio che seguì si udirono solo il suo respiro e quello del suo interlocutore poi, lentamente, l’ingegner Mastrostefano prese a parlare 
“Lei mi è simpatico ispettore” disse con un tono ancora più calmo e rilassato di quello che aveva usato Lanzillo, “e da quando mi avete prelevato che mi domando quando sarebbe arrivato il poliziotto cattivo, sa siamo tutti influenzati dalle serie poliziesche che passano in televisione, e quando ho visto lei entrare in questa stanza buia dove ero stato lasciato ad aspettare, ho pensato, ci siamo, invece lei è arrivato qui e mi tratta in modo gentile, sembra quasi che le dia fastidio la sua condizione di inquisitore e che parteggi per me che faccio l’accusato. Lei mi chiede spiegazioni, ed io se lei mi vuole ascoltare gliele posso fornire, tanto saranno brevissime, non so di cosa state parlando!”
Lanzillo sistemò meglio la sua chiappa destra sull’angolo della scrivania e rivolto all’ingegnere disse:
“Ammetterà che tutto è molto strano, che la sua posizione non è poi così chiara … “!
continuò sempre con tono calmo e lanciando sbuffi di fumo che stavano già saturando la stanza, “noi …, io le voglio credere, ma faccio fatica, si metta nei miei panni sua moglie è sparita da tre giorni, nessuno sa dove sia, nessuno l’ha vista, non ha fatto telefonate dal suo cellulare …, niente, niente di niente! Poi l’ultima volta è stata vista insieme a lei, quindi è d’obbligo chiedersi se lei ne sa qualcosa in più di quello che lascia intendere”
Mastrostefano guardò il suo interlocutore diritto negli occhi, sapeva di essere una persona che incuteva rispetto, non certo per l’aspetto fisico non aveva la mole dell’ispettore, erano i suoi modi, mai sprezzanti ma sempre pervasi dalla consapevolezza di essere sempre e comunque superiore a chi gli stava di fronte, e così guardando diritto negli occhi l’ispettore disse
“Allora le dirò ancora una volta le cose che so, mi ascolti la prego”
Si sistemò meglio sulla sedia e poi sempre con la massima calma e senza lasciare trasparire la minima agitazione continuò
“Innanzitutto le voglio dire una cosa che può anche sembrare scontata: mai sposare una donna molto più giovane di te, a maggior ragione se è molto bella ed estroversa …, Io vede ispettore, l’ho fatto e tutto è andato bene per un po’, poi col passare del tempo cominci a farti delle domande, magari la vedi più truccata del solito, un po’ più allegra …., ti dici sono paranoico, ma il dubbio s’insinua, ultimamente poi passava ore al computer su quel social network, quello tanto famoso,… si ecco face book, ed era sempre distratta …, allora ne ho parlato, più per esorcizzare i sospetti che per altro, con il mio socio in affari il quale mi ha consigliato di installare uno spyware sul suo portatile, senza che lei lo sapesse, così, mi disse, avrei potuto collegarmi da qualsiasi computer con il suo, controllare i suoi contatti e visualizzare tutto quello che lei faceva anche mentre lo stava facendo, che lui aveva fatto così con la compagna, visto anche lui sospettava che lei avesse una storia con qualcuno sul social network, e mi diede, su una pen drive, il programma per fare questa cosa, ecco guardi”
Mastrostefano mise una mano in tasca e tirò fuori una pen drive, la posò delicatamente sul tavolo e continuando disse
“ecco ispettore la prenda e controlli” e la spinse leggermente in direzione dell’ispettore,
“sulle prime non l’ho usata, poi vinto dai dubbi ho istallato il programma ed ho cominciato a controllare, e così mi sono rovinato l’esistenza. Sa ispettore nessuno dovrebbe mai sapere cosa è vero e cosa no di una persona, vede è un come leggere il pensiero, s’immagina se si avesse questa facoltà …., credo che chiunque impazzirebbe dopo pochissimo tempo, il mondo si regge sulle bugie, la nostra tranquillità è fatta di bugie, guai a vedere attraverso i muri le sorprese sono quasi, anzi, sempre molto spiacevoli”!
Fece un attimo di pausa, il silenzio della stanza continuava ad essere rotto solo dal respiro dei due uomini, poi l’ingegnere riprese a parlare
“è così che ho scoperto che lei s’era innamorata di un tizio che non so di dove fosse, e che meditava di fuggire con lui, ed io pur sapendolo non sono riuscito a dirle nulla, ne a far nulla per fermarla, stavo solo li a spiarla, facendomi del male e restando assolutamente impotente davanti al crollo di un sogno”
“ecco”, disse dopo un’altra breve pausa, “ qui nella pen drive c’è il programma ed anche quello, una parte a dire il vero, di quello che ho scoperto, se riuscite a risalire al tizio che così amabilmente intratteneva mia moglie, forse troverete anche lei; adesso se non ha altro da dirmi, e se non sono in arresto, vorrei andare a casa, sa sono un po’ stanco”
L’ispettore Lanzillo sollevò la sua grossa chiappa destra dal bordo del tavolo e fece il mezzo passo che lo separava dall’ingegnere, e poggiandogli una mano sulla spalla gli disse
“no lei non è in arresto, quindi può andare, naturalmente controlleremo tutto quanto lei ha detto, e quindi per favore no si allontani troppo dalla città per il momento”
L’ingegner Mastrostefano si alzò con calma dalla sedia su cui era stato seduto tranquillo per tanto tempo, si aggiusto la giacca e con un breve cenno di saluto si diresse verso la porta.
Lanzillo lo guardò uscire in silenzio, poi prese la pen drive e se la mise in tasca, pensando che magari l’avrebbe usato lui quel programmino spyware, cazzo Ilenia era sempre davanti a quel maledetto PC …, rise mentalmente all’idea, e cercò di concentrarsi sull’ingegnere e su quello che gli aveva detto, però quel programmino spyware, come idea …, se uno volesse essere sicuro …!

Mastrostefano respirava piano mentre in macchina tornava a casa, il grosso SUV scivolava lento sulla strada senza quasi rumore, erano i suoi pensieri ad urlare, l’ingegnere stava pensando che ne avrebbe avuto da cercare il caro ispettore e che non avrebbe di certo mai trovato la cara mogliettina, aveva organizzato bene tutto lui, non aveva fatto trasparire nulla, ma l’aveva spiata per settimane e poi mesi, ed aveva visto cosa diceva di lui al suo amico virtuale, di come gli facesse schifo andare a letto con lui, di come non lo sopportasse, salvo poi fargli le moine come nulla fosse appena lui tornava a casa, maledetta, la doveva pagare e lui lo aveva fatto!
No, non l’avrebbero trovata, nessuno sapeva del capanno nel bosco, dove l’aveva strangolata e fatta a pezzi!
I pezzi della cara mogliettina li aveva seppelliti nel bosco in un raggio di svariati chilometri, un pezzo qui l’altro li …, no non l’avrebbero mai più trovata e per tutti le sarebbe stata quella poco di buono che ha lasciato il “povero ingegnere Mastrostefano”!

—– ooOoo—–

“Ciao”
“Ciao”
“Sei sola?”
“si lui è ancora a lavoro”
“allora possiamo parlare tranquilli …, sono felice”
“si, anch’io, ma io vorrei parlarti guardandoti, non così in chat, sai vorrei tanto incontrarti”
“ma come si fa, tu non puoi …, poi con il mestiere che fa tuo marito …”
“si hai ragione, siamo imprigionati su internet, ma io ti desidero … tanto”
“anche io Ilenia, anch’io tanto”!

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