Racconto

Un racconto di Laura Candelo

E SEI VOLATA VIA…

Un racconto di Laura Candelo
E SEI VOLATA VIA…

Oggi anche se è primavera, è una giornata uggiosa, di nebbia e di pioggia ed il mio pensiero è rivolto ad una persona a me molto cara che purtroppo è volata in cielo, quasi 2 anni fa’, in una sera di maggio, dopo una brutta malattia che in pochi mesi l’ha portata via dai suoi cari e dal loro affetto.

Con le lacrime agli occhi che riesco a trattenere a stento, scrivo questo pezzo in sua memoria, perché non voglio e non posso dimenticare una persona che mi ha dato tanto, che resterà per sempre in una parte del cuore che a volte fa’ così male da togliere il respiro, da far mancare la speranza, da rinnegare un Dio che spesso volta le spalle o colpisce chi non se lo merita o chi non ha colpa.

 Perché tutto ha avuto inizio sette mesi prima, con insospettabili sintomi, per poi scoprire che purtroppo gli stessi non potevano e non dovevano più essere trascurati, perché alla fine tanto leggeri non erano…

A questi malesseri ed a questa perdita di peso, sono seguite visite, come se tutto ciò non bastasse, a pagamento, perché questa è la pessima sanità italiana, anche se la salute non guarda in faccia nessuno e se purtroppo non hai possibilità economiche, sei destinato ad avere un filo più corto degli altri ed a soffrire spesso il doppio, tristemente…

Poi una diagnosi ed una prognosi che non lascia speranze, che arriva come un macigno che ti schiaccia, come una pugnalata al cuore, una telefonata che non avresti mai voluto ricevere, ma che avevi il presentimento e la paura di ricevere, timore che il telefono squillasse per dare conferma ad un tuo pensiero non detto o che cerchi di toglierti dalla mente, ma è costantemente presente nella tua mente…

Pianti e lacrime che scendono copiose dalle guance, domande senza risposte, imprecazioni e sensazioni di colpa, perché pensi che sia sempre la gente migliore che alla fine ci abbandona, perché ti chiedi perché una persona come lei debba patire tutto ciò, perché lei e non tu, che magari, più di una volta hai desiderato la morte e non hai mai avuto il coraggio di fare o dire nulla, perché sei vigliacca, anche se resti un’egoista…

E dopo vari ricoveri in ospedale, miglioramenti, giornate buone e giornate cattive, poco per volta si perde il peso, si perdono i capelli, si usa una bandana per coprire la calvizia, segno di una lotta in cui purtroppo si sa già che non sarai vincitore, una ferita che non potrà guarire, non aver voglia nemmeno più di telefonare o di sentire che magari con un altro ciclo di chemioterapia o di radiazioni, ci potrebbe essere una speranza…

Poco per volta diventi irriconoscibile, ti guardi alla specchio e vedi negli occhi e sul volto i segni del tuo male che avanza, che ti porta via gli affetti e che ti allontana dalle persone amate tutta una vita, da due figli sempre presenti al tuo capezzale, da un nipote forse ancora troppo piccolo per capire le risposte alle tue domande, da una nipote che ogni volta che squilla il telefono si spaura e risponde di soprassalto, sperando in notizie migliori, quando invece arriva la notizia di un trasferimento in una struttura per malati terminali, quando invece tuo zio, amato da una vita intera, ti dice le han dato due settimane di vita, ormai non riconosce più nessuno e non vuole più parlare e mangiare, lo dice con la voce rotta dal pianto, con la voce flebile e senza una speranza che prima aiutava ad andare avanti, seppur sempre più lontana e meno nitida…

Ed alla fine un’ultima chiamata che ti dice, quella del figlio tanto amato e di cui sarà per sempre orgogliosa che ti dice” mamma è mancata…i funerali saranno tra 2giorni…”…

L’ultima telefonata che ti toglie ogni speranza, che ti lascia senza parole e che ti devasta, che ti lascia spiazzata e che speravi di non ricevere mai o almeno non così presto, che ti fa’ restare senza più lacrime perché hai passato notti a piangere ed a pregare…

Infine i funerali con tutti i cari devastati dal dolore, con lacrime infinite e parole di cordoglio, con condoglianze sincere e benaccette, che però non riporteranno mai indietro la tua amata zia, la zia che ti ha visto nascere, ti ha visto crescere, ti ha fatto gli auguri negli avvenimenti più importanti della tua vita, che è sempre stata presente, anche solo con le sue telefonate, la zia che hai visto sorridere perché per lei eri tremenda con le tue battutine e frecciatine, la zia che quando tornava a casa ti lasciava sempre qualcosa, che ti abbracciava, ti baciava e coccolava, ti lasciava un suo foulard blu turchino perché avevi fatto dei capricci e le si era spezzato il cuore nel vederti piangere e che custodi gelosamente tra i tuoi ricordi più cari e preziosi…

 La zia che non dimenticherai mai, che ancora oggi quando ne parli o quando senti casi come il suo, non riesci a trattenere le lacrime e ti nascondi per non farti vedere perché ti vergogni, la zia che quando sogni ti ritrovi con gli occhi chiusi e pieni di pianto, sperando che non sia stato solo un sogno, sperando che sia stato tutto un incubo, ma che purtroppo da sveglio ti accorgi che non la rivedrai più, almeno per ora, e ti auguri che dove sia stia bene e sia felice, ti auguri di vederla presto, per poterla abbracciare e sentire il suo profumo ancora una volta…

 Perché sicuramente aldilà la vita è migliore, ricca di soddisfazioni e non esistono malesseri di nessun tipo, mentre anche se fa’ male ed è doloroso, la parte più difficile è sopravvivere per chi resta ad un dolore così grande e profondo, un dolore che non conosce limite, razza, politica o diversità di alcun tipo, un dolore che può farti desiderare di morire e può farti maledire di essere ancora vivo, da questa parte, troppo fragile x questo mondo, desiderare di oltrepassare la porta o il tunnel di luce che alcuni dichiarano di aver visto, per poi tornare alla vita…

 Spero davvero di rivedere la mia amata zia Lidia perché qui la vita non è sempre facile, perché la fragilità del mio animo mi fa stare male, perché non riesco più a sorridere da quella sera dell’ultima telefonata ricevuta, perché quando sento qualcuno che ha questo brutto male non riesco a non piangere e si riapre in me una ferita che non riuscirò mai a rimarginare, perché quando sento un fantomatico mago che cura i tumori mi viene una rabbia che spaccherei mezzo mondo, perché nei miei sogni la tua presenza c’è sempre, anche accanto a me, nella quotidianità, come un tatuaggio sul cuore, come una foto indelebile, sempre e per sempre con me,  finché non oltrepasserò la porta…

  DEDICATO A MIA ZIA LIDIA ED A CHI LE HA VOLUTO BENE DAVVERO

 Laura Candelo 

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