QUANDO LA FICTION SUPERA LA REALTA’

Davvero viviamo in tempi bui, come profeticamente ha scritto  Bertolt Brecht nel 1939 nella poesia dedicata “A coloro che verranno”; tempi in cui “La parola innocente è stolta. / Una fronte distesa / vuol dire insensibilità. / Chi ride, / la notizia atroce / non l’ha ancora ricevuta…”. E la notizia atroce è arrivata: la barbara  strage dei civili a Bucha perpetrata dai russi in ritirata (se no da chi? Dai perfidi e malfidati ucraini medesimi per poter accusare i russi di genocidio? Ma per favore: raccontatela a qualcun altro!) che si aggiunge alle tante altre in una sequela di orrori senza fine e senza una ragione plausibile in questa guerra che, ancora più della pandemia, ci ha risvegliato dalla nostra illusione di vivere, almeno qui in Europa, in una pace sicura anche  se non priva di inquietudini.

Ma, tra le notizie atroci, in questo nuovo tempo di guerra, c’è anche  quella che, dopo i negazionisti della Shoah, dopo i negazionisti della pandemia, ora abbiamo i negazionisti della guerra in Ucraina (almeno di quella raccontata dai  cosiddetti media di regime , altrettanti megafoni del, manco a dirlo,  “pensiero unico occidentale” cioè degli Usa e della Nato) con, in prima fila, (ahimè) il mio concittadino e compagno di studi alla Facoltà di Magistero di Genova, Carlo Freccero (ma quantum mutatus ab illo !) : secondo lui, e gli altri componenti della Commissione DuPre (Dubbio e Precauzione), vale a dire i noti negazionisti del vaccino anti Covid e nemici giurati del Green Pass: Ugo Mattei, Giorgio Agamben, Diego Fusaro e un sempre più stanco e intrattabile Massimo Cacciari (forse pentito?), ai quali si è aggiunto il nuovo polemico e controverso personaggio televisivo, il prof Alessandro Orsini, oltre a discutibili figure mediatiche come il fotoreporter e blogger filorusso Giorgio Bianchi, si sono incontrati sabato 2 aprile 2022 alla Città dell’Altra Economia a Roma, per esporre le loro tesi a un pubblico di una cinquantina di persone, tutte, narrano le cronache, rigorosamente senza mascherina. Quali tesi? Per esempio che questa guerra è cominciata con un golpe messo in atto da milizie franche neonaziste addestrate dagli americani e finanziate da Soros; e anche che l’ingenuo  Putin è caduto in una trappola ordita dalla Nato e che Zelensky non è che un fantoccio telecomandato dal Pentagono.

Altra convinzione dei filorussi italici: come con i vaccini anti Covid il Dna è stato modificato in Rna, così la guerra in Ucraina è una fiction costruita con materiale prodotto ad hoc , come nel caso del bombardamento all’ospedale pediatrico di Mariupol, con un’attrice incinta dichiarata morta e ricomparsa poco dopo (Freccero dixit); o Giorgio Bianchi che, a giustificazione dell’aggressione russa all’Ucraina, ha chiesto: “Come avrebbero reagito gli Usa se la Russia avesse organizzato un golpe di filorussi in Canada?”. Questo il tenore degli interventi, con la sola eccezione di quello di Cacciari che, in un sussulto di onestà intellettuale, ha invitato i relatori a moderare i toni se non vogliono  essere scambiati per terrapiattisti. Va segnalato, inoltre,  l’autoapologetico intervento da remoto del prof. Orsini: “Ci deve essere solo un unico modo di pensare? Io sono un guerriero intellettuale. Non ho paura di Draghi, non ho paura di tutti i ministri e dei parlamentari  che mi attaccano…Devo forse insultare Draghi e tutti i ministri per far capire che non ho paura?”. Pensiero mio e, stando ai sondaggi d’opinione, di tanti italiani: che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?

Professore Orsini e Putin

Nondimeno, al di là delle opinioni più o meno fondate e delle simpatie politiche di ciascuno, al di là del credere o non credere alle “narrazioni” viziate dalla propaganda  dei rispettivi belligeranti, alcuni fatti rimangono inconfutabili: 1) gli ucraini sotto attacco ormai da più di un mese, inopinatamente resistono all’invasore, stretti attorno al loro presidente democraticamente eletto  nel maggio del 2019; questa realtà è dura da accettare per Putin e per i putiniani presenti e operanti, come abbiamo appena visto,  anche da noi; tanto che questa evidente sconfitta sul piano strategico viene attribuita dai filorussi alla volontà del nuovo zar di non infierire più di tanto sulla popolazione civile ucraina (e meno male, perché se avesse mai  voluto infierire, che cosa avrebbe fatto?)  , e un putiniano livornese ha potuto scrivere, tenetevi forte: “Passano i giorni e le settimane dall’inizio delle operazioni militari russe  contro l’ Ucraina, nelle quali si combatte anche una battaglia semantica (?), con gli americani e i loro lacchè che insistono nel parlare di invasione, per di più immotivata, e i russi pudicamente (!) di ‘operazione militare speciale’. E per superare l’obiezione che, se l’intenzione della Russia fosse stata quella di invadere l’Ucraina l’avrebbe già fatto; stante la circostanza che la sua macchina da guerra ne avrebbe tranquillamente (!) stritolato le difese in un paio di settimane in barba a tutti i rifornimenti militari che ne avessero rafforzato ‘l’eroica resistenza’. Gli americani e i loro lacchè  finiscono  per chiudersi in una gabbia (!) di elucubrazioni contraddittorie” (Pierfranco Lisorini, su “Trucioli  savonesi” di domenica 3 aprile 2022). Avete capito? Non si tratta di un’invasione in piena regola ma, scrive più sotto il Nostro, di “una pressione dimostrativa”. Se questa non è  propaganda filorussa, che cos’è? 2) L’attrazione fatale dei no vax, no pass, no mask per Vladimir Putin. Come spiegare questo fenomeno? Tra gli altri se lo è chiesto anche il sociologo Luigi Manconi, che ha individuato quattro moventi  riassunti in  un articolo intitolato  “Quelle tristi analogie tra no-vax e filo-Putin”, pubblicato su La Stampa del 19 / 03 /2022:

a) Sindrome del nemico. b) Mania di persecuzione. c) Sovranismo corporale e geopolitico. d) L’odio per le élite. Fermiamoci un momento su quest’ultimo punto. Scrive Manconi: “è un ulteriore elemento che accomuna no-vax e filo-Putin. E qui si assiste a un vero a un vero e proprio spaesamento semantico, dal momento che la traduzione del termine élite nello scenario russo dovrebbe corrispondere puntualmente al termine oligarchi. Ma le élite, affiliate al Cremlino, potentati economico-finanziari che hanno lucrato sulle miserie del popolo per lo meno quanto hanno lucrato i grandi speculatori dei paesi capitalistici, vengono trattati con una certa bonomia; quasi fossero ribaldi avventurieri e non altrettanti capisaldi dell’immenso potere di Putin”. Come spegare quest’altra stranezza o, meglio, meccanismo difensivo di rimozione dei no-vax? “Come questo meccanismo di auto-manipolazione possa funzionare e ottenere tanti consensi, resta un mistero – ammette Manconi -. Forse una chiave di interpretazione si coglie  nel post che ha lanciato la campagna contro  questo giornale (La Stampa), a opera di ambienti no-vax smaccatamente filorussi, dove ritorna ossessivamente il concetto di ‘ignoranza’, attribuita al popolo che accoglierebbe supinamente la ‘propaganda di Kiev’ ”. Davvero curiosa questa stigmatizzazione della propaganda ucraina mentre ci si allinea acriticamente alla propaganda russa. Che i no-vax siano anche affetti da astigmatismo? Mah! D’altra parte, osserva ancora Manconi: “E’ un motivo ricorrente nella propaganda reazionaria: il popolo sarebbe ‘cloroformizzato’ e a ‘svegliarlo’ dovrebbe arrivare un altro uomo della provvidenza. Magari a cavalcioni di un tank”. Fosse pure un autocrate russo affetto da “narcisismo malvagio” (Massimo Recalcati) e sicuramente, come tutti i dittatori, da mania di persecuzione e relativo disturbo paranoide di personalità. Che assomiglia molto al quadro clinico del carattere  tipico dei no vax.


Fulvio Sguerso

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