QUALCUNO ERA COMUNISTA

QUALCUNO ERA COMUNISTA
(Giorgio Gaber)

QUALCUNO ERA COMUNISTA

(GIORGIO GABER)

Quando un popolo divorato dalla sete della libertà si trova ad avere dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole sino ad ubriacarlo , accade allora che , se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene pure , che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo che il padre è impaurito efinisce per trattare il figlio  come suo pari, e non è più rispettato , che il maestro non osa rimproverare gli scolari  e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani .In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una sola pianta:

La Tirannia            Platone –Repubblica  – Libro VIII

Mai come oggi questa riflessione sembra così attuale per il nostro paese; peraltro proprio la Grecia, la terra del grande filosofo, ha sperimentato e sta patendo le conseguenze del recente passato periodo di anarchia politica.

Il mio povero nonno nei primi anni del 900 era socio della compagnia portuale “Casalini” di Savona; erano i tempi del grande sviluppo economico della nostra città e della Liguria intera.

La Tardy e Benek, creata da due savoiardi nel 1860  che avevano trovato in Savona la locazione ideale per il loro progetto, da media  fonderia iniziava una graduale espansione,  grazie anche alla sua ubicazione nell’area portuale savonese.


Il porto di Savona dava segni di intraprendenza soprattutto  a supporto della  fonderia, che trasformava i cannoni, i  vecchi binari e  minerali ferrosi  provenienti dall’ isola d’Elba in barre o ferro lavorato per le esigenze dell’industria nascente nell’area padana.

La collocazione della fonderia a ridosso del porto aveva dato sviluppo anche al porto stesso , dove veniva scaricato il carbone e i minerali  ferrosi da fondere e trasformare, dopo di che  venivano  reimbarcati come  prodotti finiti sia per l’esportazione che all’interno,   destinati alla costruzione delle prime infrastrutture ferroviarie della penisola e alla rivoluzione industriale dell’alta Italia.

Mio nonno era un comunista; era comunista, come tanti suoi colleghi/compagni, come gli operai che lavoravano in fonderia, perché credeva in un mondo migliore di quello in cui viveva, che era molto duro.

Lavorava  otto ore al giorno , scaricando “coffe” di carbone o di sale da 50 kg sulle spalle passando sulle passerelle traballanti che univano le navi alla banchina.

Per poter mandare mio padre alla scuola superiore (ambizione di tutti gli operai di allora) doveva arrotondare il proprio misero salario, facendo il pescatore  nei giorni di festa.

La vita di lavoro di mio nonno era comune alla stragrande maggioranza dei savonesi  e le lotte dei portuali di allora erano quelle per ottenere la doccia calda, che in effetti ottennero grazie anche all’intervento personale del primo ministro di allora.

Mio nonno fu uno dei soci fondatori della Società Mutuo Soccorso “doveri e diritti” delle Fornaci  (conservo in casa con grande orgoglio la medaglia d’oro che gli venne appuntata pochi anni prima di morire dall’allora sindaco Zanelli)

Le Società di mutuo soccorso erano nate proprio con lo scopo di dare un mutuo soccorso ai membri per sopperire alle carenze  dell’allora Stato Sociale.

Il senso del dovere (“dovere e diritti” è il nome della SMS  delle Fornaci ) prevaleva nell’animo dei soci e della stragrande maggioranza dei cittadini dei tempi di mio nonno, concetto che derivava da una tradizione   storica millenaria del popolo ligure,  peraltro comune  anche a tutti i popoli del Nord Italia, derivante  dai tempi dei Liberi Comuni: appartenenza a una comunità e sentimento di appartenenza significa dare il massimo di se stessi, sino a che la salute assiste, per il bene della comunità, in cui siamo compartecipi di doveri e diritti conseguenti.

“NON CHIEDERTI COSA IL TUO PAESE PUO’ FARE PER TE, CHIEDITI COSA TU PUOI FARE PER IL TUO PAESE” di J. F. KENNEDY

Contemporaneamente ai tempi di mio nonno il Sud Italia cominciavano ad assaporare i primi aneliti dello Stato sociale, provenienti  dalle tradizioni  del Nord.

I sudditi dell’ ex Stato Borbonico, abituati ad essere  taglieggiati dai nobili latifondisti e dai loro sgherri, iniziavano a comprendere che vi era un qualcosa di astratto di nome “governo” o “stato” che, anziché taglieggiare, aiutava, dava posti di lavoro, insomma distribuiva quegli aiuti (in verità non a tutti in modo uniforme) e si propagava un nuovo vocabolo “diritto”,  che prima dell’unità d’Italia forse non esisteva neanche nel dizionario dei  vari dialetti del Regno delle due Sicilie.

I politici locali, già da  allora cominciarono ad imparare  a usare questa possibilità di elargire favori e posti di lavoro in cambio di voti, cosa che si è poi ingigantita dopo la II guerra mondiale  per merito della Democrazia Cristiana  del dopo DeGasperi; 

Gli Andreotti, i Gava, i DeMita, tanto per fare alcuni nomi a caso, che hanno  governato il Paese sino agli anni di Tangentopoli, hanno istituzionalizzato  il sistema a livello “industriale (il così detto voto di scambio), cominciando col saccheggiare il prodotto del lavoro della classe operaia del Nord, senza peraltro creare economia al Sud.

Insomma al Nord si  produceva lavoro e  doveri (e tasse) e anche sfruttamento della classe operaia e il Governo di Roma nelle mani dei democristiani  distribuiva diritti e prebende al Sud, nelle varie forme come lavori sociali, sussidi di disoccupazione, pensioni di invalidità, e tanti posti di lavoro statali e parastatali inutili; intanto la Padania pagava e quando la Padania non pagava a sufficienza si stampavano BOT E CCT aumentando il debito pubblico ( e lasciandolo in eredità ai nipotini).


Vedere i film di Totò e De Sica potrebbe essere utile per capire come l’Italia meridionale campasse e imparasse ad arrangiarsi nel contesto dell’Italia unita.

Sono stato anche io comunista, perché mio nonno e mio padre mi hanno trasmesso quei principi di appartenenza e  solidarietà , che furono formulati e auspicati pure da Kennedy  durante il suo insediamento  alla Casa Bianca,  che io ritengo giusti: tuttora io lavoro malgrado i miei 66 anni, contribuendo nel mio piccolo, non poco  a, “fare per lo Stato” (Kennedy) .

Questi principi sono stati un patrimonio morale degli uomini della sinistra sino alla mia generazione.

Poi è arrivato il 68 e gli avvenimenti di tale periodo purtroppo  hanno completamente cambiato la mentalità e diciamo pure la moralità del popolo di sinistra.

Il 68 , che sorse in tutta Europa come movimento rivoluzionario, in antitesi al sistema troppo conservatore e bigotto dei tempi, (anche io sono stato 68ttino) è presto degenerato (e qui rinvio i lettori a rileggere la citazione di Platone in anteprima).

Dal 68 in poi si è passati dai doveri e diritti ai diritti e basta, da cosa puoi dare allo Stato a cosa può darti lo Stato e/o ben presto, più semplicemente da come diventare “statale”; principi che nel Sud già avevano attecchito da almeno 50 anni, dal 68 in poi sono attecchiti anche dalle nostre parti, grazie ai sindacati e ai partiti di sinistra, che a loro volta si sono comportati esattamente come la vecchia DC “piazzando” i propri elettori nei vari gangli dello Stato o parastato. (stato, comuni, provincie,regioni, municipalizzate etc etc)

Il grande debito pubblico che ci perseguita da ormai trent’anni, deriva, oltre che naturalmente dalle ruberie e dai favori fatti agli innumerevoli “ inprenditori”, per lo più di area romano centrica, sopratutto dal continuo  passaggio di lavoratori dalla economia primaria e secondaria  a un  terziario super protetto, spesso improduttivo, sempre più spesso ostacolo a chi produce economia vera

 Il sistema clientelare sposato dalla sinistra post 68ttina  ha contribuito ad  elargire diritti a tutti i livelli, dagli scandalosi stipendi dei dipendenti del Parlamento di cui oggi si parla, allo stipendio senza lavorare  e principalmente salari indipendenti dalle capacità e/o meriti professionali.

La situazione in cui si è venuta a trovare L’Alitalia è un esempio di come si sono gestite in questi anni tutte le Aziende romano- centriche, dove le assunzioni sono state fatte mai in funzione delle necessità aziendali, ma solamente in base alle necessità dei partiti a procurarsi elettori: è solo un esempio.

Il referendum promosso dalle sinistre tre anni fa, con lo slogan “l’acqua è di tutti” ha avallato di fatto le migliaia di società municipalizzate mangiasoldi, che procurano debiti e  lauti stipendi a chi ci lavora, specie ai  numerosi dirigenti: altro che “ l’acqua è di tutti” , la rete idrica perde più della metà del bene più  prezioso  per mancanza di manutenzione, mentre i dirigenti incassano stipendi scandalosi e viaggiano in auto blu. (l’acquedotto pugliese ha il maggior numero di auto blu in assoluto  a livello nazionale)

Ora che non vi sono più  “clientes “ da recuperare con posti di lavoro e prebende varie, per ovvie ragioni di un residuato senso di decenza, vi è una nuova “modalità” di arruolamento, per il fine dei partiti di sinistra, che fa leva sul pietismo.

Le migliaia di disperati  clandestini  che sbarcano sulle nostre coste infatti non appena toccano la nostra terra già parlano di diritti e le solite organizzazioni dei “ i più buoni” , capitanate dalla Presidente della Camera, li istruiscono per il meglio a come ottenerne di più, indipendentemente dal fatto che il paese possa o non possa sostenere tali richieste di diritti, specialmente in considerazione delle enormi masse di disperati che l’Africa ci può “inviare”.

Per dare nuovi diritti a questi disperati, non intaccano lo stipendio della Boldrini o di Vendola o dei pensionati di lusso, chiedono solidarietà a quegli “ egoisti “ di cittadini  padani che oggi, dopo una vita di lavoro in fabbrica,  non riescono più ad arrivare a fine mese con una pensione che si assottiglia di anno in anno per le tasse.

Insomma il PCI, PDS, ULIVO, DS  ora Partito democratico (incalzato da SEL)  si è trasformato nella DEMOCRAZIA CRISTIANA  meridionale  degli anni 50 /60 ; ora però  a livello nazionale, quindi con un bacino molto più esteso di “clientes” , tanto è vero che comunisti e democristiani sono confluiti in un unico partito , il Partito Democratico del quale i veri leaders  sono  diventati i vecchi democristiani: Prodi, Castagnetti, Letta ed ora………welcome Renzi.

Vista la situazione economica disastrosa e visto che la Padania non produce più come una volta,visto che non si possono più stampare BOT e CCT  perché  l’Europa non dà deroghe alla spesa allegra,  il nuovo giovane  leader della sinistra è entrato a gamba tesa (io direi pure giustamente) nella politica nazionale.

Il nostro eroe, denunciando  gli enormi  sprechi  e  tutti i privilegi accumulati negli anni da parte di una sempre più arrogante e pesante burocrazia e partitocrazia che si sono alimentate a vicenda, come sopra descritto, a spese della vera economia e dei veri lavoratori (piccoli imprenditori e loro dipendenti), che non solo ingoia risorse ma anche molto spesso blocca la vera economia, ha  affascinato la maggior parte degli italiani,  me compreso.

I  voti presi alle lezioni europee , sia per la defezione degli elettori del centrodestra, sia per le speranze di tanti  piccoli imprenditori disperati, oltre naturalmente dalla solita classe burocratica sorniona, zoccolo duro della sinistra   gli ha dato una forza notevole, che mai un leader ha ottenuto in passato.

Purtroppo una cosa e’ denunciare, altro è governare e ormai,  man mano che il tempo passa, ci accorgiamo che il re è sempre meno coperto  e tende a raggiungere il nudo! (pure con il pisellino  fuori).

Renzi prende sempre più le sembianze del Conte Tancredi  che, all’arrivo  di Garibaldi si era unito ai garibaldini e alla rivoluzione chiosando “se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”.

Le famose, ultrasbandierate riforme sono piccole cose nei confronti di ciò che sarebbe necessario e non lo dico io, lo dicono gli economisti e lo dice l’Europa e in verità glielo hanno anche detto chiaramente .

E sapete perché le vere riforme  importanti non decollano, per il semplice motivo che la burocrazia e le vere caste sono state create e alimentate principalmente  dalla sinistra e sono parte integrante della stessa, attraverso il sindacato e le varie corporazioni insite in tale area statalista.

Le dimissioni prossime del Commissario Cottarrelli sono la prova del nove di come Renzi e  la sinistra italiana non cambieranno un bel nulla.

A parole si preoccupano che l’economia ristagna, di fatto anziché diminuire tasse e burocrazia per tentare di fare ripartire la locomotiva , come gli stanno dicendo tutti gli economisti e i partners europei, i già poveri risparmi  di Cottarelli li hanno destinati all’assunzione di altri insegnanti. (loro grande bacino elettorale).

La metà dei vigili di Napoli è rinchiusa negli uffici o adibita a fare i sindacalisti pagati  dalla collettività, gli spazzini di Roma stanno lasciando la capitale d’Italia nell’immondizia,  i forestali siciliani appiccano gli incendi  nei boschi (non lo dico io lo ha detto il presidente della regione) Ma  chi li ha assunti, chi li controlla?

Il  grande manovratore  ora è occupato in altre cose, ora è intento alle riforme istituzionali in nome di una migliore organizzazione dello Stato :

La Legge denominata devolution, voluta dalla Lega, emanata durante il Governo Berlusconi 10 anni fa (era LEGGE!!),  aveva  stabilito assieme ai costi standard e alla responsabilizzazione di chi spende, la riduzione dei Parlamentari e l’eliminazione del bicameralismo perfetto.

Tutto quello che vorrebbe a parole realizzare Renzi era già stato approvato, ripeto 10 anni fa; peccato che  la sinistra con un referendum ha convinto i propri elettori a bocciarla, perché fra l’altro  “pretendeva” che i cittadini votassero per il Presidente della Repubblica. (cosa per loro molto antidemocratica!!)

Ora siamo ancora a discutere di questo argomento, oltretutto anche con un progetto, stavolta si  profondamente antidemocratico, che se passerà, vedrà il partito che vincerà le elezioni fare asso piglia tutto: Senato,Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale,Csm e tutti i gangli vitali dell’alta burocrazia in un colpo solo, alla faccia della democrazia.

 Nel frattempo il debito pubblico sta aumentando a  vista d’occhio:  solo nel 2014 è aumentato del 4,7%, l’ISTAT dice che vi sono 10 milioni di poveri e  malgrado  la mocciosa con la frangetta continui a tirare in ballo Berlusconi, la verità è che Berlusconi non è più al governo da tre anni e in questi tre anni le cose sono andate di male in peggio, malgrado Draghi abbia inondato l’Europa di liquidità e  la Germania non boicotti più i nostri Buoni del Tesoro , come fece  dopo che  il  giornale “la Repubblica”  diffuse la notizia che Berlusconi in una  telefonata aveva definito la Merkel “la culona”.  

Il ministro Padoan è andato in Cina e in altri Paesi “emergenti” per cercare di piazzare  parte dei nostri gioielli di famiglia:

Ci sono giusto  rimasti i gioielli di famiglia, le imprese che rendono come Finmeccanica, Fincantieri ENI , imprese che rendono allo Stato perché hanno utili , ebbene il Governo, per continuare a pagare le centinaia di migliaia di “clientes” da una parte e accontentare le richieste di risanamento del bilancio  voluto dall’Europa dall’altra , vuole vendere le azioni di tali Enti agli stranieri  per fare cassa, mentre nulla fa per migliorare  una burocrazia inefficiente e parassitaria, che  mentre ostacola gli imprenditori onesti, non si accorge nemmeno che un signore  ha intestato 1450 automobili. ( Vedi l’ultimo caso accaduto, tanto per cambiare, a Napoli).

Dopo  aver venduto i gioielli di famiglia cosa ci rimarrà? Ci rimarranno le nostra future generazioni , un bel numero  di badanti italiane in cerca di lavoro  a Pechino; naturalmente a Savona ci rimarrà anche la spiaggetta della Margonara a disposizione per le “nonne “ di dette badanti.

Ricordo quando ero bambino, che mio nonno GioBatta  leggeva l’Unità dalla prima all’ultima pagina, e prima di morire disse:

mi dispiace lasciare questo mondo senza  vedere affermarsi il comunismo.

Non lo potremo mai dire con certezza, ma sono sicuro che anche mio nonno non avrebbe ingoiato tranquillamente tutti i rospi che l’Unità e il partito Democratico hanno fatto ingoiare alla classe  operaia dal 68 ai giorni nostri e si sarebbe associato  al pezzo  di Giorgio Gaber  “qualcuno era comunista” ,  che invito tutti ad ascoltare su You Tube.

Silvio Rossi

LEGA NORD

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