Profitti e sicurezza non sempre vanno d’accordo

Profitti e sicurezza
non sempre vanno d’accordo

 

Profitti e sicurezza non sempre vanno d’accordo

L’incidente ferroviario di Ospedaletto Lodigiano (LO) che il 6 febbraio 2020 alle 5.34 del mattino ha visto coinvolto un Frecciarossa 1000 che in piena corsa a è uscito dai binari, pone nuovamente in primo piano il problema delle carenze infrastrutturali italiane, problematica anche enfatizzata dalle scarse attività manutentive che per perseguire sempre maggiori profitti vengono ridotte anche al di sotto dei minimi necessari al mantenimento della piena funzionalità delle infrastrutture.

Secondo quanto riportato dai principali mezzi di informazione, a seguito delle prime indagini compiute dalle autorità competenti, le cause che avrebbero determinato il deragliamento del Frecciarossa 1000, in cui hanno perso la vita i due macchinisti del treno, sarebbero da ricondurre ad una errata posizione dello scambio presente in quel tratto di linea. 

Quella stessa notte sullo scambio in cui ha avuto presumibilmente origine il deragliamento del Frecciarossa 1000 sono stati eseguiti dei lavoratori di manutenzione. Lavori che necessariamente dovevano concludersi prima che la linea fosse rimessa in servizio. Lo scambio è inoltre dotato di sistemi di comando remoto e di sicurezza che in caso di errata posizione avrebbero dovuto segnalarla alla centrale di controllo del traffico, per impedire che un treno vi potesse transitare a piena velocità di servizio. Pare che i lavori di completo ripristino delle funzionalità di controllo remoto dello scambio non fossero terminati in tempo, per cui lo scambio avrebbe dovuto essere riposizionato nella posizione dritta manualmente.

Dalle ultime notizie si apprende che un componente dello scambio prodotto dalla francese Alstom presenterebbe dei presunti malfunzionamenti, probabilmente dei cavi invertiti, quindi un problema di qualità dei materiali. Problematica che presa singolarmente non giustificherebbe l’accaduto, visto che comunque vi dovrebbe essere una certa ridondanza nelle procedure collaudo dei materiali e di verifica del funzionamento di tutto l’impianto prima della sua messa in esercizio.

Forse qualche procedura di verifica, di controllo o di comunicazione manuale per qualche ragione, che sarà la magistratura a stabilire, sembrerebbe non essere andata a buon fine.

Si attende quindi che le indagini stabiliscano se le tempistiche necessarie affinché tutte le attività di manutenzione verifica e controllo della funzionalità dell’infrastruttura e dei suoi componenti siano state svolte a regola d’arte e non siano in conflitto con le tempistiche e le necessità di esercizio commerciale della linea.


Disastro di Pioltello

Altro esempio è il disastro ferroviario, avvenuto nei pressi di Pioltello (MI) il 25 gennaio 2018 in cui morirono 3 persone e decine rimasero ferite. Secondo quanto emerso alla chiusura delle indagini avvenuta nell’ottobre 2019, la causa dell’incidente sarebbe da imputarsi ad “un danneggiamento ciclico irreversibile generato da condizioni di insufficiente manutenzione” da cui la fratturazione di 23 centimetri di rotaia, con il conseguente deragliamento del treno su cui viaggiavano molti pendolari.

Ulteriori esempi di carenze nei controlli e nella manutenzione nell’ambito delle infrastrutture stradali sono il crollo del ponte Morandi sulla A10 Genova – Savona, le insufficienti manutenzioni alle gallerie che, negli ultimi mesi, hanno determinato diverse cadute di porzioni di volta o di rivestimenti sulla careggiata, le irregolarità nella posa dei pannelli fonoassorbenti sempre sulla A10. Tutti esempi in cui la ricerca sfrenata del profitto da parte dei grandi gruppi finanziari ed industriali non coincide con l’interesse generale di garantire la sicurezza degli utenti, siano questi privati cittadini o altre categorie economiche. 


Ponte Morandi Genova

Tornando all’incidente ferroviario di Ospedaletto Lodigiano secondo quanto dichiarato dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiane il Frecciarossa 1000 è dotato di sistemi avanzati di sicurezza che scambiano informazioni tra gli impianti fissi di terra ed il treno in modo da fornire al macchinista tutte le indicazioni necessarie alla guida in sicurezza. Nel caso non siano rispettati i parametri di velocità trasmessi da terra, i sistemi di controllo presenti sul treno comandano la frenatura di emergenza.

Vista l’ora in cui è avvenuto l’incidente sul treno erano presenti un numero esiguo di passeggeri che hanno riportato ferite guaribili in pochi giorni, nonostante il convoglio sia uscito dai binari a piena velocità. Questo evidenzierebbe la solidità strutturale del treno e la bontà delle relative scelte progettuali, mentre la sfortunata circostanza che ha causato il decesso dei due macchinisti è verosimilmente imputabile all’urto frontale della carrozza di testa con gli ostacoli incontrati uscendo dai binari.

Il Frecciarossa 1000 è costruito per conto di Trenitalia (Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane) dal consorzio formato da Hitachi Rail e Bombardier.

Bombardier nello stabilimento italiano di Vado Ligure aveva concentrato le funzioni ingegneristiche collegate al progetto del treno oltre ad avervi realizzato una cospicua parte dei carrelli (Il sole 24 Ore 19 settembre 2013).

Lo stabilimento Bombardier Transportation Italy di Vado Ligure versa in stato di “crisi” dalla seconda metà del 2016 quando è stata avviata una procedura di mobilità incentivata per un centinaio di lavoratori, a causa della perdita di una corposa commessa per dei treni regionali, mentre nel giugno 2019 è stato ceduto il reparto di ingegneria ad una società di servizi, Segula Technologies Italia, con soli 83.340€ di capitale sociale. Questa cessione dell’ingegneria risulta però poco spiegabile proprio nel momento in cui la filiale italiana di Bombardier, nel maggio 2019, ha acquisito delle commesse anche nell’ambito del piano industriale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane tra cui ulteriori 14 Frecciarossa 1000. Cessione che sembra ritrovare le sue motivazioni più che altro in una qualche strategia finanziaria, probabilmente anche di corto respiro, più che per motivazioni di tipo tecnico.

Oltre alla perdita di esperienza tecnica è doveroso domandarsi se a fronte di questa cessione Bombardier sarà ancora in grado di realizzare dei rotabili con il livello di qualità e sicurezza che li hanno contraddistinti fino a questo momento.


Boeing 737 Max

Le esternalizzazioni e/o le cessioni “selvagge” realizzate più che altro per motivi finanziari, che poco hanno a che vedere con ragioni tecniche riguardano un po’ tutti i settori. In un articolo di Bloomberg del giugno 2019 viene posta l’attenzione sul fatto che alla base dei disastri dei Boeing 737 Max ci siano anche presunti errori ai software installati sui sistemi di controllo dell’aereo. Inoltre, lo sviluppo di tali software, con la finalità del taglio dei costi, sarebbe stato affidato a dei lavoratori temporanei, pagati appena 9 dollari all’ora per sviluppare e testare software, spesso provenienti da realtà che non posseggono grandi tradizioni nel settore aerospaziale. La notizia viene anche ripresa su un articolo di Business Insider Italia del 2 luglio 2019.

“Il capitale aborre la mancanza di profitto o il profitto molto esiguo, come la natura aborre il vuoto. Quando c’è un profitto proporzionato, il capitale diventa audace. Garantitegli il dieci per cento, e lo si può impiegare dappertutto; il venti per cento, – e diventa vivace; il cinquanta per cento, e diventa veramente temerario; per il cento per cento si mette sotto i piedi tutte le leggi umane; dategli il trecento per cento, e non ci sarà nessun crimine che esso non arrischi, anche pena la forca. Se il tumulto e le liti portano profitto, esso incoraggerà l’uno e le altre. Prova: contrabbando e tratta degli schiavi”.

La celebre frase riportata dall’economista e filosofo tedesco Karl Marx, uno che di capitalismo se ne intendeva, continua ad essere di attualità.

 T.S.

 

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