Professore negazionista di Teramo

La cecità morale
Uno scritto sul professore negazionista di Teramo

La cecità morale
Uno scritto sul professore negazionista di Teramo
 
Sì, per scrupolo ho voluto controllare nell’organico del M.I.U.R. e ne viene fuori che questo “professore” che tiene le sue lezioni stando comodamente seduto e, a quanto vedo, senza ausilio di documentazione fotografica, o di una presentazione di Power Point è un Professore Ordinario del Settore SPS/13 (Storia e Critica della Politica).
Chissà perché la sua posa mi ha ricordato una immagine di Hegel che pontifica da una cattedra, ma il nostro democratico professore ha una cattedra che poggia direttamente sul pavimento. Mentre un breve frammento della sua lezione andava in onda su un TG, mentre l’Università di Teramo avrà istituito la solita commissione d’inchiesta, mentre qualche politico invoca Leggi contro il “negazionismo” (e magari contro il revisionismo che ci ha edotti tutti sulle foibe e su azioni tutt’altro che eroiche di alcuni partigiani), pensavo che questo signore ci ha posto all’attenzione un caso giuridico e di coscienza non indifferente. L’insegnamento è libero e costui è arrivato alla prima fascia. Come? Il suo curriculum contempla collaborazioni a testate giornalistiche e “saggi”. Un elenco più dettagliato delle pubblicazioni mostra anche resoconti ad Atti di Convegni, ma … caro professore, la sua area di Ricerca non contempla serie Riviste (quelle soggette a Referee)? Mi scusi in anticipo se qualcuna di queste mi è eventualmente sfuggita. Nel mio settore tutte le Riviste sono soggette a Referee, cioè ad una attenta revisione della correttezza tecnica dei contenuti e dei risultati conclamati. E io, da Fisico mi abbandono ad un pensiero ingenuo. L’onere di provare qualcosa che si conclama è sempre di chi conclama. Una lezione “critica” da lei tenuta potrebbe mettere in dubbio il numero effettivo di Ebrei passati per un camino, potrebbe mettere in dubbio alcune testimonianze dei testimoni al processo ad Adolf Eichmann (ricorda le trasmissioni in diretta dell’epoca o lei è un giovane rampante “prima fascia”?).

Claudio Moffa
 docente dell’Università di Teramo
A vedere l’inizio della sua attività direi proprio che i resoconti radiofonici serali sul processo ad Adolf Eichmann lei se li è proprio persi. Ma dica, professore, lei concorda che l’equazione di continuità applicata alle vicende storiche (se tanto entra allora tanto deve uscire) non fa tornare i conti? Forse gli Ebrei del ghetto di Roma (tanto per restare in casa) erano andati in villeggiatura sulle spiagge israeliane o forse erano villeggianti a Birkenau? Dove sono andati dopo? Lei ha proprio ragione quando afferma che non ci sono prove certe.

Ci sono le prove certe delle fucilazioni di massa compiute nei paesi baltici e delle fosse comuni, ci sono prove certe che in queste azioni di pura crudeltà spesso e volentieri non erano soldati tedeschi a “sporcarsi le mani”, un po’ più difficile trovare prove certe nella cenere dei forni crematori. Ha perfettamente ragione! O forse a chi è dotato di un minimo di senso critico (anche se non è un Dotto come lei nel suo settore) le italiche leggi razziali, già da sole sono indicative di una persecuzione sistematica, irrazionale e fobica asservita all’alleato tedesco, in cui gli stessi italiani stentavano a credere? Ho un timore ben motivato verso coloro che vorrebbero perseguire la sua “docenza” con una legge ad hoc, ma per contro mi sconcerta un professore che afferma acriticamente e senza lasciare margine ad una disamina oggettiva dell’argomento. Posso suggerirle una Tesi di Laurea da assegnare a qualche suo tesinaro? Il titolo potrebbe essere: “Produzione industriale di Zyklon B dal 1925 al 1945 in Germania”. Vede caro professore? Certo e reale è solo il “numero derivante da una misura”. Cosa si inferisce poi dai dati (magari con un bel diagramma con in ascissa gli anni e in ordinata i kg di Ziklon prodotto) è compito dello Storico: lo Storico serio.

Salvatore Ganci                                                  17 ottobre 2010

 

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