Posizionate a Genova sei nuove pietre d’inciampo

Una prima cerimonia in Salita S. Francesco, a ricordo dei coniugi Emanuele Cavaglione e Margherita Segre e poi la seconda in via Giovanni Bertora, vicino alla sinagoga, in memoria della famiglia del custode del tempio israelitico, Albino Polacco, la moglie Linda e i figli Carlo e Roberto; sono queste le sei nuove “pietre di Inciampo” che la Comunità ebraica di Genova ha posizionato nel capoluogo ligure con una cerimonia che si è conclusa davanti alla sinagoga.
“Questo è un evento importante ed il municipio è presente per sostenere e patrocinare l’organizzazione della commemorazione”, dichiara Federica Cavalleri per il Municipio I Centro-Est, “ed è importante ricordare e far vedere ai giovani che alcuni errori non devono più ripetersi ma la cosa fondamentale è riflettere su cosa è successo”.

Stessa commozione da parte dei nipoti di Emanuele Cavaglione e Margherita Segre :”Nel marzo 1944 il delatore Bruno De Dominicis si presentò qua, in Salita San Francesco, accompagnato da alcuni nazisti presso l’appartamento di Mario Morando nel quale i nostri nonni si erano nascosti; qui vennero arrestati nonostante i documenti falsi che non indicavano la loro appartenenza alla comunità ebraica e vennero condotti presso la Casa dello Studente. La memoria è necessaria non solamente per ricordare le vittime ma anche per chi ha reso possibile questa tragedia con l’indifferenza; i nostri nonni erano fuggiti a Firenze dopo l’8 settembre 1943 ma erano stati convinti con l’inganno a tornare a Genova e decisero quindi di nascondersi qui perchè avevano paura.

I loro figli riuscirono a salvarsi poichè raggiunsero, a piedi, le linee degli Alleati ma non ci hanno mai raccontato nulla di quella vicenda e non potevamo nemmeno sapere dove vivevano i nostri nonni; da un libro abbiamo appreso la loro storia e grazie agli atti del processo ai delatori avvenuto dopo la guerra abbiamo saputo dove sono stai arrestati. Le pietre d’inciampo sono presenti in tutta Europa e nonostante siano piccole hanno il potere di far inciampare la nostra mente facendo ricordare cosa è successo; ringrazio Ariel Dello Strogolo, presidente della Comunità Ebraica, l’amministrazione comunale nella persona dell’assessore Lorenza Rosso in rappresentanza del sindaco Bucci e tutti coloro che hanno collaborato. Per noi è molto importante questa cerimonia visto che i nostri nonni, in questo modo, non saranno mai dimenticati”.

“Sono molto contenta di essere qua”, afferma l’assessore Lorenza Rosso, “e voglio dire che la memoria è fondamentale soprattutto per i giovani perchè è l’unico modo che permette di evitare che tragedie come queste possano ripetersi”.
“Il ricordo della famiglia Polacco, custodi della sinagoga, è molto importante perchè furono le prime vittime della retata del novembre 1943”, ricorda il rabbino capo di Genova Giuseppe Momigliano, “ed è fondamentale ricordare, conoscere e comprendere per evitare abusi di memoria. I paragoni tra le vittime della Shoah e le precauzioni per arginare la pandemia sono fuori luogo ed occorre una particolare attenzioni; la memoria va difesa con la conoscenza storica precisa ed è importante per le nostre scelte di vita e la costruzione del futuro”.

“Inauguriamo quattro pietre che ricordano la famiglia Polacco catturata qui durante la retata del 3 novembre 1943”, sottolinea Ariel Dello Strogolo, presidente della Comunità Ebraica di Genova, “ed il signor Polacco, custode della sinagoga, venne minacciato affinchè consegnasse gli elenchi dei membri della comunità venendo costretto a chiamare gli ebrei per radunarli con una scusa e farli arrestare. Tra le persone catturate vi fu anche il custode e la famiglia; tutti vennero chiusi a Marassi e poi deportati ad Auschwitz ed i bambini sono diventati un simbolo importante visto che a loro è stata dedicata la scuola “De Scalzi-Polacco” ricordando che studiavano qui nella sezione speciale per gli ebrei che si frequentava il pomeriggio ed i banchi, dopo l’uso, venivano disinfettati. Tra questi bambini vi era anche Gilberto Salmoni, figura importante per la nostra comunità; durante la retata del novembre 1943 abbiamo avuto episodi di cattiveria ma anche di eroismo : una signora, intuendo il pericolo, lo ha segnalato, e molti sono riusciti a scappare.

Bisogna conoscere le storie delle persone che hanno scelto da che parte stare ma serve un gesto di responsabilità quando si incontrano gli altri; sono molto contento della posa di queste pietre d’inciampo perchè sono stati i ragazzi della scuola a ricordarlo”.
“La frase Non c’è futuro senza memoria mi piace molto perchè riassume cosa vogliamo ricordare”, evidenzia il sindaco Marco Bucci, “e mettere queste pietre significa tanto. Oggi abbiamo fatto un gesto che resta nella mente e nel cuore ed ha un importante significato; le sfide per programmare il futuro sono molte ed è un’importante occasione dal punto di vista economico per creare la Genova e l’Italia che vogliamo per i nostri figli lasciando un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Vi è necessità di ricordare per non ripetere gli stessi errori avendo un futuro senza discriminazioni ricordandoci di tutti; la memoria è fondamentale per progettare il futuro ed il progresso deve rispettare tutti”.

“Questo è per tutti un momento importante e la memoria dell’Olocausto è fondamentale per tutti ma soprattutto per il nostro Paese”, commenta la console di Germania, “ma voglio ricordare che questa tragedia è il punto più basso della storia e della civiltà tedesca. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare poichè chi non ricorda il passato rischia di ripeterlo; le pietre d’inciampo sono qui per ricordare e riflettere sui fatti accaduti. La storia degli ebrei genovesi mi ha commossa e pochi sono tornati dalla deportazione; ricordare per me è fondamentale e sono contenta di vedere i ragazzi della scuola tedesca di Genova”.

“Questo è un momento di memoria e commozione molto importante per tutti, soprattutto per i ragazzi; occorre avere memoria di cosa è stato per valorizzare il futuro della città e tutti gli investimenti dei prossimi anni. Fatti di questo genere non devono ripetersi ed i nostri progetti per il futuro devono essere giusti ed equilibrati per avere una convivenza civile ai massimi livelli”, conclude il primo cittadino genovese.

SELENA BORGNA

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