Ponte che và, ponte che viene…

Ponte che và, ponte che viene..

Ponte che và, ponte che viene..
 
 

Tra poche settimane ricorrerà il secondo anniversario della tragedia del ponte Morandi. Un lutto che mi ha colpito come ligure e come abitante di Pinerolo, città che mi ha accolto a braccia aperte e mi ha dato l’occasione di un nuovo inizio. 

Ne porto il lutto perché, tra un cristo e una bestemmia ho ricacciato in gola lacrime e nausea dovendo trascrivere quattro dei quarantatre atti di morte di persone che, citando Guccini, sono nel vento.

Credo che questa vicenda, come tutte le tragedie italiane non avrà giustizia; non credo verrà mai accettata la verità sui fatti in tempi utili. 

Non si può definire giustizia fatta l’estromissione dei Benetton dalla società Atlantia, neppure se le azioni venissero cedute a prezzo simbolico.

La giustizia si compie nelle aule dei tribunali, non nei corridoi dei palazzi romani. 

La giustizia si attua con giudici che non ascoltano parti politiche, che non seguono lobby economiche, e che hanno mezzi sufficienti per emettere sentenze in tempi brevi, non in decenni. 

Ma la giustizia si deve anche invocare a gran voce.

Non è ammissibile che in Liguria siano crollati 3 ponti in 2 anni.

Non é ammissibile che in un giorno di allerta gialla frane e smottamenti abbiano impedito la viabilità tra costa ed entroterra.

Non è possibile che nel 2006 la possibilità di ricostruire il viadotto sul Polcevera fu rifiutata perché l’opera avrebbe comportato troppo disagio per la viabilità. Vedi

Giustizia deve essere fatta, chiesta e pretesa ma noi, società civile, non cadiamo nella trappola di pensare che si possano rinviare i lavori di manutenzioni per un viaggio più agevole verso i luoghi di vacanza.

Noi società civile dobbiamo riempire le piazze per ricordare le vittime, anche se la manifestazione è la vigilia di ferragosto.

Noi società civile non scandalizziamoci se un gruppo industriale tende al profitto, ma semmai scandalizziamoci quando le istituzioni privatizzano beni pubblici in virtù di un taglio al bilancio e qualche punto di deficit in meno. 

Noi società civile smettiamo di pensare che tanto nulla cambierà ed é inutile andare a votare. 

Noi società civile iniziamo ad esserci

 

 CRISTINA RICCI

 

 

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