PERSEGUITATO N 2

PERSEGUITATO N 2- IL PARTITO DEGLI INQUISITI
 Io Rodolfo Leone “Restituiremo l’onore a Scajola e famiglia”
Commercialista, assessore a Imperia, amministratore Invitalia

 PERSEGUITATO N 2- IL PARTITO DEGLI INQUISITI

Io Rodolfo Leone “Restituiremo l’onore a Scajola e famiglia”
Commercialista, assessore a Imperia, amministratore Invitalia

 Il 18 luglio 2010, nella pagina Commenti e Opinioni de Il Secolo XIX, un accorato articolo di Rodolfo Leone, dottore commercialista, che all’epoca risultava “già assessore al bilancio al Comune di Imperia e amministratore delegato di Invitalia Partecipazioni”.

Scriveva a proposito dell’amico e della vicenda di Claudio Scajola quando l’ex ministro non era stato ancora coinvolto in una presunta associazione a delinquere “caso nuovo porto di Imperia”.

”…Si racconta di una persona (Scajola ndr) che avrebbe commesso alcuni fatti che appaiono inspiegabili per un uomo dotato di un minimo di accortezza. Chi mai si farebbe pagare una tangente in assegni circolari?…Scajola si dimette senza prove evidenti a suo carico, senza un’accusa specifica. Anzi, neppure un avviso di garanzia…Sono passati nel frattempo più due mesi. Non dico un ministro, ma un qualsiasi cittadino non avrebbe diritto di sapere perché sta vivendo questo incubo?

Qui non si tratta  di restituire un ministro al suo ufficio, si tratta di restituire l’onore ad un uomo e alla sua famiglia…

Può esistere più di un ragionevole dubbio di aver condannato  un uomo al giudizio sommario della pubblica opinione, senza prove e senza processo, mentre quest’uomo ripete di essere innocente  e vittima di una trappola e non l’artefice di una rapace operazione. …..Ci si piega, cioè, al mantra dei ‘politici tutti ladri’, che nella loro arroganza diventano anche stupidi. …Nella realtà emendata dalla finzione, chi si occupa di certi ruoli, ed è in malafede, può praticare la prima, ma certamente non si consegna alla seconda…”.

LEGGI…

 

PING-PONG TRA LEONE E COLETTI

COSA E’ ACCADUTO DOPO: UNA BUFERA TIRA L’ALTRA

TUTTA COLPA DELLA GIUSTIZIA DI SINISTRA?

 

Un breve cenno a quanto ha scritto Vittorio Coletti, professore universitario ed imperiese Doc, nel mese di aprile su la Repubblica-Il Lavoro. Commento dal titolo “Scajola e l’orlo del precipizio”.

Coletti ricorda: “…Il vice sindaco di Imperia, Rodolfo Leone, parlando in consiglio comunale, nel ruolo istituzionale, mi deride, nelle approssimative forme che gli consente il suo linguaggio, per uno degli articoli sul mega-porto, definendomi incompetente a parlare perché gli risulta che io sia un professore universitario di storia della lingua italiana.  Certo, si potrebbe replicare sollevando dubbi sulla sua competenza….Ora quando si è circondato di gente di questo calibro nella sua provincia, Claudio Scajola ha fatto la stessa operazione che Berlusconi ha compiuto a livello nazionale mettendo a guardia della sua proprietà i La Russa, i Verdini, le Santanchè….

Forse Scajola comincia a capire che i dobermann più feroci possono anche azzannare il proprietario e finirà prima o poi per prendere le distanze dai suoi più brutali guardaspalle locali…”.

 Al di là dell’aspetto penale, il cui esito e la cui ‘verità giudiziaria’ percorre spesso un lungo cammino e a volte non rappresenta la “verità reale”, emerge in tutta la sua forza, anche numerica, il “Partito degli inquisiti”.

Trucioli, saltuariamente e con la sua piccola voce,  con il “far parlare, raccontare gli atti”, si è occupato di cosa stava accadendo, o meglio esplodendo nel ponente ligure, nelle truppe scajolane.  Troppi imputati nel Pdl. E, peggio ancora, nessun cenno ad invertire LA ROTTA, il malcostume dilagante. Dare un segnale di cambiamento. Non sono opinioni, ma la matematica delle vicende venute a galla.

Negli ultimi quattro anni le cronache giornalistiche hanno descritto inchieste, processi, condanne (qualche assoluzione), nei confronti di esponenti comunemente indicati ”uomini di Scajola”; da lui imposti, suggeriti o sponsorizzati, sotto diverse forme. O è tutta un’invenzione per screditarlo? Pare eccessivo, almeno in politica le etichette sono quasi sempre alla luce del sole. Spesso un vanto. Uno strumento di potere, magari di arricchimento. 

Trucioli ha scritto che in Provincia di Imperia risultano inquisiti, a vario titolo per reati contro la pubblica amministrazione, almeno una ventina di esponenti-pubblici amministratori. Dalla Provincia, ai Comuni, agli enti e società partecipate. Solo un caso, direbbe Striscia la notizia?

Come non bastasse, il numero degli inquisiti – di matrice scajolana – in provincia di Savona si è andato irrobustendo. Fino a coinvolgere il delfino più esposto e vicino allo stesso Claudio Scajola, ovvero il neo presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza – vittorioso con un ristretto margine di voti e soprattutto una diserzione record alle urne -.

E’ in attesa di giudizio o assoluzione per la storia delle “firme false” (nella veste di ispiratore) nell’ambito della stessa competizione elettorale (firme per presentare la lista). Vaccarezza si è avvalso della ‘facoltà di non rispondere’ di fronte al giudice. Si dichiara innocente, estraneo, stupito, rammaricato.

Con un bis per una mortificante vicenda che ha avuto un primo epilogo (in attesa di appello) con la condanna di due maestre d’asilo infantile di Loano. Uno stralcio chiama in causa Vaccarezza quando ricopriva la carica di sindaco. E messo nei guai da un suo ex nominato alla presidenza dello stesso asilo. Emanuele Caglieris che, con i magistrati inquirenti non è stato reticente. Aveva i messaggini (“galeotti”?) scambiati col primo cittadino. 

Se le informazioni, ricavate anche da articoli di stampa, sono esatte. In provincia di Savona gli esponenti del Pdl inquisiti – un paio per associazione a delinquere –

sono complessivamente 18-19.  Concentrati in particolare su Alassio, Albenga, Ceriale, Loano, Albissola.  

Sono dei perseguitati?  Colpa dell’accanimento delle toghe rosse come sostiene Marco Melgrati, consigliere regionale supervotato, ex sindaco di Alassio, eletto cinque anni fa con il 70 per cento dei voti (il rivale Giancarlo Garassino, ex Dc, raccolse  solo il 30 per cento). Alle ultime comunali la lista Pdl-Lega Nord è crollata al 33 per cento.  Nel 2010, ha ricordato La Stampa, Melgrati raccolse ad Alassio (nelle regionali) oltre 1800 preferenze, ridotte a 328 alle recenti comunali. Ancora peggio è andata la Lega Nord alassina i cui candidati hanno totalizzato meno di 200 voti.

Una chiave di lettura può essere che non tutti nel centro destra sono convinti che diventare pubblici amministratori di successo occorra finire nei guai con la giustizia. Un titolo di merito? Di cui farsi vanto?

Ci sono fortunatamente importanti eccezioni, destinate purtroppo a non fare notizia. E’ il caso del sindaco di Finale Ligure, Flaminio Richeri del Pdl, terza città della provincia dopo Savona e Albenga.

Non aiutano neppure le frequenti attestazioni di solidarietà agli inquisiti. Ultimo clamoroso esempio, l’inchiesta che ha investito il Comune di Ceriale, con il sindaco, il vice sindaco, due dipendenti pubblici, ed altri, per una spaventosa operazione edilizia, sotto sequestro. In attesa del responso della Cassazione.

A prescindere dal giudizio penale, è opportuno esprimere attestati di stima quando sono in itinere inchieste giudiziarie? In Provincia di Savona accade che la Lega Nord – vedi sindaco di Albenga, Rosy Guarnieri – via mass media renda noto all’opinione pubblica la sua vicinanza, solidarietà, stima, agli inquisiti.

R.T.



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