PALAZZO SISTO: UNA MACCHINA MIGLIORABILE

PALAZZO SISTO:
UNA MACCHINA MIGLIORABILE

PALAZZO SISTO:

UNA MACCHINA MIGLIORABILE

Da qualche tempo sto condividendo con alcuni amici un’Ostinata avventura per immaginare, e perché no realizzare, nuovi percorsi di sviluppo per la nostra Città.

Da quando tale esperienza è partita in più occasioni abbiamo avuto la necessità di interfacciarsi con il Comune di Savona per proporre alla Giunta progetti o proposte; durante tali visite a Palazzo Sisto ci siamo resi conto di come le diverse “deleghe” siano riservate, pressoché esclusivamente, ai ruoli di assessore, di vicesindaco o di sindaco.

Le deleghe rappresentano gli argomenti di cui un certo ruolo deve occuparsi, ad esempio l’Assessore alle politiche Giovanili ha anche la delega alla Cultura e ai rapporti con l’Università, mentre quello al Bilancio si occupa anche di impianti sportivi.

Tutte le responsabilità della gestione dei diversi ambiti su cui il Comune vigila e interviene vengono concentrate nella ristretta cerchia della Giunta. 

Il “potere”, si legga responsabilità gestionale, si concentra quindi in un  numero ristrettissimo di persone, lasciando sullo sfondo i Consiglieri Comunali, a cui non viene richiesto, se non eccezionalmente, di occuparsi di qualche argomento specifico; sono a conoscenza di un solo caso in cui sia stata conferita una delega a qualcuno che non facesse parte della Giunta: il Consigliere Aschiero al quale il Sindaco ha delegato il recupero del convento di S. Giacomo.

I consiglieri in linea di massima hanno “solo” il compito di discutere le diverse questioni in consiglio comunale o nelle commissioni competenti, ma non sono mai responsabili dell’amministrazione di uno specifico settore.

Questo non accade solo a Savona ma nella maggior parte dei Comuni Italiani.

Proviamo a tracciare un bilancio: nel Consiglio Comunale di Savona siedono 33 Consiglieri, (compreso il Sindaco di Savona e il Presidente del Consiglio Comunale), a cui si aggiungono 7 Assessori e un Vice Sindaco, che tecnicamente non fanno parte del Consiglio Comunale ma sono “dipendenti” diretti del Sindaco; in totale siedono in Consiglio con diritto di parola 41 persone (40 se togliamo il Presidente del consiglio Comunale, che è ruolo istituzionale e non politico).

Volendo pensare all’amministrazione del territorio come a un’azienda, sarebbe palese considerare tale situazione un’anomalia, in quanto comporta l’uso solamente di una parte residuale delle potenzialità che la squadra amministrativa potrebbe esprimere. Il 22,5% della squadra di lavoro si sobbarca quasi completamente la responsabilità di governare la città; mentre il 77,5% (meno il Consigliere Aschiero) della suddetta squadra non viene impiegato al massimo delle sue potenzialità. 

 Giunta comunale (ora al posto di Gaggero c’è Di Tullio)

La distribuzione attuale delle deleghe si fonda su un presupposto di tipo economico, gli Assessori percepiscono uno stipendio che permette loro di dedicarsi esclusivamente al governare Savona; sarebbe impensabile chiedere ai Consiglieri di trascurare il loro lavoro per dedicarsi in modo esclusivo al ruolo amministrativo che ricoprono, un consigliere comunale riceve mensilmente a titolo di gettone presenza dai 300 ai 400 euro. Sarebbe altresì irresponsabile in un momento di profonda crisi economica rivedere gli stipendi dei Consiglieri, elevandoli al punto da poter permettere loro di dedicarsi per i 5 anni di mandato solo all’amministrazione comunale.

Più praticabile potrebbe essere la possibilità di mantenere gli assessori e il vice sindaco come figure dirigenziali e di coordinamento, lasciando loro una parte cospicua delle responsabilità amministrative oltre al compito di supervisionare e coordinare il lavoro dei consiglieri; affidando però ai Consiglieri disponibili deleghe specifiche rispetto ad alcuni ambiti circoscritti, se possibile in linea con le loro competenze professionali e personali, facendo in modo che tale aggravio non vada a incidere in modo eccessivo sul monte ore settimanale che un consigliere dedica all’amministrazione della cosa pubblica.

Come contropartita per i consiglieri che si volessero sobbarcare un aggravio di  responsabilità gestendo uno specifico ambito ci sarebbe un aumento cospicuo della loro visibilità sul territorio, che potrebbe anche fruttare, a chi volesse investire nella carriera politica, un incremento di preferenze.

Una maggiore distribuzione delle deleghe permetterebbe anche di gestire meglio determinati ambiti che si collocano entro le competenze di differenti assessorati; ne è un esempio la delega al Recupero del Convento di San Giacomo, la quale è stata affidata a un consigliere che di professione si occupa di architettura, quindi competente nella materia specifica, e che tratta di un argomento che potrebbe essere collocato entro gli ambiti di intervento sia dell’Assessorato alla Cultura, che di quello ai Lavori Pubblici, non ché di quello al Turismo.

 

Convento San Giacomo

Il distribuire deleghe ai consiglieri andrebbe quindi a potenziare l’efficacia di azione dell’apparato amministrativo, dato che aumenterebbe il numero di ruoli direttamente coinvolti nella gestione delle differenti tematiche e ne migliorerebbe anche l’efficienza, agevolando la gestione di quegli argomenti trasversali ai diversi assessorati.

Una diffusione delle deleghe tra i Consiglieri Comunali rappresenterebbe altresì un passo importante verso la promozione della partecipazione dei cittadini alla politica e alla gestione del territorio, offrendo loro un messaggio in forte contrasto con la visione che diffusamente si ha della politica e di chi la esercita; mi riferisco a quei discorsi piuttosto diffusi che configurano il “politico” come persona assetata di potere, incapace di condividerlo con altri lavorando in squadra.

Siamo certi che nella maggior parte dei casi i Consiglieri sarebbero ben felici di cogliere l’occasione di poter ampliare le proprie responsabilità, lavorando in squadra con l’assessore di riferimento o magari con altri colleghi consiglieri.

E ancora, tale soluzione permetterebbe di valutare la qualità di chi siede in Consiglio Comunale, misurandola in virtù dell’operato nella gestione delle deleghe affidate; anche questo rappresenterebbe una bella novità, per un ambito come la politica, dove l’autoreferenzialità è la regola.

 ANDREA GUIDO          22 Settembre 2013

 

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