Non è solo stucchevole propaganda

NON E’ SOLO STUCCHEVOLE PROPAGANDA

NON E’ SOLO STUCCHEVOLE PROPAGANDA

 

Sovranista o neofascista o seminegazionista che dir si voglia quella spacciata come “difesa contro lo stravolgimento della storia” dal prof. emerito di filosofia Pier Franco Lisorini nel suo articolo pubblicato su questa rivista domenica 31 gennaio 2021 contro il Giorno  della Memoria dell’Olocausto e contro il sobrio discorso commemorativo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – sul quale il prof Lisorini non manca di ironizzare (a proposito di retorica stucchevole): “E’ il giorno in cui il capo dello Stato dà il meglio di sé” -; no, non si tratta qui solo della solita vieta e veramente stucchevole propaganda neofascista e di estrema destra (con qualche assonanza con le posizioni degli antagonisti anarco-insurrezionalisti anti sistema) contro le celebrazioni istituzionali della Memoria della Shoah, nel suo articolo-comizio il docente livornese politicamente scorrettissimo in pensione si produce, dopo aver fatto professione di anti-antisemitismo (excusatio non richiesta…), usando la figura retorica della preterizione, in un quantomeno azzardato  J’accuse prima contro gli ebrei in quanto padri del cristianesimo e poi contro il cristianesimo stesso in quanto vera matrice dell’antisemitismo: “Se avessi voglia di scherzare direi  che una cosa la rimprovero agli ebrei: averci lasciato in eredità il cristianesimo.


Già, il cristianesimo, che è la vera matrice dell’antisemitismo…”. Ora, siccome non ho nessuna voglia di scherzare su questi argomenti, vorrei porre alcune domande al filosofo livornese antisistema e anticristiano, al fine di capire meglio il suo pensiero e gli obiettivi formativi perseguiti nel lungo  corso della sua attività di docente nei Licei labronici della nostra Repubblica democratica fondata sul lavoro (e, non dimentichiamolo, sull’antifascismo). Vediamo: 

Prof. Lisorini, preso atto della  sua  professione di fede anticristiana – evidentemente il cristianesimo è un’altra delle sue bestie nere, oltre alla “feccia (sottinteso comunista) delle periferie che usava il termine ebreo come insulto”, oltre ai centri sociali filopalestinesi e agli odiatissimi e ognor presenti sotto mentite spoglie democratiche  “compagni” – e dato che lei rifiuta sia l’anarchismo che il comunismo e non risulta credente in qualche altra religione, quale tipo di ateismo professa? 


Lei dice che gli Ebrei ci hanno lasciato in eredità il cristianesimo. Ma rifletta un momento: se è senz’altro vero che Gesù Cristo era un ebreo della stirpe di David, è anche vero che gli Ebrei non hanno riconosciuto in Gesù il figlio di Dio, anzi, lo hanno condannato proprio perché diceva di essere il Messia. Gesù, a sua volta, diceva di essere prima e più grande di Abramo e dei Profeti scandalizzando i Giudei: “Gli dissero i Giudei: ‘Adesso siamo sicuri che tu hai un demonio. Abramo è morto, anche i Profeti sono morti e tu dici: ‘Se uno osserva la mia parola non gusterà la morte in eterno’. Sei tu forse più grande del nostro padre Abramo che è morto? Anche i Profeti sono morti” (Gv 8, 42). Sappiamo la risposta di Gesù e quello che gli è costata. Ben strana eredità quella venuta prima della nascita del padre. Per il cristianesimo in principio era il Verbo (Gesù Cristo), non Abramo. Dunque che cosa ha ereditato il cristianesimo dagli ebrei oltre, ovviamente, al monoteismo, me lo potrebbe specificare?

Riguardo allo sterminio degli ebrei e alla “soluzione finale”, lei non nega – e ci mancherebbe – la responsabilità del regime nazionalsocialista ma estende questa responsabilità a tutta l’Europa cristiana, quasi a problematicizzare  l’unanime esecrazione e la condanna senza appello dei vincitori o degli storici marxisti o non “revisionisti” o “comunisti” o non “contestualizzatori-giustificazionisti”. Tradotto: Hitler, in fondo, non era il diavolo e aveva anche lui le sue buone ragioni, oltre a essere anche lui un figlio del secolo: “Brutta storia, macchia indelebile sull’Europa cristiana, quella della deportazione e dello sterminio degli ebrei che non riguarda solo la stupida ferocia del regime nazional socialista e l’ottusità dell’apparato militare e burocratico tedesco (allusione alla Banalità del male di Hannah Arendt?), ma anche, se non soprattutto, la connivenza dell’opinione pubblica europea, francese, tedesca, polacca e ceca in particolare”. Come dire: se vedo un assassino che sta per uccidere qualcuno e non intervengo sono più colpevole io dell’assassino. Colpevole certo, ma di indifferenza, peccato gravissimo ma attinente alla morale non al diritto. Quindi non punibile e non sanzionabile se non appunto moralmente. Lei però imputa al cristianesimo la causa della connivenza e dell’indifferenza riguardo alla persecuzione e allo sterminio.  degli ebrei. Ne è proprio sicuro? E quei teologi tedeschi oppositori di Hitler (Chiesa confessante) finiti male, erano o non erano credenti in Cristo?


E veniamo al suo attacco frontale al Presidente Sergio Mattarella e al suo discorso tenuto al Quirinale nell’ occasione del Giorno della Memoria. Qui davvero mi chiedo da dove le venga tanta animosità contro un Presidente stimato da (quasi) tutti gli italiani e considerato all’estero, insieme a Papa Francesco, un punto di riferimento indiscusso per chi crede ancora nei valori della solidarietà, della democrazia, della pace e della civiltà umana. Per lei, invece, si tratta di stucchevole retorica perché “il tutore della costituzione, il sacerdote della ‘repubblica nata dalla resistenza’ (non è vero ma a forza di sentirlo ripetere si finisce per crederci) ( noto che lei professore  scrive Costituzione, Repubblica e Resistenza con la minuscola, e questo non può non avere un significato parentesi del sottoscritto)  evoca oscure minacce ma si guarda bene dal dire da che parte vengano”. Mi dispiace professore ma le minacce evocate da Mattarella non sono per niente oscure e dice chiaramente da che parte vengono: “I totalitarismi della prima metà del Novecento – e le ideologie che li hanno ispirati – hanno arrestato la ruota dello sviluppo della viviltà, precipitando larga parte del mondo nella notte della ragione, nel buio fitto della barbarie, in una dimensione di terrore e di sangue. Ricordare e far ricordare a tutti il sacrificio di milioni di vittime innocenti – ebrei in maggior parte, ma anche rom e sinti, omosessuali, oppositori  politici, disabili  esprime dunque un dovere di umanità e di civiltà, che facciamo nostro ogni volta con dolorosa partecipazione.


Ma faremmo un’offesa grave a quegli uomini, a quelle donne, a quei bambini mandati a morte nelle camere a gas, se considerassimo quella infausta stagione come un accidente della storia, da mettere tra parentesi. Se, insomma, rinchiudessimo soltanto nella memoria quei tragici accadimenti, chiudendo gli occhi sulle origini che hanno avuto e sulle loro dinamiche”. Che cosa c’è di oscuro in queste parole? Lei poi critica (eufemismo) Mattarella perché mette insieme le leggi italiane di difesa della razza firmate dal re, deplorevoli quanto si vuole ma che si limitavano a tener fuori dall’esercito e dal pubblico impiego chi professava  la religione ebraica e per le quali non è stato né processato né condannato né deportato nessuno, con i decreti del terzo Reich e i provvedimenti dei comandi militari e dei gauleiter tedeschi e dei loro vassalli”. Eh no, professor Lisorini, lei non può spingere il suo revisionismo storico filofascista fino alla negazione dell’infamia (altro che ‘deplorevoli’!) delle leggi razziali, per le quali era proibito il matrimonio tra italiani ed ebrei, era proibito a tutte le pubbliche amministrazioni e alle società private di carattere pubblicistico come le banche e le compagnie di assicurazioni, alle aziende statali e parastatali di assumere e tenere alle proprie dipendenze ebrei – per questo alla Stipel (Società telefonica interregionale lombarda e piemontese),


il Primo maggio 1939  furono licenziati in tronco quattordici dipendenti – la proibizione di esercitare la professione di notaio e di giornalista, il divieto di iscrizione dei ragazzi e delle ragazze ebree nelle scuole statali , il divieto di adottare  libri di testo che avessero come autore o fra gli autori un ebreo,  l’allontanamento degli insegnanti ebrei…Si calcola che i docenti universitari epurati in seguito alle leggi razziali fossero circa trecento, e non si contano I DOCENTI DEI LICEI, i tanti neolaureati e i ricercatori che ebbero la carriera stroncata.  No, non bastano due fascisti illuminati come Giorgio Perlasca e Vittorio Tredici assunti tra i Giusti d’Israele a riscattare quell’infamia. Chieda a Liliana Segre qual è la differenza tra le leggi razziali fasciste e quelle naziste e cosa si prova ad essere espulsi dalla scuola da un giorno all’altro per motivi razziali, chieda a Sami Modiano che cosa cambia tra l’essere discriminati perché ebrei dai fascisti italiani piuttosto che dai nazisti tedeschi, chieda a Edith Bruk ragguagli sulla nuvola nera che sta tornando sull’Europa. Lei, professore, non vede nessuna nuvola temporalesca all’orizzonte? 

In conclusione lei afferma che “Chi vede tutto bianco o tutto nero è pericoloso ed è portato a preferire le armi dirette della violenza, della criminalizzazione, della demonizzazione al confronto civile e democratico”. Molto bene, allora mi aspetto che lei risponda civilmente e democraticamente alle domande che qui le ho posto sine ira ac studio.  

 

FULVIO SGUERSO 

 

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