NON E’ FOLCLORE!!!

 NON E’ FOLCLORE!!!

NON E’ FOLCLORE!!!

 Quanti attacchi in questi giorni, incomprensioni, accese discussioni con conoscenti reali o virtuali, argomentazioni che talvolta infervorano incontri familiari o di lavoro su “quei” Cinque Stelle che s’intestardiscono a non dare la fiducia a un governo PD e a quanta mancata responsabilità ci sia dietro un atteggiamento di cui si capisce poco o ci si rifiuta di capire, proprio perché tutto si vuole meno che cambiare veramente questo sistema, che va bene a più persone di quanto si creda perché meno peggio di altri.

 Difficile capire quando questi provengano proprio da un elettorato che si dichiara portatore di un anti- berlusconismo ma che brancola davanti alle cure della malattia, cercando giustificazioni a ulteriori turate di naso.

Una parziale illuminazione l’ho avuta, però, venerdì notte, guardando la  trasmissione di Gad Lerner alla 7 .

Ascoltare le domande, con relative argomentazioni del giornalista, talvolta un po’ impacciato, forse anche per la poca convinzione di quanto asseriva e gli invitati (Carlo Pedrini,  e Carlo Galli parlamentare PD), mi ha portato a comprendere meglio quanti si stanno accanendo contro il movimento e le sue decisioni post-elettorali.

Carlo Pedrini parlava ovviamente di sobrietà, di alimentazione sostenibile, di ambiente strettamente collegato alle attività dell’uomo ma soprattutto di quanto la politica debba interagire con queste problematiche.

Di quanto ciò che riteniamo indispensabile sia maledettamente controproducente per una società che vuole cambiare realmente la qualità della vita.

Si riferiva, ed era chiaro a chi lo sostiene come chi scrive, alla sostituzione di misurazioni come il PIL con il BES: il benessere equo e sostenibile.

Roba di cui parlavano solo movimenti alternativi, ma che guarda caso ora diventa analisi sui rapporti dell’ISTAT e del CNEL.

In quella roba lì ci stanno 12 voci, che scopriremo volentieri come argomenti di insoddisfazione degli italiani che certamente hanno condizionato buona parte del risultato elettorale.

A questo chiaro grido di allarme si è rimasti, però, sordi, oppure si è finto di ascoltare senza dare credibili risposte. Un grido di allarme sui ritardi cui si sommavano tutti i difetti della cattiva politica italiana contraddistinta sempre più da privilegi, da caste, da corruzione, da conflitti d’interesse che i cittadini non erano più disposti a sopportare.

Ma alle chiare stimolazioni di Pedrini, l’altra sera, il deputato PD rispondeva che la sobrietà, la competenza, l’onestà come bagaglio non basta per fare politica. La crisi economica non si risolve con la sobrietà.
 
Insomma si tornava a vedere la sobrietà, la decrescita come roba da movimenti alternativi, folcloristici, fricchettoni: gente che non ha i piedi per terra.
Carlo Pedrini

 Per questo molti stentano a capire come il M5S, che ha di fatti intercettato, l’irrinunciabile volontà di cambiare questo sistema, di rifiutare che siano le multinazionali, le lobby dell’energia e della finanza i referenti dell’umanità, oggi non possa dare la fiducia a chi, di fatto, la pensa diversamente e lo dimostra con i fatti.

Fare politica significa essere soggetti attivi” lo sosteneva Pedrini l’altra sera, non Grillo, Casaleggio o un ragazzotto no-global in una manifestazione.

 

In questi giorni anche il PD scopre I PUNTI sul quale chiedere accordi, 8, 10, 20 che siano, quasi a voler interagire con le modalità dell’avversario per giocare sullo stesso campo, ma di fatto un’altra partita.

 

I 12 ambiti che danno forma al Bes: salute; istruzione e formazione; lavoro e conciliazione dei tempi di vita; benessere economico; relazioni sociali; politica e istituzioni; sicurezza; benessere soggettivo; paesaggio e patrimonio culturale; ambiente; ricerca e innovazione, qualità dei servizi: sono ancora tutti lì.

Toccano la Politica e le istituzioni, di primaria importanza per il benessere della società, dove in Italia si registra una netta sfiducia che attraversa tutti segmenti della popolazione, tutte le zone del Paese e le diverse classi sociali, bisogna ormai fare proposte credibili , non quelle sulla semiconservazione dei conflitti d’interesse per garantire i “trasformisti” che cambiano giacca dai partiti a quelle delle altre poltrone del potere e neanche quelle sull’anticorruzione, utili solo a salvare i propri corrotti.
 La qualità dei servizi, dove restiamo ancora troppo distanti dal resto d’Europa e mentre siamo tra i cittadini più tassati d’Europa e chi governa pensa, come panacea per lo sviluppo e la “crescita”, alla costruzione di grandi opere, o a promuovere  leggi disastrose per agevolare chi, di fatto , cerca solo il proprio profitto, in Calabria e Sicilia più di una famiglia su quattro continua a non avere l’acqua regolarmente e nel resto d’Italia un terzo dell’acqua si perde per strada, e siamo ancora a combattere contro la sua privatizzazione.
Ancora peggio i rifiuti e i trasporti dove gli italiani dedicano in media un’ora al giorno agli spostamenti e il trasporto pubblico è allo sfascio.

La cementificazione e l’abusivismo edilizio hanno raggiunto proporzioni che non trovano riscontro in Europa: nel Sud ogni 100 abitazioni 30 sono costruite illegalmente. Il territorio e l’aria, in troppi luoghi sono ancora gravemente inquinati, con 57 Siti contaminati di interesse nazionale dove nessuna regione si salva.

Ammortizzatori sociali e solidarietà familiare tamponano la crisi, ma la povertà aumenta e nelle relazioni sociali, l’Italia è uno dei Paesi Ocse con i più bassi livelli di fiducia verso gli altri. Solo il 21% ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia, contro il 33% Ocse, il 60% in Danimarca.

L’istruzione e la formazione, in Italia sono in ritardo sull’Europa e i giovani che non lavorano e non studiano sono in media quasi il 23%: in Campania e Sicilia più del 35%. Il livello culturale dipende da quello dei genitori e la scuola non riesce a riequilibrare lo svantaggio di partenza.

E’ sceso il tasso di occupazione e di stabilizzazione per i precari. Sale invece la quota lavoratori sovra istruiti rispetto a quello che fanno. Ci sono meno occupati che nel 2008. Un lavoratore a termine su cinque lo è da più di 5 anni. Aumentano i working poors a causa dei bassi salari.

Tutto ciò mentre chi è al Governo non ha dato e continua a non dare segnali di cambiamento. Una classe politica “morta”, terrorizzata all’idea di perdere potere e non solo quello delle poltrone parlamentari.

Una classe politica sorda, che non ha ancora recepito la sconfitta di un modello neo-liberista che questi danni ha prodotto e che insieme alla cattiva politica italiana ha finalmente prodotto un risveglio di buona parte dei cittadini.

Era comodo pensare che i movimenti, non solo quelli di piazza, potessero rimanere isolati nelle loro battaglie, innocui, e magari criminalizzati.

Troppo facile pensare che chi si batte contro la privatizzazione dell’acqua, contro il consumo di territorio, contro la combustione del carbone , contro le grandi, dannose e inutili opere come la TAV e la piattaforma Maerks, fossero solo folcloristici movimenti alternativi, da fingere di appoggiare in procinto di una campagna elettorale per rubare qualche voto, ma da rispedire al mittente una volta passate le elezioni.

Non è così.  NON E’ FOLCLORE  !!!!!!

ANTONIA BRIUGLIA

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